L'espressione "la ciliegina sulla torta" ha assunto un significato metaforico ben preciso, indicando quell'elemento finale che completa e perfeziona un'opera, un evento o una situazione. Nel contesto teatrale, questa espressione può assumere diverse sfumature, che vanno dall'interpretazione di un attore al successo di una rappresentazione, fino alla reazione del pubblico.
La Standing Ovation: Un'Enfatizzazione dell'Apprezzamento
Negli ultimi anni, l'espressione e la pratica della "standing ovation" sono entrate a far parte del vocabolario e dell'esperienza del pubblico teatrale italiano. Questo fenomeno rappresenta un modo per enfatizzare l'apprezzamento per un'esibizione, coronando un lungo applauso con l'alzarsi in piedi. La standing ovation diventa così la "ciliegina sulla torta" di un entusiasmo incontenibile, un gesto che rivela dinamiche sociali complesse, come il desiderio di protagonismo.
La standing ovation può essere vista come un rovesciamento implicito dei ruoli tra pubblico e artista. Con le luci accese, il pubblico diventa protagonista di un entusiasmo che si trasforma in spettacolo, una forma di spettacolarizzazione del consenso. In questo contesto, l'artista rischia di essere ridotto a una funzione, un pretesto per un entusiasmo collettivo. Il pubblico, in quanto massa, segue le regole che governano i comportamenti di massa. Se tutto merita una standing ovation, allora niente la merita veramente. L'ovazione diventa autosufficiente, alimentata dalla retorica che vede il pubblico come il "vero" protagonista degli eventi collettivi.
È importante considerare anche la dinamica della comunicazione corporea del coinvolgimento. L'immagine di un pubblico che applaude a tempo, come una specie ammaestrata, rappresenta l'altro lato della medaglia della standing ovation. Il pubblico, autoaddestrato o addestrato, all'ovazione finale in piedi, che diventa un simbolo del passaggio alla posizione eretta dell'uomo.
Tuttavia, sembra ormai troppo tardi per tornare indietro, per riservare la standing ovation solo a eventi eccezionali come premiazioni di Nobel, esecuzioni musicali straordinarie o tributi a carriere pluridecennali. La società attuale sembra voler trasformare l'eccezionale, l'iperbolico, l'eccessivo nella norma, spingendoci ad applaudire tutti insieme, nello stesso modo e nello stesso momento.
Leggi anche: Come applicare le cialde sulla torta
Vittorio Storaro: La Luce come Ciliegina sulla Torta
La laurea honoris causa in Filologia moderna conferita a Vittorio Storaro, maestro della luce nel cinema, può essere considerata "la ciliegina sulla torta" della sua straordinaria carriera. Nella sua lectio magistralis, Storaro ha ripercorso il suo percorso artistico, dagli esordi ai grandi successi, rivelando il suo rapporto con Bernardo Bertolucci e la sua visione dei colori.
Storaro ha spiegato come l'azzurro nel "Conformista" sia nato dalla luce che avvolgeva Parigi, mentre il tono arancione in "Ultimo Tango a Parigi" sia stato ispirato dalla luce artificiale che illuminava la città a mezzogiorno. Ha anche rivelato come il mito della caverna di Platone lo abbia ispirato per una sequenza del "Conformista", sottolineando che il cinema non è realtà, ma immaginazione e interpretazione.
Storaro ha descritto il suo lavoro con Francis Coppola in "Apocalypse Now", spiegando come abbia compreso che il film non era sulla guerra, ma sul senso delle civiltà. Ha anche parlato del suo studio approfondito della luce e dei colori, che lo ha portato a sviluppare un vocabolario visivo più ampio.
Nel suo lavoro con Bertolucci per "L'Ultimo Imperatore", Storaro ha proposto una relazione tra i momenti della vita e i colori: il rosso per la nascita, l'arancio per i primi anni nella città proibita, il giallo per l'incoronazione, il verde per la conoscenza, l'azzurro per la libertà, l'indaco per il ritorno al ruolo di imperatore e il violetto per la coscienza. La neve bianca finale è diventata il simbolo dell'unione di tutte le esperienze che lo hanno portato a essere un uomo maturo.
La laurea honoris causa a Storaro è nata da una proposta condivisa dei dipartimenti Disucom e Dafne, unendo l'area umanistica e scientifica dell'ateneo. Storaro ha dimostrato una speciale vocazione nel dare spessore drammaturgico alla luce, traducendo le idee in immagini e raccontando storie attraverso la variazione luminosa.
Leggi anche: Tecniche di decorazione con zucchero a velo
Teatroterapia: Un Matrimonio come Ciliegina sulla Torta
Il risultato di un progetto di teatroterapia può essere considerato "la ciliegina sulla torta" di un percorso di cura e assistenza. In una RSA & Villa Alfieri, è stato inscenato un matrimonio per regalare una giornata di emozione e divertimento a chi vive e lavora nella struttura.
L'attività è iniziata con una simulazione di cerimonia, con una compagnia teatrale che ha interpretato i ruoli del sindaco, dei testimoni e degli invitati. Sono state recitate promesse di matrimonio con battute comiche, offrendo agli ospiti un'esperienza di gioia e spensieratezza.
Il Trucco Teatrale: La Trasformazione Estetica come Ciliegina
Nel contesto del trucco teatrale, la "ciliegina sulla torta" rappresenta la trasformazione estetica dell'attore nel personaggio che deve interpretare. A differenza del trucco quotidiano, il trucco teatrale è pensato per essere visto da lunghe distanze, ridisegnando i lineamenti, mettendo in ombra alcune parti e illuminandone altre, definendo l'occhio e le labbra.
Il trucco teatrale permette di caratterizzare il personaggio attraverso piccoli accorgimenti che fanno una grande differenza. È possibile sfruttare il trucco anche per modificare il corpo, creando l'illusione di un seno più alto o di addominali scolpiti.
"La Ciliegina sulla Torta": Una Commedia Teatrale
"La ciliegina sulla torta" è anche il titolo di una commedia teatrale che affronta le dinamiche familiari e le complesse relazioni uomo-donna. La pièce offre uno sguardo esilarante, a tratti dolce-amaro, su temi nei quali il pubblico può facilmente riconoscersi.
Leggi anche: Sushi e spiaggia: cosa sapere
La storia ruota attorno a una famiglia messa a dura prova da una serie di colpi di scena che rischiano di mettere in discussione tutto e tutti. Giulia, un'affermata avvocato divorzista, è interpretata con grande energia da Edy Angelillo. Blas Roca Rey è Filippo, un marito che si dedica alla cura della casa e all'educazione del figlio. Milena Miconi interpreta Cherry, un'irresistibile italo-americana che si rivela essere la "ciliegina sulla torta" della situazione. Adelmo Fabo è Tommy, il figlio della coppia, che crea uno sconquasso nella famiglia presentando una fidanzata non più giovanissima.
La commedia è divertente e piccante, allegra ma mai spensierata, con i protagonisti sempre sull'orlo di una crisi di nervi. Il pubblico ride degli imprevisti che accadono nel corso della pièce e riflette sulle sorprese che la vita può riservare.
Diego Ruiz, autore e regista, afferma di voler raccontare un mondo reale, un universo tangibile in cui lo spettatore possa ritrovarsi. Evita di raccontare storie al limite o personaggi paradossali e inverosimili, concentrandosi sull'umanità, le debolezze e i conflitti dei personaggi.
Un Natale di Solidarietà: La Ciliegina sulla Torta è l'Altruismo
Anche nel periodo natalizio, l'espressione "la ciliegina sulla torta" può assumere un significato speciale, legato alla solidarietà e all'altruismo. In un Natale segnato dalla pandemia, l'iniziativa della "Capanna di Betlemme" della Comunità Papa Giovanni XXIII rappresenta un esempio di come la generosità possa essere la vera "ciliegina sulla torta".
La "Capanna di Betlemme" ha portato nelle case delle persone in difficoltà il pranzo di Natale, offrendo un momento di gioia e conforto a chi ne ha più bisogno. L'iniziativa è stata resa possibile grazie alla generosità di donatori e sostenitori, che hanno permesso di raggiungere ben 160 famiglie.
Il pranzo di Natale è stato "la ciliegina sulla torta" di un impegno costante dei volontari, che si dedicano all'assistenza e al sostegno delle persone in difficoltà durante tutto l'anno. L'obiettivo è quello di regalare un sorriso non solo a Natale, ma ogni giorno.