Palazzo Dolci a Bergamo: Storia, Architettura e Trasformazioni

Il Palazzo Dolci, situato a Bergamo, rappresenta un esempio significativo di architettura eclettica del XIX secolo, testimone delle trasformazioni urbane e sociali della città. La sua storia si intreccia con quella di importanti famiglie nobiliari e con lo sviluppo urbanistico di Bergamo Bassa.

Origini e Contesto Storico

Il territorio di Bergamo, ricco di storia, affonda le sue radici in epoca romana, come dimostrano i ritrovamenti lungo l'antica via Francesca. Nel Medioevo, Bergamo fu coinvolta nelle dinamiche tra guelfi e ghibellini, e successivamente passò sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Questo periodo storico ha lasciato un'impronta significativa sull'architettura e sull'urbanistica della città, con la costruzione di numerosi palazzi e chiese di notevole pregio.

Palazzo Dolci: Un'Elegante Dimora Ottocentesca

Palazzo Dolci, eretto tra il 1870 e il 1879, si distingue come un segno architettonico dominante all'incrocio tra via Paleocapa e viale della Stazione (oggi viale Papa Giovanni XXIII). Questo edificio in stile eclettico è composto da più fabbricati, per un totale di 8500 metri quadrati, che si affacciano anche su via Guglielmo d’Alzano. La parte più conosciuta e prestigiosa è quella all’angolo tra via Paleocapa e viale Papa Giovanni XXIII.

Evoluzione e Funzioni nel Tempo

Nei primi decenni del Novecento, Palazzo Dolci ospitava la sede del Piccolo Credito Bergamasco. Oggi, l'edificio è sede dell'hotel Mercure, il cui ingresso si trova a pochi passi dal punto in cui posano l’uomo e il bambino della foto d’epoca, ed è ancora ben riconoscibile. Questa trasformazione riflette i cambiamenti sociali ed economici della città, con il passaggio da funzioni bancarie a quelle turistiche e ricettive.

Architettura e Stile Eclettico

Palazzo Dolci rappresenta un esempio di architettura eclettica, uno stile che combinava elementi di diversi periodi storici e movimenti artistici. Questo approccio architettonico era tipico del XIX secolo, un'epoca di grande fermento culturale e di sperimentazione stilistica. L'edificio presenta elementi neoclassici, come le colonne e i frontoni, combinati con dettagli decorativi di ispirazione rinascimentale e barocca.

Leggi anche: Il Palazzo della Pizza: storia e sapore

Il Contesto Urbano: Viale Papa Giovanni XXIII e la Trasformazione di Bergamo Bassa

Palazzo Dolci si inserisce nel contesto del viale Papa Giovanni XXIII, un'arteria fondamentale per lo sviluppo di Bergamo Bassa. Questo viale, precedentemente noto come viale Roma e viale Stazione, ha subito importanti trasformazioni nel corso del tempo, con la costruzione di nuovi edifici e l'insediamento di attività commerciali e residenziali. La presenza di Palazzo Dolci ha contribuito a definire l'identità architettonica del viale, diventando uno dei suoi simboli più riconoscibili.

Palazzo Terzi Dolci: Un Precursore Settecentesco

Prima della costruzione di Palazzo Dolci, esisteva Palazzo Terzi Dolci, un imponente complesso settecentesco citato dallo storico Cesare Cantù come una delle ville più note della bergamasca e definito “Villa di delizie”. È probabile che originariamente il palazzo appartenesse alla nobile famiglia Del Negro, l’ultimo discendente della quale è Giovan Battista Del Negro. La villa passò poi ai parenti Alessandri, che già possedevano un palazzo sulla stessa via, e più precisamente alla contessa Giulia Alessandri, che aveva sposato nel 1747 il marchese Antonio Terzi. Il figlio di costui, Luigi, nel 1769 sposa la contessa Maria Malabaila di Canale, eredita il palazzo di Mornico e decide di sistemarlo.

La costruzione è suddivisa su tre livelli. L’ala nord, ancora abitata, presenta sul davanti un porticato le cui arcate a tutto sesto del poggiano su colonne tuscaniche e una sequenza di sale con volte a stucco all’interno. A nord del palazzo sorge un casino, il padiglione di caccia, probabilmente anch’esso progettato da Giacomo Quarenghi. Il padiglione è a pianta rettangolare, a due piani collegati da una scaletta a chiocciola in pietra inserita in una torre cilindrica che dà accesso ad un loggiato e ad una piccola sala.

Il Padiglione di Caccia e Giacomo Quarenghi

Nell’ampio brolo a nord del palazzo, ora lottizzato con ville, sorge un padiglione di caccia, forse progettato da Giacomo Quarenghi. Si tratta di un piccolo edificio a pianta rettangolare a due piani collegati da una scaletta a chiocciola in pietra inserita in una torre cilindrica che dà accesso ad un loggiato e ad una graziosa saletta; a piano terra un portico a tre luci dà accesso ad una saletta con volta decorata a stucchi (una volta affrescata con disegni delle Quattro stagioni).

La Fiera di Bergamo e il Contesto Commerciale

Dal 1732 l’antichissimo mercato di Bergamo, posto a metà fra i borghi, poté finalmente avvalersi di una Fiera stabile in muratura, disposta su un’area quadrata con 540 botteghe. Il centro della Fiera di pietra, oggi Piazza Dante, in cui si trova, ultimo ricordo del complesso, la bella fontana opera di G. B. Moroni. La Fiera di Bergamo rappresentava un importante centro di scambi commerciali a livello nazionale e internazionale.

Leggi anche: Cagliari: Ristorante Saudade

Trasformazioni Urbane e Sviluppo Infrastrutturale

Nel corso del XIX secolo, Bergamo fu interessata da importanti interventi di sviluppo infrastrutturale, come la costruzione della Strada Ferdinandea (ora viale Vittorio Emanuele) e della Stazione Ferroviaria. La demolizione della quattrocentesca chiesa di S. Maria delle Grazie nel 1856 per aprire il rettifilo che da Porta Nuova conduce alla Stazione Ferroviaria (costruita quando la ferrovia raggiunse Bergamo), eretta in asse con l’apertura nelle Muraine, e la sua collocazione condiziona ancor’oggi lo sviluppo urbanistico della città.

Il Foro Boario e il Mercato del Bestiame

L’area sottostante il monastero delle Grazie presentava prati adacquatori, ortaglie, broli, seminativi e gelsi, solcati da un vaso detto Pissarolo e da tre canali: Roggia Nuova, Morlana e Ponteperduto. Emergeva solo il convento delle Grazie, due case coloniche (Venanzi e Codali), due fabbriche (quella del Salnitro e un’altra per la filatura del Cotone) e a settentrione Porta Nuova. La mappa catastale del 1866 indicava la nuova Piazza d’Armi con il Bersaglio e relativo corridoio di tiro in corrispondenza dell’attuale via Foro Boario, la Stazione Ferroviaria, il viale intitolato a Napoleone III, oggi viale Papa Giovanni XXIII.

Il Macello Comunale e la Via Angelo Maj

Almeno dal 1876 si iniziò a tracciare la via del Macello (attuale via A. Maj). A fianco del Foro Boario, davanti al nuovo Macello comunale, realizzato nel 1890, la via del Macello (oggi A. Maj) era in costruzione, con il Gamba de Lègn carico di pietrame della ditta Fabbrica Lombarda Cementi Riuniti.

Il Politeama Ermete Novelli e la Casa del Popolo

Il Politeama Ermete Novelli, sorto nel 1899 nella via Ermete Novelli riadattando la grande e singolare serra del preesistente Giardino Codali. In alto si riconosce la mole della Casa del Popolo, costruita agli inizi del Novecento cambiando la fisionomia del viale per la stazione. Fu proprio l’attore Ermete Novelli, con la sua compagnia, a tenere lo spettacolo con il quale si inaugurò la nuova sala.

Il Trasferimento del Mercato del Bestiame

Tuttavia, verso il 1915, quando il Foro Boario perse la sua agibilità a causa della costruzione di nuovi edifici, il Mercato del Bestiame venne trasferito alla Malpensata, a quei tempi estrema periferia.

Leggi anche: Ricette Dolci per la Dieta Candida

tags: #palazzo #dolci #bergamo