Marmellata, muffa e botulino: rischi e precauzioni

La preparazione di marmellate in casa è una tradizione radicata in Italia, un modo per conservare i sapori dell'estate e gustarli durante tutto l'anno. Tuttavia, questa pratica può comportare alcuni rischi, tra cui la formazione di muffa e la potenziale contaminazione da botulino. È essenziale essere consapevoli di questi pericoli e adottare le giuste precauzioni per garantire la sicurezza alimentare.

Botulino e conserve casalinghe: un rischio reale?

Ogni anno in Italia si registrano dai 20 ai 30 casi di intossicazione botulinica, spesso legati al consumo di conserve prodotte in ambito domestico. Il Clostridium botulinum è un batterio anaerobico che può contaminare gli alimenti conservati in modo non corretto, producendo una tossina neurotossica estremamente pericolosa. L'intossicazione botulinica alimentare è una malattia neuro-paralitica, non trasmissibile da persona a persona, la cui diagnosi clinica precoce è difficile e che nei casi più gravi può portare alla morte.

Come riconoscere un alimento contaminato

Un alimento contaminato può presentare rigonfiamento del coperchio, irrancidimento, muffe, odore sgradevole. Tuttavia, spesso il batterio prolifera mantenendo pressoché inalterate le caratteristiche organolettiche dell’alimento. Individuarne la presenza è quindi molto difficile, per questo è importante seguire corrette norme igieniche per la produzione delle nostre conserve casalinghe.

Sintomi del botulismo

I sintomi possono manifestarsi sia dopo poche ore dall’ingestione dell’alimento contaminato, sia dopo oltre una settimana dal consumo. Le manifestazioni più comuni sono annebbiamento e sdoppiamento della vista, dilatazione delle pupille, difficoltà a mantenere aperte le palpebre, difficoltà nell’articolazione della parola, difficoltà di deglutizione, secchezza della bocca e stipsi. Nei casi più gravi si arriva alla paralisi respiratoria. La malattia può essere mortale, ma se diagnosticata e curata in tempo non si corrono pericoli.

Marmellata e rischio botulino: cosa sapere

Le marmellate e le confetture sono generalmente considerate a basso rischio di botulismo. Questo è dovuto all'acidità naturale della frutta e all'elevata concentrazione di zucchero, che inibiscono la crescita del Clostridium botulinum. Tuttavia, è importante seguire alcune precauzioni per minimizzare ulteriormente il rischio:

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  • Utilizzare la giusta quantità di zucchero: la ricetta più sicura prevede l'utilizzo di una quantità di zucchero pari alla quantità di frutta. Se si desidera ridurre la quantità di zucchero, è opportuno non scendere sotto i 750g di zucchero per ogni kg di frutta.
  • Aggiungere succo di limone o pectine: l'aggiunta di succo di limone o preparati a base di pectine contribuisce ad aumentare l'acidità della marmellata, rendendola meno favorevole alla crescita del batterio.
  • Verificare l'integrità del contenitore: prima di consumare la marmellata, è fondamentale controllare che il tappo sia intatto e non deformato. Premendo al centro del coperchio, non si deve sentire il tipico "click-clack" dei barattoli già aperti.
  • Non consumare marmellata con muffa: la presenza di muffa indica che la marmellata è alterata e potenzialmente contaminata da micotossine pericolose per la salute.

Cosa fare se si sospetta di aver consumato marmellata contaminata

Se si sospetta di aver consumato marmellata contaminata da botulino, è importante monitorare attentamente la comparsa di eventuali sintomi. I primi sintomi dell’intossicazione sono spesso sottovalutati perché lievi, come nausea, diarrea, vomito, dolori addominali. In genere l’allarme scatta in una seconda fase quando si presentano i sintomi neurologici che riguardano i nervi cranici: secchezza della bocca, difficoltà a deglutire o parlare, offuscamento visivo, difficoltà a mettere a fuoco, ptosi della palpebra, che cioè non si riesce a sollevare. In caso di comparsa di questi sintomi, è necessario contattare immediatamente il medico o recarsi al pronto soccorso, riferendo nel dettaglio cosa si è mangiato e portando con sé, se disponibili, l’alimento sospetto e il suo contenitore.

Muffa nella marmellata: un pericolo da non sottovalutare

La formazione di muffa sulla marmellata è un problema comune, soprattutto nelle preparazioni casalinghe. La muffa è un fungo che si sviluppa in presenza di umidità, temperatura favorevole e ossigeno. Pur non essendo sempre pericolosa, la muffa può produrre micotossine, sostanze tossiche che possono causare problemi di salute.

Perché si forma la muffa sulla marmellata

La muffa sulla marmellata si forma quando ci sono una temperatura tra i 15 e i 30 gradi, umidità e aria che entra dopo averla aperta. Inoltre, l'acidità, tipica degli agrumi, può accelerare il processo. Nelle marmellate senza zucchero la muffa si forma più facilmente perché lo zucchero, anche se di poco, grazie alle sue proprietà igroscopiche (ovvero di assorbire umidità) ne inibisce la formazione.

Come prevenire la formazione di muffa

Per evitare la formazione di muffa, la marmellata va conservata correttamente. Prima che venga aperta si può conservare in dispensa, ma una volta aperta va messa in frigorifero: le basse temperature rallentano la formazione di muffa. L'ideale sarebbe consumare la marmellata entro una settimana dall'apertura. È consigliabile lavare il tappo del vasetto almeno una volta a settimana con acqua calda e sapone neutro per i piatti. Mantenere il frigorifero sempre pulito: l'igiene è nemica di muffe e batteri.

Cosa fare se la marmellata fa la muffa

Se sulla marmellata si forma della muffa, è necessario buttare via l'intero vasetto. Non basta togliere la muffa che si forma sulla marmellata con un cucchiaio: va buttata via. La muffa non è solo quella che vediamo superficialmente: grazie alla consistenza gelatinosa della marmellata, la muffa può penetrare anche fino al fondo del vasetto. E, come detto, può essere pericolosa.

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Consigli generali per la preparazione di conserve casalinghe sicure

Oltre alle precauzioni specifiche per la marmellata, è importante seguire alcune regole generali per la preparazione di conserve casalinghe sicure:

  • Igiene: lavare accuratamente le mani prima e durante la preparazione, utilizzare utensili puliti e disinfettati, e lavorare su superfici pulite.
  • Materie prime: utilizzare frutta e verdura fresca, di stagione e di alta qualità. Eliminare le parti danneggiate o ammaccate.
  • Sanificazione dei vasetti: sterilizzare i vasetti e i tappi in acqua bollente per almeno 10 minuti.
  • Pastorizzazione: pastorizzare le conserve immergendo completamente i barattoli in acqua poi portata a ebollizione.
  • Controllo del sottovuoto: dopo la pastorizzazione, verificare che i vasetti siano sigillati correttamente e che si sia creato il sottovuoto.
  • Conservazione: conservare le conserve in un luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce.
  • Ispezione pre-consumo: prima di consumare una conserva, ispezionare visivamente il contenitore per evidenziare eventuali sversamenti di liquido e la perdita del vuoto. Se i tappi o le capsule metalliche appaiono convessi (incurvati verso l’alto) e premendo con il dito al loro centro si sente “click clack”, i contenitori non sono più sottovuoto.

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