La storia ci permette di conoscere le nostre radici e le tradizioni, elementi essenziali per comprenderci e per vivere il presente con consapevolezza. La pizza, ben più di un semplice piatto, è un'icona culturale, un simbolo dell'Italia nel mondo, un'esperienza che unisce le persone. Chi può resistere al profumo di un impasto fragrante, al sapore avvolgente del pomodoro e alla scioglievolezza della mozzarella filante? La pizza ha una storia lunga e affascinante, ricca di aneddoti e curiosità che meritano di essere raccontati.
Le Antiche Origini: Un Viaggio nel Tempo
La pizza, nella sua forma più primitiva, esiste da migliaia di anni. Anche se oggi la associamo all’Italia, le sue radici affondano nell’antichità. Egizi, Greci e Romani erano soliti preparare pani schiacciati conditi con erbe e olio, una sorta di antenato della pizza moderna. L’antenata della pizza è la “pinta” greca, una focaccia schiacciata che arrivò in Italia con la Magna Grecia. A Roma divenne “pinsa”, dal verbo latino “pinsere”, che significa tirare.
Nel Medioevo, in Europa si iniziò a cuocere il pane su pietra calda, spesso arricchito con ingredienti semplici per insaporirlo. Ma è solo con l’arrivo del pomodoro in Europa nel XVI secolo che la pizza inizia a prendere la forma che conosciamo oggi. Il pomodoro, originario delle Americhe e più precisamente dal Perù, solo a partire dal ‘500, con l’avvio delle spedizioni europee nel nuovo continente, è stato possibile importare in Europa l’ingrediente di cui oggi non possiamo proprio fare a meno. E pensate che solo a partire dal ‘600 il pomodoro entrò a pieno regime nella nostra alimentazione mediterranea. Nel secolo precedente, a causa del forte problema della fame, il pomodoro non era mai stato considerato come un alimento per cui valesse la pena coltivare, dato il suo minor apporto di nutrienti per esempio in confronto con le patate - altro cibo di importazione americana. L’aggiunta del pomodoro, ingrediente fondamentale della pizza moderna, avvenne solo dopo la scoperta dell’America.
Napoli: La Culla della Pizza
Se c’è una città che può essere considerata la patria della pizza, quella è senza dubbio Napoli. Nel XVIII secolo, le strade di Napoli erano piene di venditori ambulanti che offrivano pizze semplici, spesso condite con pomodoro, aglio e origano. Secondo la tradizione, la pizza è nata intorno al 1600 come sostituzione alla classica schiacciata di pane.
La prima vera e propria ricetta della pizza si trova nel trattato “Il cuoco galante” di Vincenzo Corrado, letterato, filosofo e cuoco del Settecento. La prima ricetta ufficiale della pizza come la conosciamo oggi è attestata in un trattato stampato a Napoli nel 1858. Nella città, capitale del Regno delle Due Sicilie, si parla già di una pizza Margherita ante litteram con mozzarella e basilico ma pomodoro opzionale.
Leggi anche: Recensioni Sushi Barletta
La Leggenda della Pizza Margherita: Storia e Mito
Ma il momento che ha cambiato la storia della pizza è arrivato nel 1889, quando il pizzaiolo Raffaele Esposito preparò una pizza speciale in onore della Regina Margherita di Savoia. Usando pomodoro, mozzarella e basilico (i colori della bandiera italiana), creò la famosa pizza Margherita, che divenne presto una delle varianti più amate al mondo. La pizza margherita ha anche una data ufficiale di nascita: 1889. Come ci racconta la storia, infatti, il pizzaiolo più famoso dell’epoca, Raffaele Esposito, aveva realizzato per i sovrani d’Italia, Re Umberto I e Regina Margherita, in visita a Napoli, tre pizze: la pizza alla Marinara (pomodoro, aglio, origano, olio); la pizza alla Mastrunicola (strutto, formaggio e basilico); la pizza pomodoro, mozzarella e basilico i cui colori richiamavano volutamente il tricolore italiano. La regina apprezzò talmente tanto quest’ultima da ringraziare Esposito con una lettera scritta.
Alcune fonti narrano che furono i napoletani a creare questa combinazione, ispirandosi ai petali di una margherita. C’è poi la leggenda più diffusa, forse non del tutto veritiera, che narra di una pizza creata in onore della Regina Margherita di Savoia. Nel 1889, in visita a Napoli, la regina chiese di assaggiare una pizza. Il pizzaiolo Raffaele Esposito le preparò una pizza Margherita con pomodoro, mozzarella e basilico, i cui colori ricordavano la bandiera italiana. La pizza Margherita, da semplice alimento del popolo, divenne un simbolo di italianità e di gusto. Sarà forse per la sua semplicità? Oppure per i suoi caratteristici colori simbolo di italianità? Una cosa è certa: tutti adoriamo la pizza Margherita. Perché è quel sapore così semplice e sincero che non delude mai e che non ci stanchiamo mai di gustare.
La vera storia della pizza margherita è un racconto affascinante che ha origine nella vibrante Napoli dell’Ottocento. In quei tempi, la pizza era una pietanza umile, consumata principalmente dalla classe lavoratrice, ma fu durante il regno di Umberto I e della regina Margherita di Savoia che la pizza ottenne il suo riconoscimento più illustre. Nel 1889, la regina Margherita visitò la città partenopea insieme al marito e, curiosa di scoprire le prelibatezze locali, chiese ai suoi servitori di farle assaggiare la famosa pizza napoletana. Raffaele Esposito, rinomato pizzaiolo dell’epoca, ebbe l’onore di preparare una pizza speciale per la regina. Con una cura meticolosa, Raffaele scelse gli ingredienti che avrebbero formato la pizza. Voleva stupire la sovrana e al contempo omaggiare l’Italia. Decise quindi di creare una pizza che richiamasse i colori della bandiera italiana: pomodoro rosso, mozzarella bianca e basilico verde. Con grande abilità, Raffaele condì l’impasto con pomodoro fresco, mozzarella di bufala e foglie di basilico. Dopo una cottura attenta nel forno a legna, la pizza margherita fu presentata alla regina Margherita. Il suo sapore equilibrato e l’aroma del basilico conquistarono immediatamente il suo palato. La regina, colpita dal gusto e dalla semplicità di questa nuova creazione, lodò pubblicamente Raffaele Esposito: da quel momento, la pizza margherita guadagnò fama e prestigio, diventando un simbolo di Napoli e dell’intera Italia. La pizza margherita è molto più di un semplice piatto: ogni morso racconta una storia di ingegno, di perseveranza e di passione per il cibo. È un’opera d’arte culinaria che incarna la generosità e l’accoglienza italiana, unisce le persone intorno a un tavolo e crea legami duraturi. La pizza margherita è un vero e proprio simbolo di bontà, un dono che Napoli ha offerto al mondo intero.
Sulle Orme della Leggenda: Verità e Falsità
Pizza Margherita: sulle orme della leggenda 1) Vero o falso? La pizza Margherita nasce a Napoli nel 1889 per mano di un abile pizzaiolo: Raffaele Esposito. Durante la visita a Napoli del re d’Italia Umberto I di Savoia, viene richiesto all’artigiano della pasta di raggiungere la famiglia reale nella sfarzosa reggia di Capodimonte. Qui, recatosi insieme alla moglie, Raffaele Esposito prepara tre varianti di pizza, tra cui la sua nuova creazione: pomodoro, mozzarella e basilico. La regina Margherita (guarda caso) ne rimane talmente estasiata che il pizzaiolo decide di battezzarla con il suo nome. Questa storia è vera o falsa secondo voi? Falsa! In realtà, la pizza Margherita non è stata inventata da Raffaele Esposito. È vero che il pizzaiolo si fosse recato a corte per preparare le tre varianti di pizza, tra cui la Margherita. Ed è vero anche che la famiglia reale abbia particolarmente apprezzato la bontà delle pizze. Tuttavia, la pizza con pomodoro, mozzarella e basilico esisteva già. Il merito di Raffaele Esposito sarebbe stato, quindi, quello di attribuire il nome della regina ad una pizza che era già ampiamente conosciuta, almeno nella città di Napoli.
Addentrandoci nei vicoli della storia, e della città di Napoli, va (purtroppo) sfatata la leggenda più famosa e romantica sulle sue origini. No, la pizza Margherita non è stata “inventata” per omaggiare la Regina Margherita, moglie di Umberto I di Savoia. Nonostante sia stata smentita innumerevoli volte, questa storia è tutt’oggi portata avanti con orgoglio da gran parte della città e dalla carta stampata. Ma secondo questa storia, come sono andate le cose? Questa versione dei fatti è quindi legata al regno di Italia unificato e alla visita della regina Margherita di Savoia a Napoli il 21 maggio 1889. Raffaele Esposito, proprietario della pizzeria “Regina d’Italia” (anche sul nome della pizzeria non si hanno certezze), si mise all’opera realizzando tre diverse varianti di pizza. Una con pomodoro e basilico (rappresentando i colori della bandiera italiana), una con mozzarella e basilico e una con pomodoro, mozzarella e basilico. La regina Margherita, apprezzando particolarmente la versione con mozzarella, pomodoro e basilico. Nonostante questa storia molto romantica e patriottica, per il meridionalista Angelo Forgione (così come tanti altri illustri colleghi) questa vicenda non è mai avvenuta. O perlomeno, non in questi termini trionfalistici. Forgione, citando l’opera “Usi e Costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti“, afferma che l’uso del pomodoro e la mozzarella come condimento per la pizza erano ampiamente utilizzati già da molto prima della visita della regina Margherita nel 1889. Altra prova a sostegno degli scettici di questa storia è presente all’interno del Regolamento della Commissione Europea che citando fonti storiche afferma che “Le pizze più popolari a Napoli erano la Marinara, nata nel 1734, e la Margherita, che venne offerta alla regina d’Italia in visita a Napoli nel 1889 proprio per il colore dei suoi condimenti che ricordano la bandiera dell’Italia, nata tra il 1796 e il 1810“. Una piccola diatriba che tuttavia, non ha mai preso piede tra la gente comune. Che tutt’oggi, e probabilmente per sempre, a chiunque gli venga voglia di chiedere le origini della pizza più iconica al mondo gli verrà raccontata la famosa leggenda. La storia di un pizzaiolo che con ingredienti semplici e genuini conquista la Regina del Regno con quella che passerà alla storia come la Regina delle pizze.
Leggi anche: Un'esplosione di sapore: Pizza Regina Bordo Ripieno
Il cuoco preparò ben presto 3 Pizze già molto popolari nella Città Partenopea: una Marinara, una Mastunicola (con olio, formaggio e basilico) e una con pomodoro e mozzarella. La Regina dopo aver provato le prime 2 pizze non era molto entusiasta.. Per quanto il mito sia avvincente, ecco la vera Storia della Pizza Margherita! Di vero nella leggenda c’è quindi il fatto che Esposito ha dato il nome alla Pizza in onore della Sovrana tuttavia il cuoco non ha inventato la Pizza, al massimo la moglie ha avuto l’idea geniale di aggiungerci una foglia di basilico.
Spesso ci si lamenta del fatto che negli ultimi anni le sperimentazioni stiano andando incontro a delle creazioni troppo differenti dalla tradizionale e originaria pizza napoletana, ma questa storia può far capire come la stessa Margherita sia nata proprio per dare un gusto più ricco e saporito alla schiacciata di pane.
La Prima Fonte Scritta: Un Affresco della Napoli Ottocentesca
2) La prima fonte scritta della pizza pomodoro e mozzarella Il letterato ed editore Francesco De Bourcard ne parla ad esempio nella sua grande opera “Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti”. Napoletano di origine svizzera, De Bourcard, dopo vent’anni di duro lavoro, pubblica nel 1858 un affascinante affresco della società napoletana, dalle sue usanze e tradizioni, alla sua cucina, ma soprattutto ai suoi personaggi tipici. Ed è proprio in questa raccolta di usi e costumi della Napoli ottocentesca, che troviamo la prima fonte scritta della pizza con mozzarella e pomodoro. Francesco De Bourcard le descrive così: “coperte di formaggio grattugiato e condite collo strutto, e vi si pone sopra qualche foglia di basilico. Si aggiunge delle sottili fette di mozzarella” e “talora si fa uso” del pomodoro. Dunque, la pizza pomodoro, mozzarella e basilico esisteva prima dell’infornata a corte di Raffaele Esposito, ma anche prima della pubblicazione dell’opera di Francesco De Bourcard.
Ingredienti Semplici per un Gusto Sincero
Ma quanto è buona la pizza Margherita? La bontà della pizza margherita avvolge i sensi e nutre l’anima. Il suo impasto soffice e croccante si sposa perfettamente con la freschezza del pomodoro e la cremosità della mozzarella. Ogni morso è un’esplosione di sapori, un viaggio culinario attraverso la tradizione italiana. Infine, il basilico aggiunge una nota di freschezza, completando l’armonia di gusti. La pizza margherita è un regalo per il palato, un abbraccio di autenticità che si scioglie in bocca. Ogni fetta rappresenta una festa di sapori e un momento di grande condivisione. La sua bontà travalica le barriere culturali e geografiche, conquistando il cuore di tutti coloro che la assaporano. È un piatto che racconta storie di famiglia, di tradizione e di amore per il cibo. La pizza margherita è un simbolo di gioia e di convivialità, capace di riunire le persone intorno a un tavolo, creando ricordi indimenticabili. Che sia croccante o morbida, la sua bontà è un regalo senza tempo, una gioia che si rinnova a ogni assaggio.
La Pizza nel Mondo: Un'Icona Globale
Dalla sua umile origine napoletana, la pizza ha conquistato il mondo. Con l’emigrazione italiana tra il XIX e il XX secolo, i pizzaioli portarono la loro arte oltre oceano, dando vita a nuove varianti locali. Negli Stati Uniti nacque la pizza in stile newyorkese, con una base più sottile e croccante, mentre a Chicago si sviluppò la celebre deep-dish pizza, una versione alta e ricca di condimenti. In Argentina, la pizza si fonde con le tradizioni locali, diventando più spessa e abbondante di formaggio.
Leggi anche: La storia e il sapore della Confettura di Prugne Regina Claudia
La prima notizia di una pizzeria negli Stati Uniti risale al 1894 e si limita a un nome e a un indirizzo: John Albani, 59½ di Mulberry Street, Manhattan. Da quel momento l’ascesa della pizza napoletana è inarrestabile, arrivando fino alla diffusione globale attuale. I pizzaioli d’Oltreoceano dovevano però risolvere un problema: come farcire la pizza? Gli stili tradizionali, con i pesciolini freschi e strutto, erano difficili da trovare e non erano amati in Usa. Andavano alla grande, invece, i condimenti usati per la pasta dagli immigrati: pomodori in scatola (che sostituiscono i freschi), formaggio e olio. La conserva in barattolo sostituì il pomodoro fresco e per i primi tempi la mozzarella passò il testimone a formaggi più stagionati. Vista la grande richiesta, anche negli Stati Uniti iniziò una produzione di pomodoro in scatola e soprattutto di formaggi freschi che non potevano essere importati via mare. Da quel momento la Margherita si avviò a diventare un vero e proprio simbolo della pizza italo-americana. A partire dal Secondo Dopoguerra, quando è stato ridefinito lo scacchiere geopolitico mondiale, l’intera Europa è entrata nella sfera di influenza americana sotto molti punti di vista, incluso quello gastronomico. Uno degli effetti è stata la grande spinta all’apertura di pizzerie in tutto il Vecchio Continente, alcune esplicitamente a servizio delle truppe statunitensi di stanza all’estero.
Oggi, la pizza è un fenomeno globale: dalle pizzerie artigianali ai fast food, è impossibile trovare un angolo del mondo dove non venga apprezzata e reinventata.