Le recenti discussioni attorno a marchi storici come La Molisana hanno messo in luce quanto il nostro passato culturale e storico sia ancora vivo e presente nella nostra quotidianità, anche attraverso un elemento semplice come la pasta. L'Italia è un paese ricco di storia, cultura e tradizioni, elementi che inevitabilmente si riflettono in ogni aspetto della nostra vita, compreso il cibo. La pasta, in particolare, è un prodotto che ci è caro e intriso della nostra identità culturale.
La Pasta: Un Simbolo di Cultura, Tradizione e Creatività Italiana
La pasta è molto più di un semplice alimento; è un simbolo della cultura, della tradizione e della creatività italiana. Quale modo migliore di dare dignità a un prodotto così simbolico, se non quello di attribuirgli ulteriore significato attraverso i nomi dei suoi formati? Ben vengano dunque qualunque nome, dalle storiche mafalde sabaude, agli ironici strozzapreti, senza disdegnare i doppi sensi che circondano gli ambigui ditalini.
Origini Antiche: Dalla Lagana Greco-Romana alla Pasta Moderna
La storia della pasta affonda le sue radici in tempi antichi. Sembra che la sua discendenza arrivi in linea diretta dalla lagana greco-romana, "laganoz" in greco, così come la stessa parola pasta, da "pastè", con cui si indicava una sottile sfoglia farcita e cotta al forno. La pasta secca, lunga o corta, sarebbe invece da far risalire alle trie, o le "itrija" del mondo arabo, che venivano confezionate a Trabia (Palermo).
Alberto Capatti e Massimo Montanari, nel loro "La cucina italiana", descrivono una storia antica quella della pasta, che dal momento della sua nascita è diventata il piatto più diffuso e amato tra quanti abbiano calpestato quello che al tempo era soltanto uno stadio embrionale dell’italico suolo.
Uno dei primi punti di svolta si ha nel basso Medioevo, quando si diffonde il termine maccheroni, da "maccari", schiacciare, usato per indicare genericamente tutti i tipi di pasta ottenuti dalla lavorazione della semola di grano duro e poi, nell’Ottocento, per ribattezzare gli spaghetti e assurgere a sinonimo stesso di pasta. Una lunga evoluzione quella intercorsa tra il momento della sua creazione e l’utilizzo ai giorni nostri, basti pensare che tra il XIV e XV secolo si contavano già più di 120 formati. Oggi se ne attestano diverse centinaia, giocoforza che per battezzare ognuno di essi si sia dovuti ricorrere a riferimenti storici, parentesi goliardiche e vari espedienti che alludevano all’attualità del tempo.
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Nomi di Pasta: Tra Storia, Ironia e Leggenda
Nel corso dei secoli, i nomi dei formati di pasta hanno attinto a diverse fonti di ispirazione, tra cui la storia, l'ironia e la leggenda. Impossibile non citare le famigerate "abissine" che, come riportato nell’archivio storico di Barilla, devono il loro nome allo storico sbarco nella Baia di Assab del 1882, o i recentissimi "cellentani", nati per errore di una trafila negli anni ’70 e tributati all’omonimo artista.
Si sfiora perfino la leggenda in casi come quello degli "strozzapreti", in cui si tramanda che le massaie inventarono questo piatto da offrire all’inviso clericale quando esso si recava nelle loro abitazioni per riscuotere i tributi; pietanza così buona, da indurre il malcapitato a ingozzarsi fino a strozzarsi.
Spaghetti Doppi: Un Esempio di Nomenclatura e Significato
Concentrandoci sugli "spaghetti doppi", il nome evoca immediatamente l'immagine di uno spaghetto di diametro maggiore rispetto a quello tradizionale. Tuttavia, la denominazione può anche alludere a un doppio significato, un gioco di parole o un riferimento culturale specifico.
Ziti: Un Formato di Pasta con un Doppio Significato
Un esempio interessante di pasta con un doppio significato è rappresentato dagli ziti. Gli ziti sono un tipo di pasta di farina di grano duro, la cui forma allungata e tubolare è cava, per poter accogliere al meglio i condimenti. All’aspetto somigliano ai bucatini (soprattutto perché sono lisci in superficie), ma hanno dimensioni notevolmente maggiori nel diametro. Ne esiste comunque una versione rigata, meno diffusa. Gli ziti sono un formato di pasta lunga, ma secondo la tradizione vengono spezzati a mano - quindi in maniera irregolare - poco prima della cottura. Il loro nome ha un doppio significato: nelle regioni del sud Italia, "zito" può indicare sia il fanciullo che la donna fidanzata.
Non Indignarsi, ma Rileggere: La Pasta come Simbolo Trascendente
Ha davvero senso indignarsi per quei formati percepiti come politicamente scorretti, o il cui nome è stato attinto dalle pagine di storia? A noi sembra più giusto rileggere ogni dato alla luce delle circostanze del tempo e individuare nella pasta un simbolo che trascenda tutto ciò.
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La pasta è il manifesto dell’Italia, una nazione che ha vissuto momenti di luce e di ombra come qualunque altra, ma che per sapore ed estro creativo si è sempre distinta tra tutte. Come disse Giuseppe Prezzolini nel suo Maccheroni & C.: “che cos’è la gloria di Dante appresso a quella degli spaghetti? L’opera di Dante è il prodotto di un singolare uomo di genio, mentre gli spaghetti son l’espressione del genio collettivo del popolo italiano, il quale ne ha fatto un piatto nazionale."
La Ricchezza del Vocabolario Dialettale Napoletano: Un Esempio di Profondità Culturale
Il dialetto napoletano, con la sua ricchezza di espressioni e sfumature, offre un esempio di come la cultura popolare possa arricchire il significato di un semplice piatto di pasta.
Magnarse ‘e Maccarune: Un'Espressione Napoletana Ricca di Significato
L'espressione "magnarse ‘e maccarune", che letteralmente significa "mangiare i maccheroni", è un'espressione napoletana usata per rendere l'italiano: capire l’antifona, fiutare il pericolo prossimo, mettendosi in guardia.
La locuzione nasce dalla considerazione che gli abitanti del circondario partenopeo, accreditati di scarso acume, erano detti mangiafoglie, mentre i cittadini che si ritenevano piú scaltri erano detti mangiamaccheroni; per cui mangiarsi i maccheroni equivaleva, nell’inteso cittadino, ad essere scaltri, capaci di accorgersi di ciò che stesse per accadere, non facendosene cogliere di sorpresa.
Altre Espressioni Napoletane Legate alla Pasta
- Maccarune ‘e zite: maccheroni da ragazze da marito; tali lunghi e doppi maccheroni venivano usati nei pranzi di nozze delle cosiddette zite (ragazze da marito).
- Bucatine - pirciatielle: bucatini - foratini; poiché la voce verbale bucare (perforare) non è napoletana, se ne deduce che tra bucatine e pirciatielle la pasta piú tipicamente partenopea sia la seconda, atteso che il verbo bucare (perforare) è reso in napoletano con la voce pircià (che è dall’antico francese percer) da cui derivano ‘e pirciatielle che ci occupano.
- Mezzane: tipo di pasta cilindrica doppia e corta.
- Maltagliate: tipo di pasta simile alla precedente dalla quale si differenzia per aver, questa a margine le estremità tagliate, non perpendicolarmente rispetto all’asse minore, ma in maniera obliqua, tal quale le antiche penne d’oca usate per la scrittura.
- Mezzanelle/mezzanielle: formato di pasta molto simile ai pirciatielli, sebbene di calibro piú doppio.
- Spavette: spaghetti.
- Vermicielli: vermicelli (dim. di verme) = pasta alimentare secca del tipo degli spaghetti, ma di calibro leggermente piú spesso.
- Linguine - lengue ‘e passere: tipo di pasta alimentare secca, lunga e sottile, simile a tagliatelle molto strette.
- Tagliarelle - tagliuline: fettucce - fettuccine che corrispondono ad un dipresso alle tagliatelle e tagliolini che invece son paste alimentari fresche, all’uovo ricavate da una cosiddetta pettola (la voce napoletana pettola è quella che rende l’italiana sfoglia.
- Lagane e laganelle: fettuccine piú o meno larghe.
- Manfredi: un tipo particolare di laganelle larghe circa due cm. ed andulate per tutta la lunghezza dei due bordi.
- Don Ciccillo ‘ncruvattato: letteralmente: don Franceschino con la cravatta che sono dei grossi tubettoni.
- Tubbette e tubbettielle: pasta corta cilindrica piú o meno grande con derivazione diminutiva e/o vezzeggiativa dalla voce tubo.
- Anellette: cosí chiamati per aver la forma di piccoli anelli.
- Semmenze ‘e mellone: cosí chiamati per aver la forma dei semi del melone.
- Sturtine: il cui nome deriva dal fatto che detta pasta à la forma di un tubicino di piccolissimo calibro, piegato a mo’ d’archetto tal d’apparire storto/stuorto.
- Rosamarina: cosí chiamati per aver la forma degli aghi del rosmarino.
- Ponte d’aco: punte di ago: è un tipo di pasta secca alimentare di formato piccolissimo, lanceolato tal quale le punte degli aghi.
- Acene ‘e pepe: altro tipo di pasta secca alimentare di formato piccolissimo usato soprattutto per l’alimentazione di bambini piccoli e sdentati, non necessitando, per esser deglutito, di lunga e faticosa masticazione; va da sé che il nome gli deriva dal fatto di somigliare quasi ai piccoli acini/acene di pepe.
Maccarone: Da Pasta a Persona Sciocca
Con la voce generica maccarone, nella parlata napoletana si intende per traslato ed estensivamente la persona sciocca, il babbeo, lo stupido, anche se in tale accezione il napoletano suole dire: maccarone senza pertuso, e cioè maccherone non bucato nella convinzione che la pasta secca alimentare migliore sia quella lunga doppia, ma forata come zite, perciatelli etc., mentre spaghetti, vermicelli, fettuccine e similari siano di qualità inferiore; tanto è vero che s’usa dire: meglio unu maccarone ‘e zite ca ciente vermicielle ! di talché lo sciocco, il babbeo è ‘nu maccarone che sia però senza pertuso (= buco, foro da un lat. pertusiu(m) derivato di pertundere).
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Maccarone sàuteme ‘ncanna!: Un'Espressione di Inettitudine
"Maccarone sàuteme ‘ncanna!" (maccherone saltami in gola!) detto di chi sia cosí tanto inetto, svogliato ed incapace di fare qualcosa.
Altri Nomi di Pasta e Loro Significato
Oltre agli esempi napoletani, esistono numerosi altri nomi di pasta che derivano da diverse fonti e hanno significati interessanti:
- Nnapellini: Bologna. Etimo sconosciuto.
- Napoleoni: Dalla moneta così denominata. Infatti i primi Napoleoni furono coniati dalla Repubblica Francese nel 1803, con l’immagine di Napoleone Primo Console.
- Nastri: Significato ovvio.
- Natalini: Si adoperano per la cena di magro della Vigilia di Natale. Significato ovvio.
- Nebbie: Significato ovvio.
- Nicchie: Toscana e Italia centrale. Dal termine lessicale metaforico maschile usato per indicare la vulva femminile.
- Nocche: Dalla voce meridionale nocca = “nastro annodato”
- Occhi di lupo: Significati ovvii.
- Orecchiette: Puglia. Le orecchiette si preparano tagliando la pasta, fatta con farina di semola di grano duro e acqua, a pezzetti grandi come fagioli. Questi sono strascinati, con la punta di un dito o di un coltello, sulla spianatoia formando così una conchiglietta con il bordo molto sottile, che viene successivamente rovesciato verso l’esterno. Prendono il nome dalle orecchie.