Una serata in pizzeria, un piacere condiviso da molti, può talvolta trasformarsi in un'esperienza meno piacevole a causa del gonfiore addominale. Il bottone dei jeans che tira, l'addome più pronunciato, gambe gonfie e pesanti, e magari una notte passata a bere, sono sensazioni fin troppo familiari. Il primo pensiero che sorge è: «Colpa della pizza che ha continuato a lievitare nella mia pancia». Sebbene la pizza giochi un ruolo importante nel gonfiore generalizzato, non è l'unico fattore da considerare.
Lievitazione dell'Impasto e Gonfiore Addominale
L'idea che la pizza continui a lievitare nello stomaco è un concetto comune, ma la realtà è un po' più complessa. Il gonfiore addominale provocato da una fermentazione ancora in corso è un problema che, potenzialmente, riguarda tutti i panificati, se la loro lievitazione è eccessivamente repentina.
«Più un prodotto da forno lievita, meno problemi dà», specifica la nutrizionista Villarini. «I lieviti sono microrganismi che si nutrono degli amidi e degli zuccheri presenti nella farina e così producono anidride carbonica, che porta alla formazione delle “bollicine” all’interno di un impasto. Più tempo passa, più nutrimento sarà stato consumato e, di conseguenza, i lieviti moriranno, lasciando indietro però un impasto ben gonfio».
Se, al contrario, non viene lasciato modo ai microrganismi di esaurire gli amidi, li troveremo nella pizza. Qui continueranno a fermentare, producendo gas, nella fattispecie il responsabile del gonfiore addominale. Il rischio è più alto quando si usa il lievito di birra, che di per sé presuppone tempi più rapidi, mentre con la pasta acida, che impone tempistiche lunghe, è più raro. Se siete soggetti a gonfiore addominale, meglio prediligere pizzerie che lavorano con la pasta madre.
Cos'è che fa lievitare il pane o l'impasto della pizza? Il lievito. Cosa succede quando l'impasto lievita? In poche parole, cosa cambia tra un pane azzimo (quello senza lievito) e il pane lievitato? Che nel primo caso abbiamo solo farina e acqua, nel secondo caso abbiamo farina, acqua e lievito. Nel secondo caso il lievito comincerà una pre-digestione riducendo gli zuccheri contenuti nella farina. Nel caso del pane azzimo questo processo di digestione avverrebbe direttamente nel nostro apparato digerente. Inoltre il lievito presente nell'impasto durante la cottura muore! Stiamo parlando di forni a legna che lavorano ad oltre 300°. A meno che questo Saccharomyces cerevisiae non sia geneticamente modificato, a quella temperatura morirà. Anche perché solitamente muore già ad una temperatura di 50° [1].
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La parola "fermentare" non deve fare sempre paura. Il processo di fermentazione da parte dei microrganismi nel nostro intestino è un fenomeno assolutamente normale e benefico, qualora venga svolto dai microrganismi "benefici" e fin quando questa flora è in equilibrio.
Condimenti e la Loro Influenza
Se ci sentiamo particolarmente gonfi e appesantiti, sarebbe utile chiedersi con che cosa sia stata condita la pizza: «Più ingredienti complessi e pesanti aggiungiamo, più si allunga il processo digestivo, che può poi portare a gonfiore. Anche l’olio, se non è l’extra vergine d’oliva, può contribuire a intensificare questo sintomo fastidioso», chiarisce Villarini. L’abitudine di consumare birra o bibite gasate insieme alla pizza è un'altra potenziale causa di discomfort: potrebbe acuire il gonfiore perché sono tutte bevande che contengono altra anidride carbonica.
Quando mangiamo una pizza, non stiamo mangiando qualcosa di prettamente light. Inoltre spesso è associata ad olio, pomodoro e mozzarella. E se prendessimo una pizza con salsiccia? Salame? Una pizza alla genovese o con crocché di patate? E magari vicino ci mettiamo una birra o coca cola? Contorno di patatine e salse? Ogni ingrediente in più (soprattutto se grasso) e ogni contorno o bevanda che associamo alla pizza non farà altro che rallentare ulteriormente la nostra digestione.
Farine: Quale Scegliere?
Quale scegliere tra una farina 00 o una meno raffinata, ad esempio una farina di tipo 1? In questo caso non c’è una risposta univoca. «Se la nostra alimentazione è ricca di fibre - contenute in frutta, verdura e legumi - allora il nostro microbiota intestinale è abituato a gestirle e potremmo tollerare meglio una farina di tipo 1. Viceversa, se la nostra dieta è ricca di grassi e carne, allora i batteri che compongono il microbiota potrebbero incontrare difficoltà e provocare del gonfiore addominale, per esempio.
Amido, Glutine e Fruttani: I Nemici Nascosti
Molto spesso ci accorgiamo che i carboidrati gonfiano la pancia subito dopo i pasti, causando a volte anche difficoltà digestive, pesantezza, fastidio e senso di pienezza. Pane e pasta sono essenzialmente composti da carboidrati, con una piccola percentuale di fibre, proteine e zuccheri semplici. Il contenuto di amido all’interno di pane e pasta può causare gonfiore, perché, nel processo digestivo a livello intestinale, può fermentare per azione della flora batterica intestinale e questa fermentazione provoca la liberazione di gas, i quali, se in quantità eccessive, causano il gonfiore addominale. Pane e pasta gonfiano la pancia soprattutto quando sono ricchi di amido, per questo motivo preferire prodotti integrali aiuta a diminuire il gonfiore, perché è inferiore il contenuto di amido, a favore di un maggior apporto di fibre e proteine.
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Molto spesso siamo portati a pensare che il glutine, naturalmente contenuto in cereali come grano, farro, orzo ed altri cereali con cui si producono pane e pasta, sia sempre il responsabile della pancia gonfia dopo i carboidrati. Questo è vero, però, solo in pochi casi specifici, per esempio in caso di sensibilità al glutine o celiachia. In altri casi la correlazione carboidrati e pancia gonfia può essere dovuta ai fruttani, carboidrati formati dal fruttosio, comuni nel frumento, ma presenti anche in alcuni ortaggi e frutti, questi possono causare molto spesso gonfiore da fermentazione con presenza di meteorismo.
Consigli per Prevenire il Gonfiore Post-Pizza
Pasta e pane gonfiano la pancia? Ecco alcuni consigli per evitarlo:
- Preferite pasta e pane integrali, con un alto contenuto di fibre
- Evitate di cuocere troppo a lungo la pasta, seguite le indicazioni sulla scatola, più la pasta cuoce più il contenuto di amido viene liberato e aumenta la fermentazione addominale
- Evitate di mangiare pane confezionato, come pane in cassetta, ricco di amidi, zuccheri e grassi che affaticano il processo digestivo
- Prediligete il pane a fermentazione naturale, i batteri naturalmente contenuti all’interno ne faciliteranno l’assorbimento
- Accompagnate sempre il pasto con verdure, preferibilmente cotte
- Masticate lentamente, attivando gli enzimi salivari
Il legame pancia gonfia carboidrati può essere conseguenza di disturbi digestivi. Cosa mangiare con la cattiva digestione?
- Evitare cibi complessi o pesanti, ricchi di grassi e condimenti
- Limitare l’abbondanza dei pasti, preferendo pasti più piccoli e frequenti
- Preferire cibi semplici, come riso, verdure al vapore, carni bianche alla griglia
Il modo in cui mangiamo è sottovalutatissimo ma se fatto correttamente risolverebbe gran parte dei nostri problemi. Mastica bene ogni boccone: se il cibo viene ingoiato per intero stomaco ed intestino faranno una faticaccia per digerirlo! Mangiare di fretta è anche uno dei primi motivi per cui mangiamo "troppo": infatti non diamo il tempo allo stomaco di inviare al cervello i segnali di sazietà.
Uno dei principali problemi, sottovalutatissimi, è la presenza di una disbiosi intestinale, ovvero un alterazione della nostra flora microbica. Mangiare troppo e male è la causa principale di tutti i nostri problemi digestivi, dei problemi a livello gastrico e dell'eccessivo gonfiore addominale dopo i pasti.
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In caso di gonfiore molto persistente può essere utile che la verdura inserita nel piatto sia quella scelta fra i cibi a ridotto contenuto di FODMAP.
Rimedi Naturali Contro la Pancia Gonfia
Se, nonostante gli accorgimenti precedenti, il gonfiore dopo i pasti persiste, è consigliabile assumere dei rimedi naturali che favoriscano l’eliminazione dei gas intestinali e che aiutino la flora batterica nella digestione dei carboidrati. Tra i rimedi naturali particolarmente adatti a questa funzione vi sono:
- Infusi di semi di finocchio o anice
- Infusi di frutti di zenzero
- Tisane di foglie di melissa
- Decotto di carciofo
Alcuni di questi rimedi aiutano anche la funzione digestiva ed il transito intestinale, in particolare gli estratti di finocchio sono un valido alleato per il gonfiore e la digestione, inoltre aiutano ad attenuare la sensazione di pesantezza allo stomaco subito dopo i pasti. Se il responsabile è un pasto abbondante, si può fare ricorso a rimedi naturali, come tisane e decotti a base di piante carminative, per esempio finocchio, menta piperita, camomilla, zenzero, curcuma e anice, che aiutano a digerire, a ridurre la fermentazione intestinale e promuovono l’espulsione del gas.
Intolleranze Alimentari: Lattosio, Glutine e Altro
Siamo fortunati e abbiamo trovato il bravo pizzaiolo che ha usato il giusto impasto, eseguito una corretta lievitazione e ha portato la cottura al punto ideale, ma i nostri amici hanno digerito e dormito tranquillamente, mentre qualcuno di noi ha dormito malamente con disturbi intestinali. Perché? La pizza era certamente ben fatta, ma bisogna fare i conti anche con le intolleranze alimentari e la pizza da questo punto di vista, ossia per chi soffre d’intolleranze, è considerata un “alimento killer” per la presenza di alcuni “ingredienti” a rischio, come lattosio e glutine.
Le intolleranze alimentari possono suddividersi in due gruppi: quelle che riguardano problematiche fisiche (cattiva digestione, reflusso gastrico, tendenza ad avere la pancia gonfia, acidità ecc..) e quelle legati ai comportamenti alimentari (DCA). In entrambi i casi deve essere un medico a diagnosticare e prescrivere una corretta terapia e un’adeguata dieta.
Se sospetti una di queste due intolleranze è importante che tu ti rivolga a un gastroenterologo per capire come compiere una diagnosi accurata. Sconsiglio vivamente di affidarsi a qualunque altra figura professionale.
Intolleranza al Lattosio
È l’intolleranza più diffusa al mondo ed è dovuta all’incapacità dell’intestino a scindere il lattosio (il disaccaride presente nel latte di mucca, di capra e di asina) in due zuccheri semplici: glucosio e galattosio assimilabili nell’intestino. Il problema è provocato dalla carenza o assenza di lattasi, un enzima presente sul bordo delle cellule intestinali la cui attività diminuisce passando dall’età pre-scolare a quella adulta, rendendo difficile o impossibile la digestione di latte e derivati. In assenza dell’enzima, il lattosio passa indigerito nell’intestino e a livello del colon viene attaccato dalla flora batterica che lo fermenta, producendo scorie e gas (idrogeno e metano) che sono causa dei disturbi intestinali. La mozzarella fa parte integrante della pizza e da qui l’importante sintomatologia se si è intolleranti al lattosio.
Nel caso venga accertata un’intolleranza alimentare, è opportuno eliminare o quantomeno ridurre l’assunzione degli alimenti che contengono la sostanza “incriminata”. Nel caso di intolleranza al lattosio, per esempio, si procederà eliminando dalla dieta tutte le fonti di questa sostanza, ma non necessariamente in via definitiva.
Se siete intolleranti, noterete che il gonfiore e il fastidio si accentuano alla fine o durante il pasto. In questo caso, a seguito di una diagnosi specifica e in base alla gravità della vostra intolleranza, sarete costretti ad eliminare o a ridurre drasticamente dalla vostra dieta: Latte vaccino, Latte ovino, Latticini freschi, Gelati, Panna, Burro, Margarina, Ricotta, Yogurt.
Un discorso a parte va fatto per i formaggi stagionati come il grana, il parmigiano, l’asiago, la caciotta e la fontina, che contengono bassissime quantità di lattosio e possono essere mangiati senza rischi. Tuttavia, nella prima fase di depurazione, è bene limitarne molto il consumo.
Durante la fase di eliminazione dei prodotti caseari, potrete avvalervi delle immense proprietà delle verdure. Le cime di rapa, infatti, sono ricchissime di sali minerali come calcio, ferro e fosforo, di vitamine A, C e B2 e di antiossidanti. Prestate molta attenzione anche ad altri alimenti che spesso vengono addizionati con il lattosio e controllate sempre in maniera molto accurata le etichette alimentari che indicano la composizione del prodotto. Un esempio sono gli insaccati come il prosciutto cotto, che per mantenersi più a lungo ricevono additivi come il latte per una maggiore conservazione.
Intolleranza al Glutine
Il glutine è un complesso proteico che si trova nell'avena, nel frumento, nel farro, nell'orzo, nella segale e nel kamut. Una delle proteine che compongono il glutine è la gliadina che è responsabile dell'effetto tossico (attraverso una risposta autoimmune) sulla mucosa intestinale che lentamente distrugge i villi intestinali (atrofia) e impedisce l’assorbimento di alcuni elementi. I sintomi immediati caratterizzati da meteorismo, dolori addominali, diarrea, ecc,, mentre i sintomi tardivi sono quelli tipici del malassorbimento (anemia da carenza di ferro, dermatiti, dolori articolari, stanchezza, dimagramento, sintomi neurologici, ecc.). Oltre alla celiachia, malattia autoimmune “a vita”, esiste una semplice intolleranza al glutine,(Gluten sensitivity), forma reversibile e verso la quale al momento non ci sono test diagnostici. In pratica un soggetto può essere non celiaco (con markers negativi), ma può esser ugualmente intollerante al glutine. In Italia per ogni celiaco (circa 500 mila) esistono 6 intolleranti al glutine (3 milioni).
Problematiche digestive quali gonfiore, meterosimo, diarrea, ecc… possono essere associate a questa condizione chiamata (erroneamente) sensibilità al glutine non celiaca. Questa sensibilità in realtà andrebbe chiamata diversamente, magari sensibilità agli ATI, in quanto si è scoperto solo in seguito non avere nulla a che vedere con il glutine. I responsabili più probabili del malessere associato al consumo di grano e altri cereali pare siano delle proteine (ATI) contenute naturalmente in molti vegetali. Guardacaso la maggior parte dei vegetali ricchi di ATI contiene anche glutine, ecco perché è nata questa confusione.
Per la NCGS non esiste un test o dei marcatori del sangue per confermare una diagnosi. Ricorda che la NCGS è temporanea, non è quindi necessaria un esclusione a vita di frumento, segale, orzo e farro.
Intolleranza a Lieviti e Grano
La pizza per celiaci (ossia realizzata con frumento deglutinato) può non andare bene per chi ha l’intolleranza al grano (perché è sensibile verso altre proteine di tale cereale).
Non esiste l'intolleranza al lievito. Purtroppo dietro questo argomento c'è un business assurdo, e tanti test fasulli promettono di scoprire se sei intollerante al lievito e ad altri 150-200 alimenti. Tutti i test che vi fanno queste promesse non sono scientificamente validi. Ma poi, mettiamo il caso che esista un'eventuale intolleranza al lievito, la cottura in forno come detto uccide il lievito del pane quindi non ci dovrebbe essere alcun problema. Pertanto, è impossibile che ci dia problemi se è già morto. Ricordo che un'intolleranza alimentare comporta una reazione avversa e problematiche nella digestione di una sostanza. E non è assolutamente questo il caso del lievito dato che, come spiegato poche righe sopra, il nostro intestino ne è pieno!
Altri Fattori che Contribuiscono al Gonfiore
- Stress e Ansia: Stress, ansia e altri fattori psicologici influenzano i processi digestivi e intestinali e potrebbero essere all’origine del gonfiore addominale ricorrente e non collegato all’alimentazione.
- Ciclo Mestruale: Secondo alcuni studi la spiegazione andrebbe ricercata nelle variazioni degli ormoni riproduttivi durante il ciclo mestruale. È stato infatti osservato che il gonfiore addominale è uno dei sintomi che si manifestano più di frequente durante i giorni del flusso mestruale: basti pensare che ben tre donne su quattro dichiarano di avvertire questo sintomo prima e durante il ciclo. La causa di questa manifestazione riguarda in particolare gli estrogeni, la cui azione può causare un accumulo di gas intestinale, rallentando o accelerando la motilità.
- Disbiosi Intestinale: Una tensione dolorosa a livello dell’addome può verificarsi nella disbiosi intestinale condizione nella quale la flora batterica intestinale perde il suo naturale equilibrio, arricchendosi di microorganismi che solitamente sono presenti in piccole quantità e perdendo altri che invece sono importanti per il mantenimento della salute intestinale. In alcuni casi, per trattare la stipsi può essere necessario assumere lassativi, come quelli osmotici a base, per esempio, di lattulosio o polietilenglicole, quelli stimolanti (per esempio bisacodile o cascara) oppure quelli formanti massa, a base di fibre come psyllium o crusca di frumento. Inoltre, se alla base del gonfiore e di altri sintomi gastrointestinali c’è uno stato di disbiosi, l’assunzione di probiotici (fermenti lattici vivi, in particolare lattobacilli e bifidobatteri) può essere utile per ritrovare il giusto equilibrio. Alcuni probiotici sono utili per supportare i processi di digestione del cibo, mentre altri aiutano ad assorbire i gas in eccesso.
- Aerofagia: Il senso di pienezza post-prandiale può dipendere dall’aerofagia, condizione dovuta all’ingestione di grandi quantità di aria durante il pasto. Comportamenti che favoriscono tale fenomeno comprendono l’abitudine a mangiare molto velocemente o accompagnare i pasti con bevande gassate (compresa l’acqua frizzante).
- Alimenti FODMAP: Alcuni cibi, in particolare i carboidrati (zuccheri), favoriscono la formazione di quantità elevate di gas intestinale, perché contengono zuccheri che possono risultare di difficile digestione. Si tratta in particolare degli alimenti del gruppo FODMAP (acronimo inglese che sta per oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili), a cui appartengono per esempio frumento, segale, molti tipi di verdure (come cipolla, aglio, asparagi, carciofi, cavolfiori, verze, broccoli, cavoletti di Bruxelles e cavolo cappuccio), legumi (ceci, lenticchie e fagioli), diverse varietà di frutta, latticini, insaccati, alimenti e bevande che contengono fruttosio o dolcificanti artificiali.
Cibi da Evitare e Cibi Consigliati
Quali altri alimenti generano sensazione di gonfiore e i vari sintomi della pancia dura e gonfia? Non sono solo i latticini a provocare il gonfiore addominale. Infatti, altri cibi come la carne rossa, le bevande gassate, il caffè, gli zuccheri, le caramelle, le gomme da masticare, i cibi troppo ricchi di fibre e i cibi fritti, possono risultare infiammatori o fermentativi ed è dunque consigliabile limitarne il consumo durante i pasti.
Se desiderate un addome piatto e uno stato di salute ottimale, sarà necessario limitare il consumo di pane e pasta, grissini, crackers e preferire la farina integrale alle farine più raffinate. Va da sé che anche i prodotti lievitati da forno, i biscotti e i dolci dovranno subire una drastica riduzione. Anche i cereali possono provocare gonfiore, soprattutto quelli contenenti glutine come il grano, l’orzo, e il kamut. Eliminate dalla dieta anche frumento e segale, troppo ricchi di fibre.
Se il vostro obiettivo è sgonfiare l’addome, i legumi sono tra gli alimenti che per primi dovranno scomparire dalla vostra tavola, almeno all’inizio. Fagioli, soia, fave, ceci e lenticchie dovranno essere consumati in maniera molto limitata insieme a anche a una lunga lista di verdure. Al bando quindi i broccoli, i cavolfiori, i cavoli, la verza, i crauti, la zucca, il radicchio, ma anche carciofi e asparagi, i fagiolini, le taccole, i piselli, i finocchi, il porro, le cipolle, lo scalogno, l’aglio e i funghi. Se dovete scegliere, optate sempre insalate ricche a foglia verde, carote, sedano e ogni tanto anche qualche pomodoro. Oltre a verdure e legumi, ci sono anche alcuni frutti che provocano una eccessiva fermentazione e un gonfiore addominale immediato. Stiamo parlando di pesche, albicocche, prugne, susine, nespole, ciliegie, more, anguria, fichi, cachi, mele e pere. Anche tra i frutti esotici bisogna fare un’accurata selezione: dovrete, infatti, limitare al massimo il consumo di avocado, mango, papaia, litchi e datteri. Spesso, anche la frutta disidratata e la frutta sciroppata provocano gonfiore, quindi evitate anche noci e pistacchi.
Bisogna però precisare che tutti gli alimenti elencati fino a questo punto (legumi, verdure e frutta) sono molto importanti a livello nutrizionale e una totale sospensione della loro presenza nel vostro regime alimentare potrebbe comportare carenze vitaminiche o di altri micronutrienti essenziali. Provate a privarvene solo per un periodo di tempo limitato oppure semplicemente a ridurre il loro consumo, mangiandone quantità ridotte.
Anche i dolcificanti sono tra gli alimenti chiamati in causa. Evitate lo zucchero semolato e lo zucchero di canna e rinunciate anche a fruttosio, sciroppo di mais e tutti i dolcificanti artificiali. Sì, invece, ma sempre in modeste quantità, allo sciroppo d’acero e al glucosio e al saccarosio. Quest’ultimi, tuttavia, sono dei polioli, ovvero dei composti chimici che contengono più gruppi ossidrilici, e sono usati come dolcificanti in sostituzione dello zucchero grazie al loro basso valore glicemico e al minor indice glicemico, ma hanno anche proprietà osmotiche per l’intestino tale da avere effetti lassativi e irritanti.
Anche tra le bevande dovrete fare un’accurata selezione. Vietati i succhi di frutta dolcificati, le bibite gassate, il caffè d’orzo, la birra, i vini dolci e i superalcolici (anche quelli digestivi). Se invece l’occasione lo richiede, preferite i cocktail analcolici! L’importante sarà bere abbondante acqua ogni giorno per reintegrare i liquidi persi in caso di diarrea. Evitate anche l’acqua frizzante perché, nonostante l’iniziale sollievo e la sensazione di dissetarvi, aumenterà esponenzialmente il gonfiore nella vostra pancia.
Dopo questa lunga lista di alimenti da mettere al bando se si vuole raggiungere una perfetta forma fisica che contempli anche una pancia piatta e tonica, ecco una serie di alimenti che, al contrario, vi aiuteranno a raggiungere l’obiettivo e che potete inserire tranquillamente nei vostri menu. I cibi ricchi di proteine come le carni bianche, il pesce magro e le uova vanno bene per garantire i nutrienti più importanti. Come anticipato nel paragrafo precedente, anche i formaggi molto stagionati non provocano gonfiore grazie al loro bassissimo e in molti casi assente contenuto di lattosio.
Attività Fisica e Stile di Vita
L’esercizio fisico regolare, inoltre, soprattutto se associato a una dieta corretta, oltre a donare benefici a tutto il corpo, previene e allevia anche il gonfiore intestinale. Se il gonfiore, invece, è causato dalla stitichezza può essere contrastato mangiando cibi ricchi di fibre o assumendo integratori contenenti per esempio psillio, crusca o l’ispaghula per regolarizzare il transito intestinale. Quando si introducono gli integratori all’interno della propria dieta, è fondamentale ricordare di cominciare ad assumerli in maniera graduale e abbinarli a una notevole quantità di acqua, da bere nel corso della giornata.
Se conducete uno stile di vita sedentario, è bene che cominciate a introdurre tra le sane abitudini anche quella di praticare qualche ora di fitness a settimana perché, oltre ai cibi da evitare, il gonfiore e il senso di pesantezza possono essere combattuti con una giusta ed equilibrata attività fisica, sempre presente anche tra i consigli del medico in quanto è in grado di apportare benefici sia al corpo che alla mente. Un esercizio molto utile per rilassare i muscoli della pancia è quello di sdraiarsi con la schiena a terra, portare le gambe al petto, e restare in questa posizione per qualche minuto. I muscoli di una pancia stressata vi ringrazieranno.
Oltre a effettuare una costante attività fisica (anche lo yoga andrà benissimo), è importante fare attenzione alle abitudini alimentari in modo da garantire come risultato una pancia piatta e tonica, soprattutto se alla base di questi disturbi vi è un’alimentazione disordinata e ricca anche di carboidrati, pasta e pane, ovvero alimenti ad alto carico glicemico che causano anche fermentazione intestinale, provocano gas intestinale e contribuiscono al gonfiore. Anche una semplice camminata a passo svelto ogni giorno vi aiuterà a sgonfiare la vostra pancia. Il corpo muovendosi si attiverà maggiormente, rimettendo in azione anche il metabolismo sopito.
Quando Consultare un Medico
In caso di gonfiore addominale il medico può eseguire alcuni test sui pazienti per escludere problemi sottostanti o disturbi associati alla condizione. Generalmente, comunque, il gonfiore addominale è una condizione temporanea non preoccupante, che si risolve anche senza sottoporsi a una visita specialistica; vi sono, però, alcuni casi in cui è fondamentale rivolgersi subito al proprio medico curante o a uno specialista.
Spesso è proprio mangiando la pizza che iniziamo ad accorgerci che la nostra pancia si "gonfia" e fa i capricci. Non trascuriamo tale segnale, ma rivolgiamoci ad un gastroenterologo per capire se dietro a tale disturbo possa associarsi qualcosa di diverso. Il trascurare le intolleranze alimentari può comportare gravi danni al nostro intestino (e successivamente all'interno nostro organismo…) con conseguenze a volte difficilmente controllabili come la Sindrome da sovracrescita batterica intestinale (Small Intestinal Bacterial Overgrowth - SIBO) o la Sindrone da alterata permebilità intestinale (Leaky Gut Syndrome - LGS).
Conclusioni
Il gonfiore addominale dopo aver mangiato la pizza è un problema comune, ma gestibile. Comprendere le cause, dalle intolleranze alimentari alla preparazione dell'impasto, e adottare le giuste strategie alimentari e comportamentali può fare la differenza. Non è necessario rinunciare completamente alla pizza, ma piuttosto imparare a consumarla in modo consapevole, scegliendo ingredienti di qualità, prestando attenzione alla lievitazione e masticando lentamente. In caso di persistenza del gonfiore, è sempre consigliabile consultare un medico per escludere eventuali patologie sottostanti.