La pasticceria, da sempre espressione di arte e cultura, rivela spesso significati nascosti e allusioni inaspettate. In particolare, la storia dei dolci a forma di genitali affonda le radici in tradizioni antiche, simbologie complesse e un pizzico di malizia. Questo articolo esplora l'affascinante mondo di questi dolci, analizzandone le origini, le peculiarità regionali e l'evoluzione nel tempo, fino alle più recenti e audaci sperimentazioni.
La Sicilia: Un Giardino di Allusioni Dolci
La Sicilia, terra di storia millenaria e tradizioni stratificate, offre un terreno fertile per l'interpretazione semiotica dei suoi dolci. In Sicilia è difficile avere certezza della storia. La Sicilia non registra, rimuove. Quindi per intuire meglio la storia siciliana, soprattutto quella minore, alla conoscenza acquisita e alle narrazioni ufficiali bisogna integrare attente letture semiotiche. La forma è l’elemento che racconta più di ogni altro idee e categorie di pensiero, poiché essa è il più efficace mediatore di processi mentali, più della lingua scritta o di quella parlata. L'isola, infatti, non si limita a registrare gli eventi, ma li rielabora, li trasforma in simboli e metafore.
Un esempio emblematico è rappresentato dai "Sospiri di Monaca", un dolce dal chiaro significante sessuale. L’allusione sessuale è indiscutibile, tanto che per la sua descrizione si ricorre spesso a fantasiosi eufemismi. La forma, in questo caso, diventa un veicolo di comunicazione più potente delle parole, alludendo alla sensualità in modo delicato e giocoso. Si tratta di una chiara allusione sessuale non unica nell’universo fantasioso delle forme dei dolci siciliani, specie quelli di origine conventuale.
Il Cannolo Siciliano: Un Simbolo di Fertilità
Un altro dolce iconico della tradizione siciliana, il cannolo, può essere interpretato come un simbolo di fertilità e virilità. Come tutti i dolci delle festività carnevalesche, Pignolata Messinese in primis, il Cannolo è un dolce fritto e la frittura un tempo si poteva solo fare con lo strutto. Lo Strutto si ricavava dallo scioglimento di tutti i sottoprodotti della macellazione suina dalla quale si ottenevano delle parti solide, le frittole, che venivano selezionate e una parte liquida che una volta raffreddatasi diveniva Saime. La scorza si ottiene dalla frittura di un impasto costituito dal sapiente dosaggio di due tipi di farina, vino, strutto, zucchero ed alcol puro. Le farine, da usare sono la “Farina 00” e la “Farina Manitoba”. La loro miscela conferisce all’impasto tenacia, elasticità ed estendibilità. Così la Scorza è una vera e propria magica alchimia che basa il suo equilibrio sugli effetti contrastanti degli ingredienti usati. A questa ossimoricità delle proprietà degli ingredienti si deve il prodigio di un involucro apparentemente inerte, atto a ricevere solo la farcitura e dare forma al dolce, ma che al palato ha un sapore straordinario, unico, indecifrabile, piacevolissimo, non del tutto dolce e non del tutto sapido, croccante senza esserlo, duro ma friabile, miracolosamente sempre fragrante. Tutte caratteristiche rese armoniche in un unico impasto e in un unico dolce. Questa è la vera magia tecnica della pasticceria siciliana. La forma cilindrica della scorza, riempita con la ricotta dolce, evoca immagini di fecondità e abbondanza.
L'Arte della Pasta Reale e i Conventi Siciliani
La tradizione dolciaria siciliana deve molto ai conventi, luoghi di clausura dove le monache si dedicavano alla preparazione di dolci squisiti, spesso ricchi di significati simbolici. Era il 1194 quando collegato alla chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio a Palermo, la nobil donna Eloisa Martorana, fondò un convento denominato poi “Monastero della Martorana”. Durante una visita di re Guglielmo II la pia aristocratica e le sue suore sbalordirono il re buono facendogli trovare sugli alberi del loro ubertoso giardino frutti fuori stagione. Erano frutti fatti di zucchero. Così nacque la «Frutta Martorana» e quell’impasto di zucchero e mandorle in onore del re si chiamò “Pasta Reale”. L’esempio più classico è quello della pasta reale.
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Un altro significativo esempio è quello dei biscotti da dessert tipici messinesi, inventati dalle suore del Convento di S. Vincenzo, in Messina, ubicato in prossimità dell’omonima piazza (Piazza S. Queste creazioni, spesso elaborate e raffinate, celavano allusioni e metafore che rimandavano alla sfera della sensualità e dell'amore.
Oltre la Sicilia: Sospiri, Sfogliatelle e Altre Tentazioni
La tradizione dei dolci allusivi non si limita alla Sicilia. In altre regioni d'Italia, troviamo esempi altrettanto interessanti. In Puglia e in Abruzzo c’è il sospiro, un morbido boccone di pan di Spagna ripieno di crema e, a volte, glassato. Il dizionario della pasticceria sexy più tradizionale annovera anche un dolce che non ti aspetteresti mai: la sfogliatella, da secoli regina della pasticceria napoletana.
La Sessualità nel Dolce: Un Tabù Infranto?
Per secoli, la sessualità è stata un tabù, soprattutto nella cultura italiana. Tuttavia, i dolci a forma di genitali, con le loro allusioni e metafore, hanno rappresentato una sorta di valvola di sfogo, un modo per esprimere la sensualità in modo giocoso e innocente. Una sessualità espressa al maschile con quei macismi, inconcludenti e fantasiosamente lubrichi ben descritti da Vitaliano Brancati e vissuta al femminile come un ferreo tabù. Pasticceria sexy? Da secoli abbiamo detto si, a volte senza saperlo, a volte divertiti per l’innocenza di certe golose suggestioni.
Dalla Tradizione all'Innovazione: La Pasticceria Sexy del Nuovo Millennio
Negli ultimi anni, la pasticceria ha subito una vera e propria rivoluzione, con l'introduzione di nuove tecniche, ingredienti e forme. Questo ha portato alla nascita di una "pasticceria sexy" esplicita e provocatoria. Di tutte queste tradizioni ha cercato di serbare il ricordo più autentico, tenendosi più o meno sempre alla larga da eccessi pornografici e rivisitazioni spinte. E così è scoppiato il boom delle vagina cake, degli stampi in silicone che non lasciano molto all’immaginazione, dei lecca - lecca e dei ghiaccioli a forma di pene. Nel neorealismo dell’arte dolciaria ogni simulacro genitale è diventato esplicito.
Noun e Sperimentazioni Estreme: Oltre i Confini del Gusto
Le sperimentazioni del nuovo millennio hanno superato ogni limite, arrivando a includere ingredienti inaspettati e provocatori. Domanda: cosa ci vedete di malizioso in un budino così? Probabilmente nulla. Prendiamo il noun - and, una versione speciale del classico pandolce giapponese (l’Anpan, ripieno di tradizionale marmellata di fagioli azucki). Ad inventarlo è stato a Tokyo un giovane imprenditore, studente di biologia, che ha pensato di farcire il suo pandolce con una gustosa e stravagante crema a base di proteine di liquido seminale umano. Il noun è diventato così popolare da essere una nuova tipicità. A Londra, invece, hanno osato anche di più, impostando un intero corso di cucina sull’utilizzo alimentare dello sperma umano. Il corso ha formato una serie di pastry chef che ora esporteranno nel mondo il budino allo sperma umano, la torta alla crema di sperma, il ghiacciolo e il gelato al liquido seminale. Il sapore di queste preparazioni- promettono gli esperti -, varia in base all’ingrediente principale, lo sperma, il cui sapore è influenzato dall’alimentazione. Scoprirlo al termine di ogni preparazione sarà dunque una sorpresa. Di una cosa i nuovi chef della pasticceria sexy sono però certi: saranno dolci sicuri per la salute di chiunque.
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