La pizza, oggi uno dei simboli del Made in Italy e uno dei cibi più amati al mondo, ha una storia ricca e complessa, che affonda le sue radici in tempi antichi e si evolve attraverso culture diverse. Questo articolo esplora l'origine, la diffusione e le trasformazioni di questo piatto iconico, dalla sua nascita come cibo povero a Napoli fino alla sua consacrazione come fenomeno globale.
Origini Antiche: Dagli Egizi ai Romani
L'idea di base della pizza, ovvero una focaccia condita, ha origini molto antiche, antecedenti alla stessa Napoli. Già gli antichi Egizi utilizzavano il lievito per produrre impasti più soffici. I Persiani, al tempo di Dario il Grande, cuocevano dischi di cereali sugli scudi, guarnendoli con formaggio e datteri. Nella penisola italiana, gli Etruschi introdussero una focaccia piatta cotta su pietre ardenti, mentre i Greci portarono la "plakuntos", una focaccia condita con erbe aromatiche e olio d'oliva.
Nell'antica Roma, la focaccia rotonda e piatta era popolare tra le classi meno abbienti. Catone il Censore descriveva il "Panis Focacius", un pane cotto al focolare e condito con olio, spezie e miele. Questa focaccia si diffuse in molte regioni dell'Impero, venendo personalizzata con ingredienti locali. Di pani bassi cotti in forni a legna è piena la storia dell'uomo. La pita greca, il naan indiano, l'ingera etiope, sono tutti dischi di pasta che servono per accompagnare altri piatti o più ingredienti saporiti, quasi come fosse una stoviglia ma da mangiare.
Il Medioevo e la Nascita della "Picea" a Napoli
Durante il Medioevo, a Napoli, si diffuse il termine "picea" per descrivere una focaccia sottile, cotta su pietra e condita con ingredienti semplici. Troviamo le prime testimonianze di quella che diventerà la parola pizza già nella lingua longobarda. Bizzo o Pizzo era il morso, un boccone (dal tedesco bizzen), un tozzo di pane. Per la parola pizza come la conosciamo noi dobbiamo rifarci alle fonti notarili del Codex Cajetanus del 997 in cui, stipulando un contratto d’affitto per un forno, si sancisce il panettiere a ripagare i proprietari dell’immobile con delle pizze.
La prima pizza quindi era molto diversa da come la conosciamo ora, era semplicemente un disco farcito, spesso ripiegato su se stesso che cuoce in forno mentre questo raggiunge le temperature adatte a cucinare pani di grandi dimensioni che potevano sfamare le famiglie.
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L'Arrivo del Pomodoro e la Nascita della Pizza Moderna
Oggi, pensare alla pizza senza pomodoro sembra impossibile, ma fino al XVI secolo questo ingrediente non era conosciuto in Europa. La svolta avvenne quando i contadini napoletani iniziarono a cucinarlo, creando una salsa semplice con sale e basilico. Questa salsa divenne rapidamente popolare tra le classi popolari napoletane, segnando la nascita della prima forma di pizza moderna.
È tra il 1700 e il 1800 che la pizza si lega più fortemente alla città di Napoli. In quegli anni è una città densamente popolata, nei bassi la gente vive a stretto contatto, si mangia in maniera rapida un cibo cotto in pochi istanti, nutriente, semplice da trasportare ma soprattutto economico. La pizza è il cibo per le fasce di popolazione meno abbiente e diventa pian piano tanto popolare da spingere ad aprire i primi forni dedicati esclusivamente alla cottura di questi dischi di pasta: nascono le prime pizzerie.
La Pizza Margherita: Un Omaggio alla Regina e un Simbolo Nazionale
La leggenda narra che nel 1889, in occasione di una visita della regina Margherita di Savoia a Napoli, il pizzaiolo Raffaele Esposito creò una pizza con pomodoro, mozzarella e basilico, per omaggiare i colori della bandiera italiana. La regina apprezzò talmente tanto questa variante che Esposito la battezzò "Pizza Margherita" in suo onore. Questo gesto trasformò un cibo di strada in un simbolo nazionale, dando inizio alla conquista dell'Italia e alla definizione dell'identità culinaria italiana.
Dalla fine dell’800 ci vengono tramandate testimonianze scritte di banconi di pizzeria ingombri di condimenti, leggiamo di pizze variamente farcite in cui oltre allo strutto, all’aglio, all’olio e al formaggio, si aggiungono anche pesce, mozzarella o prosciutto a seconda della disponibilità e della richiesta. Perché si chiama pizza margherita? La leggenda della pizza margherita racconta che nella pizzeria della Sant’Anna di Palazzo a Napoli, operasse, alla fine del 1700, Pietro Colicchio, pizzaiolo di grande fama per l’epoca. Suo figlio Ferdinando, ereditata la pizzeria, la cedette a Raffaele Esposito. Fu quest’ultimo a dare il nome di Margherita a una pizza condita con pomodoro, mozzarella e basilico, per omaggiare la Regina di Savoia con una pizza che ricordasse i colori della bandiera italiana. La sovrana ringraziò pubblicamente Raffaele Esposito per quella pizza e pertanto da quel momento in poi tutti chiamarono Margherita la pizza così condita.
Il Boom del XX Secolo e la Diffusione Globale
Il vero boom della pizza avvenne nel XX secolo, con l'emigrazione di molti italiani negli Stati Uniti. Nei quartieri italiani di città come New York e Chicago, la pizza iniziò a diffondersi, prima come piatto di nicchia e poi come cibo popolare tra tutti gli americani. Gli americani personalizzarono la pizza, adattandola ai propri gusti e ingredienti, dando vita alla "pizza americana", caratterizzata da una base più spessa e abbondante formaggio. Negli anni '50 e '60, catene come Domino's e Pizza Hut contribuirono alla diffusione globale della pizza, che divenne un fenomeno internazionale.
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La popolarità della pizza oltre Oceano esplose grazie ai soldati americani che avevano ricevuto in Italia durante la Guerra. Questo anche perchè si adattava perfettamente allo stile di vita veloce e al boom della cultura del “mangiare fuori”, che si stava sviluppando negli Stati Uniti. Questa fase di commercializzazione ha anche spianato la strada verso l’innovazione. L’impatto di quegli anni è ancora molto evidente oggi.
Dal 1989, con la caduta del muro di Berlino, si assiste ad una nuova migrazione della pizza, verso l’Europa dell’Est, la Russia, la Polonia, l’Ungheria, il Medio Oriente e persino la Cina.
La Pizza Oggi: Innovazione, Sperimentazione e Adattamento Culturale
Oggi, la pizza non è più solo un piatto tradizionale, ma un campo di sperimentazione culinaria. La "pizza gourmet" ha introdotto ingredienti insoliti come tartufo, burrata e caviale. L'attenzione a diete specifiche e intolleranze alimentari ha portato alla diffusione di varianti senza glutine e vegane. La tecnologia ha trasformato il modo di fare la pizza, con forni elettrici e a gas di ultima generazione che offrono una cottura uniforme e croccante.
Uno degli aspetti più affascinanti della pizza è la sua capacità di adattarsi alle culture locali. In Giappone, è comune trovare pizze con mais dolce, alghe nori e maionese. In Brasile, la "pizza paulistana" è arricchita con formaggi, cuori di palma e uova. In America, esistono la "deep-dish pizza" di Chicago e la "New York-style pizza". La "pizza hawaiana", con l'ananas, è nata in Canada negli anni '60.
Nonostante la sua lunga tradizione, anche la pizza continua a evolversi, seguendo le nuove esigenze del cliente: ecco perché nel tempo si è iniziato a parlare di impasti leggeri, farine di qualità, topping gourmet, rispondendo alle tendenze del settore della ristorazione e anche ai cambiamenti culturali. L’ultima tappa dell’evoluzione della tradizione romana della pizza è quella che riguarda la selezione delle farine: oggi le miscele sono scelte con cura per ottenere il massimo delle prestazioni e per garantire risultati sempre ottimi. Con La Teglia è possibile realizzare un prodotto morbido dentro e croccante all’esterno anche dopo molte ore di esposizione sul bancone.
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La Pizza Romana: Una Variante in Ascesa
Gli anni Cinquanta del XX secolo segnarono una nuova svolta importante: mentre la pizza napoletana iniziava ad affermarsi in tutto il mondo, a Roma alcuni fornai ebbero l’idea di presentare questo prodotto anche nelle loro botteghe. Conquistò in breve tempo i tavoli della ristorazione dalla capitale e si diffuse dagli anni Novanta anche in tutto il resto d’Italia.
La Pizza: Più di un Cibo, un'Emozione
Ammettiamolo: una settimana senza pizza è una settimana a cui manca qualcosa. Quando decidi di mangiare la pizza nel week end, sin dal lunedì la aspetti e conti tutti i giorni che ti separano da lei. Preparare la pizza per qualcuno vuol dire ti voglio bene: accendo il forno e inizia la magia. La pizza è più che un semplice cibo, è l'emblema del gusto italiano, in cui ingredienti semplici e diversi si incontrano per dare un sapore unico. È perfetta a pranzo e a cena. Per preparare una Pizza Margherita gustosa in casa bastano pochi minuti, la pizza surgelata è comoda e davvero buona. Ed è così che mentre addenti una fetta di pizza ti dici che bisognerebbe fare un monumento all'inventore della pizza, all’uomo che ha ideato di un cibo così perfetto.