Il genere cinematografico dello spaghetti western, noto anche come "western all'italiana" o "eurowestern", ha avuto un impatto significativo sulla storia del cinema, specialmente tra il 1962 e il 1976, periodo in cui sono stati prodotti o co-prodotti in Italia oltre 450 film western. Se si includono le produzioni western tedesche, spagnole e francesi, il numero supera i 500 film. Questo periodo ha visto l'Italia diventare un centro nevralgico per la produzione di western, in particolare a Roma, a partire dalla metà degli anni '60.
Nascita e Popolarità del Genere
Negli anni '60, l'industria hollywoodiana del western era in declino. La percentuale di film western prodotti negli Stati Uniti era scesa dal 34% nel 1950 al 9% nel 1963, con una diminuzione dei film prodotti da circa 150 a circa 15. Di fronte a questa scarsità, i cineasti europei iniziarono a produrre western nei propri territori, rivitalizzando un genere che stava invecchiando. Il successo dei film di 'Winnetou il guerriero' in Germania dimostrò che esisteva una domanda per produzioni interne di questo tipo.
Anche l'Italia aveva una tradizione di produzioni western sin dall'epoca del muto, con film sui cowboy e sui butteri maremmani. I fumetti italiani come Tex, Cocco Bill e Pecos Bill avevano reso familiare il western hollywoodiano sin dagli anni '40. La prima 'horse opera' degna di nota fu La fanciulla del West di Giacomo Puccini, presentata nel 1910 al Metropolitan di New York.
Il Ciclo dei Film e il Successo di Sergio Leone
Il cinema popolare italiano era caratterizzato da cicli di film che sfruttavano rapidamente un genere di successo. Dopo il successo europeo di Per un pugno di dollari (1964) di Sergio Leone, con Clint Eastwood, il ciclo western all'italiana decollò, diventando il più eclatante e duraturo di tutti.
Per un pugno di dollari fu prodotto in un periodo di crisi per l'industria cinematografica italiana, con gli americani che avevano lasciato gli studi italiani, le grandi società di produzione in difficoltà e una crisi di fiducia da parte delle banche. Il western, tuttavia, offrì una risposta irriverente al genere hollywoodiano, realizzata da un regista che amava i western tradizionali ma odiava ciò che erano diventati.
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L'industria italiana, in quanto piccola esportatrice regionale di media e grande importatrice di media americani, era in grado di produrre forme culturali ibride che mescolavano le storie hollywoodiane con le influenze locali. La sostituzione del genere epico-mitologico con il western rifletteva i cambiamenti nella società italiana, con un eroe che affrontava gli ostacoli con astuzia e destrezza nell'uso delle armi.
Caratteristiche Distintive dello Spaghetti Western
Il western all'italiana presentava un crescendo di azione che culminava in esplosioni di violenza, un uso retorico della cinepresa, un'ambientazione in zone di confine del Sud-Ovest americano, memorabili partiture musicali con orchestrazioni inusuali e suoni naturali amplificati. I duelli erano preceduti da attacchi di tromba o boleri con chitarre spagnole.
Gli esterni venivano spesso girati nei deserti e nei villaggi di case di mattoni e paglia attorno ad Almeria, in Spagna, per la loro somiglianza con l'Arizona e il New Mexico. La Spagna offriva un contesto produttivo ben sviluppato, con teatri di posa, laboratori, registi, artigiani, guardiani di cavalli, stuntmen e attori robusti.
I primi western italiani erano copie a basso costo della serie di Winnetou o delle avventure hollywoodiane sui cowboy e gli indiani. In molti di questi film, i componenti delle troupe si nascondevano dietro pseudonimi anglofoni.
Dopo Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più (1965), entrambi di Leone, emersero caratteristiche tipicamente italiane. Il 'Joe' di Clint Eastwood, il 'Django' di Franco Nero, il 'Ringo' di Giuliano Gemma, 'Lo straniero' di Tony Anthony e il 'Sartana' di Gianni Garko erano in competizione con altri pistoleri solitari. Vi furono sedici Django, quattordici Ringo, quattordici Sartana, e così via.
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L'intreccio standard prevedeva il pistolero solitario che attraversava un villaggio dominato da fazioni in conflitto, venendo malmenato prima di sconfiggere il cattivo. Il pistolero era abbigliato in modo distinto, con il volto non rasato, un cappello calato sugli occhi e un cigarillo.
Per qualche dollaro in più introdusse il rapporto tra un pistolero anziano e uno più giovane e un intreccio basato sulla vendetta, che preparò la strada alla fase dei western sulla rivoluzione messicana.
Diversificazione del Genere
Il western all'italiana si diversificò in varie tipologie, tra cui 'western horror', 'western musicali' e 'western commedia', come Lo chiamavano Trinità (1970) e …Continuavano a chiamarlo Trinità (1971), interpretati da Terence Hill e Bud Spencer.
Il ciclo si concluse con Il mio nome è Nessuno (1973) di Tonino Valerii e con il western antirazzista Keoma (1976) di Enzo G. Castellari. Dopo queste variazioni, i western all'italiana si esaurirono e furono soppiantati dai film gialli e polizieschi.
Registi Chiave dello Spaghetti Western
Oltre a Sergio Leone, molti altri registi hanno contribuito al successo del genere spaghetti western. Tra questi figurano:
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- Sergio Corbucci: Noto per film come Django (1966) e Il grande silenzio (1968), Corbucci ha portato una violenza più esplicita e atmosfere cupe al genere.
- Sergio Sollima: Regista di film politici come La resa dei conti (1966) e Faccia a faccia (1967), Sollima ha esplorato temi sociali e politici attraverso il western.
- Giulio Petroni: Conosciuto per Tepepa (1969), Petroni ha affrontato temi rivoluzionari e conflitti etici.
- Tonino Valerii: Regista di Il mio nome è Nessuno (1973), Valerii ha creato un film che riflette sui rapporti tra i western hollywoodiani e quelli italiani.
- Enzo Barboni (E.B. Clucher): Autore di Lo chiamavano Trinità (1970) e …Continuavano a chiamarlo Trinità (1971), Barboni ha introdotto l'elemento comico nel genere, lanciando la coppia Terence Hill e Bud Spencer.
- Duccio Tessari: Regista di Il ritorno di Ringo (1965), Tessari ha rivisitato l'Odissea in chiave western.
- Carlo Lizzani: Autore di Un fiume di dollari (1966) e Requiescant (1967), Lizzani ha sperimentato con il genere western.
L'Eredità dello Spaghetti Western
Nonostante le critiche iniziali, lo spaghetti western ha influenzato molti registi successivi, tra cui Quentin Tarantino, che ha omaggiato il genere in film come Django Unchained. Il genere ha anche contribuito a definire un'estetica e uno stile unici nel cinema western, con la sua violenza stilizzata, le ambientazioni suggestive e le memorabili colonne sonore di Ennio Morricone.
Il successo dello spaghetti western ha dimostrato che anche un non americano poteva girare western convincenti, aprendo la strada a una maggiore diversità nel genere. I film western all'italiana hanno continuato a essere apprezzati per la loro originalità, il loro stile distintivo e la loro capacità di reinventare il genere western.
Lista di Spaghetti Western da Vedere Assolutamente
Ecco una lista di spaghetti western essenziali, che include sia i classici che le gemme nascoste:
- Il buono, il brutto, il cattivo (Sergio Leone, 1966)
- C’era una volta il West (Sergio Leone, 1968)
- Per qualche dollaro in più (Sergio Leone, 1965)
- Il grande silenzio (Sergio Corbucci, 1968)
- Per un pugno di dollari (Sergio Leone, 1964)
- Django (Sergio Corbucci, 1966)
- La resa dei conti (Sergio Sollima, 1966)
- Da uomo a uomo (Giulio Petroni, 1967)
- Il mercenario (Sergio Corbucci, 1968)
- Giù la testa (Sergio Leone, 1971)
- Quien Sabe? (Damiano Damiani, 1966)
- I giorni dell’ira (Tonino Valerii, 1967)
- Faccia a faccia (Sergio Sollima, 1967)
- Il mio nome è Nessuno (Tonino Valerii, 1973)
- Lo chiamavano Trinità (E.B. Clucher, 1970)
- Continuavano a chiamarlo Trinità (E.B. Clucher, 1971)
- Vamos a matar, compañeros (Sergio Corbucci, 1970)
- Il ritorno di Ringo (Duccio Tessari, 1965)
- Se sei vivo spara (Giulio Questi, 1967)
- Corri uomo corri (Sergio Sollima, 1968)
- I quattro dell’Ave Maria (Giuseppe Colizzi, 1968)
- Tepepa (Giulio Petroni, 1969)
- Navajo Joe (Sergio Corbucci, 1966)
- Il grande duello (Giancarlo Santi, 1972)
- Blindman (Ferdinando Baldi, 1971)
- Hey amico, c’è Sabata: hai chiuso! (Gianfranco Parolini, 1969)
- Prega il morto e ammazza il vivo (Giuseppe Vari, 1971)
- Oggi a me… domani a te (Tonino Cervi, 1968)