Vi siete mai chiesti quale sia l’origine della tanto amata insalata russa? Questo piatto iconico, presente in pranzi, picnic e come stuzzichino in rimpatriate con amici e parenti, nasconde una storia complessa e affascinante, fatta di viaggi culinari, equivoci linguistici e mode borghesi. Nata tra Ottocento e Novecento, l'insalata russa, un mix di patate, carote, piselli e maionese, spesso arricchito con uova, tonno o sottaceti, tutto tagliato a dadini perfetti come in un mosaico commestibile, è molto più di un semplice contorno.
Le Diverse Teorie Sulle Origini
Le leggende che ruotano attorno a questo piatto sono davvero tante! Verità o fantasia, la golosità di questo piatto l’ha portato a diffondersi in tutto il mondo! Esistono diverse ipotesi affascinanti sull'origine dell'insalata russa, ognuna con la sua dose di fascino e mistero.
L'Ipotesi Savoia
La prima ipotesi riconduce la nascita dell’insalata russa al Regno Savoia nell’Ottocento. Si narra che il cuoco di corte, in occasione della visita dello zar in Italia alla fine del secolo, abbia voluto ricreare un piatto a base di verdure comuni in Russia come patate e carote. La ricetta prevedeva un composto di ortaggi tagliati a quadretti, uniti da una cremosa panna che doveva ricordare la neve.
La Teoria di Lucien Olivier e il Ristorante Hermitage
La seconda teoria, più accreditata, riconduce la creazione del piatto alla seconda metà dell’Ottocento, per mano di Lucien Olivier, cuoco di origine francese, nelle cucine del ristorante Hermitage di Mosca. Dato il livello gastronomico del luogo, non si tratta della semplice versione che conosciamo oggi: quella di Olivier, infatti, è una composizione opulenta di selvaggina, aragosta, caviale e altre salse personali; una vera e propria ricetta di lusso, perfetta per stupire i clienti più ricchi dell’epoca. La ricetta originale prevedeva pernici, patate lesse, uova sode, cetrioli sottaceto, tartufi neri, gamberi di fiume, cubetti di gelatina e sottaceti.
L'Influenza di Caterina de Medici
L'ultima patriottica e romantica possibilità, prevede che l’insalata russa risalga al Cinquecento, quando Caterina de Medici si trasferì in Francia. Lontana dalla penisola, la Regina sentiva fortemente nostalgia di casa. I suoi cuochi di corte diedero vita a un piatto freddo di verdure miste, che successivamente fu arricchito con la maionese.
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L'Evoluzione del Piatto: Da Ricetta di Lusso a Comfort Food Internazionale
Dopo la chiusura del ristorante, la ricetta originale si perde e con il tempo da piatto nobile si trasforma in una versione più popolare. Contemporaneamente in Europa si diffonde la moda dei piatti “alla russa”, tutto ciò che suonava esotico o sfarzoso prendeva quel nome.
Proprio in questo contesto, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, la ricetta arriva in Piemonte, dove subisce una sorta di “italianizzazione”: il caviale e il fagiano originari lasciano il posto a patate e carote, ingredienti più alla portata di tutti. Qua Vialardi, cuoco dei Savoia, propone ricette simili già a metà dell’Ottocento: in alcune versioni del suo Il re dei cuochi (sia francesi che piemontesi) si parla proprio di “insalata piemontese”, che col tempo diventa “russa”.
Quindi l'insalata russa si chiama così perché all'epoca l'espressione “alla russa” non indicava l’origine, ma era sinonimo di “ricco, opulento”, come appunto la prima versione di questa pietanza.
Variazioni Regionali e Curiosità
La variante più diffusa nella cucina italiana prevede verdure lesse (patate, carote e piselli), maionese, qualche sottaceto e alcune versioni più casalinghe aggiungono anche tonno, uova o prosciutto cotto. Dato che si tratta di un piatto freddo, comodo e non troppo complicato da preparare, si presenta come una portata da buffet di successo che mette d’accordo molti palati a tavola.
Inoltre, è curioso che ancora oggi in Francia esista la salade piémontaise (più corposa, con uova e prosciutto), mentre in Spagna e in molti Paesi latinoamericani trionfa l’ensaladilla rusa, onnipresente nelle tapas. Insomma, ogni Paese si è appropriato a modo suo di questa famosa ricetta, trainando un’innovazione nata nei salotti russi in un comfort food internazionale.
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Nomi Diversi in Diverse Nazioni
In Italia si chiama insalata russa, ma cambia nome quando oltrepassa i confini. In Lituania ad esempio la chiamano insalata bianca, in Germania e Danimarca è l'insalata italiana. E in Russia? Il complesso piatto freddo ricoperto di maionese porta il nome del suo inventore, insalata Olivier.
L'Insalata Russa Durante il Regime Comunista
Durante il regime comunista, qualcuno pensò anche di nazionalizzare il piatto riconducendo la sua origine a un'evoluzione più nobile dell'okroshka, la zuppa fredda di verdure tipica delle campagne russe. Nello stesso periodo in Spagna fu proibito chiamarla insalata russa, perché il regime franchista non voleva nessun riferimento al nemico bolscevico. In nome dell'autarchia linguistica, l'insalata di patate e maionese diventò ufficialmente “la castigliana”.
La Ricetta Base dell'Insalata Russa
La ricetta per preparare l’insalata russa è decisamente più semplice di quanto si possa immaginare.
Ingredienti
- 500 grammi di patate
- 250 grammi di carote
- 250 grammi di piselli
- Due cucchiai di olio extravergine d’oliva
- Un cucchiaio d’aceto
- Cinque cetriolini
- 250 grammi di maionese
- Un po’ di prezzemolo
Preparazione
- Mettete le patate in una pentola con acqua fredda e portatele a bollire, facendole poi cuocere per circa 40 minuti o fino a quando non saranno morbide.
- In un'altra pentola, lessate le carote per circa 15 minuti, oltre che i piselli per il tempo indicato sulla confezione se utilizzate quelli surgelati.
- Scolate le verdure e lasciatele raffreddare mentre tagliate le verdure a cubetti di dimensioni simili.
- Fate a pezzettini anche i cetriolini sott’aceto.
- Usate una ciotola capiente in cui unire le verdure, i cetriolini e la maionese.
Consigli Utili
- Per ottenere una cottura quanto più uniforme possibile, si possono cuocere le verdure separatamente.
- Se utilizzate la carne, lessatela o cuocetela al forno prima di unirla all'insalata.
Insalata: Etimologia e Significato
La parola insalata è presente in italiano, nel significato attuale, ca. dal 1342 (in Domenico Cavalca) e rappresenta una sostantivizzazione del participio passato femminile di un verbo insalare oggi disusato ma presente in Dante ("dove l'acqua di Tevere s'insala"), formato da in- illativo e sale: l'insalata è quindi "ciò che si sala", o per meglio dire "la verdura che si condisce con sale": si può confrontare questa situazione col francese salade che è a sua volta un sostantivo rifatto sul participio passato femminile del verbo provenzale salar ossia "salare".
L'insalata russa è la più nota delle insalate del gruppo "insalate composte di verdure cotte o miste di cotte e crude". È costituita da tocchetti di verdure lessate e patate, il tutto condito con salsa maionese; ne esistono numerose varianti, a seconda delle tradizioni locali e familiari, in cui si prevede l'aggiunta di ulteriori ingredienti. È diffusa in numerosi paesi del mondo. Questa preparazione si cominciò a diffondere in Italia alla fine dell'Ottocento come prova la ricetta inserita nel noto libro di cucina Re dei cuochi, nell'edizione del 1868. All'inizio del Novecento Pellegrino Artusi lo inserì in una delle riedizioni della sua opera di culinaria e Ada Boni la riportò nel Talismano della felicità nel 1929.
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Insalata Olivier: Un Archetipo
Dicono sia stata inventata negli anni '60 del XIX secolo, ad opera dello chef francese Lucien Olivier, il quale ha guidato il ristorante Hermitage, in piazza Trubnaya a Mosca, dal 1860 al 1883. Qualcuno però afferma che Olivier fosse nato a Mosca e che il suo vero nome fosse Nicolai. La ricetta includeva gamberetti di fiume, pernici, fagiani, lingua di vitello, patate, cetrioli, capperi, olive, uova, caviale. Il tutto conservato, come un prezioso esemplare di arte orafa, sotto la teca trasparente della gelatina.
La Olivier raggiunse poi una diffusissima popolarità negli anni '60 e '70, quando la carne divenne relativamente economica e comparve la maionese industriale. L'Olivier, dunque, è un archetipo, un filo rosso che tiene insieme diversi momenti storici unitamente a memorie e sentimenti individuali. È la memoria dell'infanzia per chi ha vissuto la penuria della guerra e del suo immediato seguito. Esistono quindi molte ricette dell'Olivier: ogni casalinga ha la sua opzione unica e della quale si sente l’esegeta più pura.