Nel cuore dell'Abruzzo, precisamente a Castelnuovo Vomano, si cela un luogo dove la pizza trascende la semplice definizione di cibo, elevandosi a narrazione, identità e forma d'arte. Questa è la storia di Don Franchino, un pizzaiolo la cui passione e dedizione lo hanno portato a conquistare riconoscimenti internazionali e a lasciare un'impronta indelebile nel mondo della pizza.
Le Radici e l'Ascesa di un Maestro Pizzaiolo
La storia di Don Franchino affonda le sue radici nella sede storica di Castelnuovo Vomano, un luogo che incarna la tradizione e l'amore per il territorio abruzzese. Dai primi impasti realizzati in questo piccolo centro, Don Franchino ha saputo coltivare il suo talento naturale e la sua vocazione all'eccellenza, raggiungendo traguardi prestigiosi che testimoniano la sua passione e professionalità.
Oltre a essere un maestro pizzaiolo, Don Franchino è anche giudice di gara nei campionati mondiali della pizza che si tengono in città come New York, Parigi, Mosca e Las Vegas. La sua competenza e il suo amore per l'arte della pizza lo hanno portato a ricoprire anche il ruolo di istruttore dell'Accademia Pizzaioli Italiana, contribuendo a formare nuove generazioni di pizzaioli.
Un Dialogo Universale Attraverso la Pizza
L'arte di Don Franchino non si limita alla creazione di semplici pizze, ma si estende alla realizzazione di vere e proprie opere gastronomiche che hanno saputo conquistare il plauso di figure di rilievo nel mondo dell'arte e della gastronomia. Tra questi, spiccano il critico d'arte Vittorio Sgarbi, il giornalista Mediaset Paolo Di Mizio, lo chef RAI Alessandro Circiello e lo chef stellato Heinz Beck, con cui ha collaborato per un innovativo progetto bakery a Dubai.
Un momento particolarmente significativo nella carriera di Don Franchino è stato l'incontro con Papa Giovanni Paolo II e Papa Francesco, ai quali ha dedicato due creazioni speciali che incarnano il suo straordinario talento culinario. In questo modo, Don Franchino ha trasformato la pizza in uno strumento di dialogo universale, capace di unire culture e tradizioni diverse. Nel maggio del 2003, per Papa Giovanni Paolo II, realizzò una rappresentazione biblica in cui si parla di pizza - o meglio, di focacce - e pensò alla ormai famosa “Stella Alpina”, con vellutata di ortica, pomodorino Pachino sbucciato e caramellato, e Ventricina teramana. La chiamò “Stella Alpina” perché il Papa era molto legato alle montagne appenniniche d’Abruzzo. Nel 2013, per Papa Francesco, creò una pizza con crema di castagne, pecorino di Farindola e marmellata di cipolle rosse di Tropea: una ricetta semplice, come la figura “semplice” e limpida che il Pontefice trasmetteva fin dal primo momento.
Leggi anche: Authentic Gluten-Free Pizza
L'Abruzzo in Vetrina: Tradizione e Innovazione
La presenza di Don Franchino nelle principali reti televisive, compreso il celebre programma "La Prova del Cuoco" di Antonella Clerici, ha contribuito a portare il gusto autentico dell'Abruzzo sotto i riflettori. Attraverso ogni ricetta, Don Franchino racconta una storia fatta di ricerca, rispetto per la materia prima e cura dei dettagli, elementi che caratterizzano la sua filosofia culinaria.
La pizzeria di Don Franchino, aperta tutto l'anno, accoglie viaggiatori e buongustai da ogni parte del mondo, offrendo loro un'esperienza culinaria unica che trasforma ogni assaggio in un ricordo indelebile. Incontrarlo significa entrare in contatto con un uomo che impasta con le mani, ma lavora soprattutto con il cuore, mettendo passione e dedizione in ogni sua creazione.
Intervista Esclusiva a Maurizio Cardelli: Eredità e Futuro
Maurizio Cardelli, uno degli eredi di questa grande dinastia, ci offre uno sguardo privilegiato sulla storia e la filosofia di Don Franchino.
Dalla piccola Castelnuovo Vomano ai campionati mondiali di pizza a New York e Las Vegas: qual è stato il momento in cui ha capito che la sua arte culinaria stava conquistando il mondo?
"Ho avuto, insieme a mio padre, la fortuna di girare il mondo con il nostro lavoro e con la nostra pizza. Abbiamo visitato Paesi dagli Stati Uniti alla Russia, passando per gli Emirati Arabi Uniti. Sono state esperienze importantissime, non solo dal punto di vista professionale, ma soprattutto umano, poiché ti aprono il cuore e la mente, e - come dico sempre io - ti offrono l’opportunità di apprendere cose nuove e quindi di crescere. Viaggiando, abbiamo sempre cercato di riportare nella nostra “piccola pizzeria di campagna”, come amo definirla, il meglio di ciò che abbiamo appreso in questi 30 anni. Non ci sentiamo affatto “conquistatori del mondo”, anzi: abbiamo ancora tanto da imparare e da migliorare. Stiamo però coltivando, già da circa due anni, un nuovo progetto per portare la nostra pizza, attraverso la GDO, nelle case di tutti gli italiani - almeno per il momento. A questo proposito, desidero ringraziare il mio collaboratore e braccio destro in questa incredibile avventura - considerata da molti folle e irrealizzabile - il signor Cesare Scatena, che grazie alla sua lunga esperienza nel settore ci sta accompagnando e sostenendo enormemente nello sviluppo di questo sogno."
Incontrare due Papi e dedicare loro una pizza non è cosa da tutti: come nasce l’ispirazione per una creazione così speciale?
"Mio padre credo sia stato l’unico pizzaiolo al mondo ad aver creato una pizza per tre Pontefici. Qualche mese fa, con l’elezione di Papa Leone XIV, ho ideato una ricetta con ingredienti legati alla sua persona e alla sua terra d’origine, gli Stati Uniti d’America. Grazie anche allo straordinario lavoro dei nostri collaboratori, siamo riusciti a creare una pizza originale e un po’ bizzarra, e speriamo di poterla presentare direttamente a Lui il prossimo inverno. Queste ispirazioni legate ai Papi nascono dalla forte vocazione che mio padre ha sempre avuto verso la Chiesa cattolica."
Leggi anche: Pizza Senza Lievito: Ricetta e Calorie
Quali sono gli ingredienti per la pizza perfetta?
"La pizza perfetta, dico sempre io, non esiste. Esistono le pizze perfette, perché ognuno di noi riconosce come “perfetta” la propria preferita."
La sua pizzeria è aperta tutto l’anno e accoglie visitatori da ogni parte del mondo: qual è il segreto per trasformare un semplice pasto in un ricordo indelebile?
"Siamo aperti tutto l’anno nella sede storica di Castelnuovo Vomano, in Abruzzo, e da cinque anni anche a San Benedetto del Tronto, nelle Marche, dove mio fratello Marco gestisce la seconda sede, anch’essa aperta tutto l’anno. Accogliamo visitatori da tutto il mondo e cerchiamo non solo di servirgli una pizza, ma di regalare un’esperienza e un ricordo indelebile. Credo che sia proprio questo l’ingrediente per la pizza perfetta. E, a proposito di ricordi indelebili, voglio svelarvi un nuovo progetto su cui stiamo lavorando da un po’: dopo la bellissima esperienza della scorsa stagione, in cui siamo stati sponsor del Monza Calcio e abbiamo collaborato nell’area hospitality - e qui ringrazio di cuore il direttore commerciale Fabio Aureli, per me come un fratello maggiore, che ha subito creduto nel nostro progetto e ci ha dato la possibilità di farci conoscere nella prestigiosa vetrina della Serie A - abbiamo deciso di ideare un nuovo modo di vivere lo stadio. Il progetto prevede di permettere ai tifosi di pranzare o cenare comodamente durante la partita, direttamente all’interno dell’impianto. Ringrazio il presidente del Pescara Calcio, Daniele Sebastiani - amico e grande dirigente sportivo - che ha sposato l’idea, consentendoci di testarla proprio a Pescara, il primo stadio in Italia a offrire questa opportunità. Speriamo che presto possa essere disponibile in tutti gli impianti sportivi del Paese. Il mio augurio più sincero è che la nostra piccola realtà possa crescere negli anni e continuare a deliziare non solo il palato, ma soprattutto il cuore dei nostri clienti. E voglio ringraziare soprattutto una persona: la mia compagna, Simona Giostra, l’unica che è sempre presente, nei momenti belli e soprattutto in quelli più duri. È grazie a lei se tante iniziative, progetti, idee e ricette vedono la luce. È una donna meravigliosa e ringrazio il cielo ogni giorno per avermela fatta incontrare. Si dice che dietro ogni grande uomo ci sia sempre una grande donna."
Ingredienti e Segreti per una Pizza Indimenticabile
La pizza, nella sua semplicità, racchiude un universo di sapori e tradizioni. La scelta degli ingredienti, la preparazione dell'impasto e la cottura sono elementi fondamentali per creare un'esperienza gastronomica unica.
L'Impasto: Cuore della Pizza
L'impasto è l'elemento fondamentale della pizza, e la sua preparazione richiede cura e attenzione. Per preparare un impasto speciale, si può seguire la ricetta di Gino Sorbillo, il principe della pizza napoletana:
- Sciogliere il lievito nell'acqua in una ciotola.
- Aggiungere una prima parte di farina e impastare con un cucchiaio/mestolo.
- Continuare ad aggiungere la farina gradualmente.
- Unire il sale.
- Trasferire l'impasto su un piano di lavoro e lavorarlo a mano.
- Aggiungere la farina rimanente e impastare energicamente per qualche minuto.
- Porre l'impasto in un recipiente coperto da una pellicola di plastica e lasciare lievitare per quattro ore.
- Dividere la pasta in pagnotte da circa 280 g ciascuna e far riposare per altre quattro ore.
- A questo punto, la pasta sarà pronta per essere lavorata e trasformata in dischi di pizza.
Gli Ingredienti: Sinfonia di Sapori
La scelta degli ingredienti è fondamentale per creare una pizza che soddisfi il palato e che racconti una storia. Don Franchino, ad esempio, utilizza ingredienti freschi e di alta qualità, privilegiando i prodotti del territorio abruzzese.
Leggi anche: La tradizione di Mondo Pizza
Tra gli ingredienti più utilizzati nella pizza napoletana, spiccano il pomodoro San Marzano, la mozzarella di bufala campana, l'olio extravergine d'oliva, il basilico fresco e l'aglio. La combinazione di questi ingredienti semplici e genuini crea un'armonia di sapori che conquista il palato e che evoca le tradizioni culinarie del Sud Italia.
La Cottura: Rito Ancestrale
La cottura nel forno a legna è un rito ancestrale che conferisce alla pizza un sapore unico e inconfondibile. Il calore intenso del forno a legna cuoce la pizza in pochi minuti, creando una crosta croccante e un interno morbido e fragrante.
La cottura nel forno a legna richiede esperienza e maestria, ma il risultato finale è una pizza che conquista il palato e che evoca le tradizioni culinarie del passato.
Oltre la Pizza: Storie di Riscatto e di Passione
La pizza non è solo un piatto da gustare, ma anche un simbolo di riscatto e di passione. La storia di Jurgen Verbofshi, il "Miglior pizzaiolo emergente del Nord", ne è un esempio.
Jurgen ha avuto un passato difficile, segnato da errori e da scelte sbagliate. Tuttavia, grazie alla sua passione per la pizza e alla sua determinazione, è riuscito a riscattarsi e a costruire un futuro migliore.
La sua pizzeria, "I bravi ragazzi", è un luogo dove la pizza diventa un simbolo di rinascita e di speranza, un invito a non arrendersi mai e a credere sempre nelle proprie capacità.
La Pizza: Un Patrimonio Culturale da Proteggere
La pizza è un patrimonio culturale italiano da proteggere e valorizzare. La sua storia, le sue tradizioni e i suoi sapori rappresentano un'eccellenza del Made in Italy che va preservata e tramandata alle future generazioni.
L'arte dei pizzaioli napoletani, riconosciuta dall'UNESCO come patrimonio immateriale dell'umanità, è un tesoro da custodire e da promuovere in tutto il mondo. La pizza, con la sua semplicità e la sua genuinità, è un simbolo di convivialità e di condivisione, un invito a stare insieme e a celebrare la vita.