Il film "Hamburger Hill" di John Irvin, uscito nel 1987, offre uno sguardo intenso e senza compromessi sulla guerra del Vietnam, concentrandosi in particolare sulla battaglia per la collina 937, un evento realmente accaduto nel maggio del 1969. Il film si distingue per la sua capacità di scavare nelle profondità dei personaggi, giovani soldati americani catapultati nell'inferno della guerra, rivelandone gli aspetti più intimi e vulnerabili.
Il Contesto Storico e la Trama
Ambientato nel 1969, "Hamburger Hill" si svolge in Vietnam del Sud, ai confini con il Laos. L'esercito americano è impegnato da tempo nel tentativo di conquistare la valle di A Shau, una zona strategicamente importante ma pesantemente difesa dall'esercito nordvietnamita. La 101ª divisione aviotrasportata, composta sia da veterani che da nuove reclute, riceve l'ordine di conquistare la vetta 937, soprannominata "Hamburger Hill" a causa dell'elevato numero di perdite che si verificano durante i combattimenti.
Prima di essere trasportati nella valle e lanciati all'assalto della collina, i soldati hanno l'opportunità di conoscersi meglio, condividendo le proprie opinioni sulla guerra, i ricordi di casa e le preoccupazioni per il futuro. Nascono amicizie e contrasti, e si affronta anche la questione razziale, sollevata con frequenza dal medico di colore Doc e supportata da Washburn e Motown.
Un Film di Guerra Senza Sconti
"Hamburger Hill" non edulcora la realtà della guerra, mostrando senza filtri l'atrocità e l'insensatezza del conflitto. Il film denuncia la disorganizzazione, il fuoco amico, lo strazio dei corpi e, soprattutto, l'orrore di giovani vite sacrificate per interessi e decisioni prese da figure distanti e spesso indifferenti alla sorte dei soldati. John Irvin riesce a creare un rapporto efficace tra la telecamera e i luoghi, immergendo lo spettatore nei paesaggi vietnamiti e nelle dinamiche del conflitto. Le riprese dei momenti più pacati, con i dialoghi tra i soldati, si alternano a quelle dinamiche dell'attacco alla collina, una postazione che nella realtà si rivelò poi inutile e presto abbandonata dall'esercito americano, dopo aver causato la morte di oltre settanta soldati e il ferimento di altri quattrocento.
Un Cast Corale e una Regia Efficace
Il film si avvale di un cast corale, senza vere e proprie star, ma con attori capaci di rendere credibili i diversi caratteri dei soldati in scena. La regia di Irvin è attenta e precisa, capace di creare tensione e realismo nelle scene di combattimento, ma anche di approfondire la psicologia dei personaggi.
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La Colonna Sonora: Un Mix di Classici e Atmosfere Vietnamite
La colonna sonora di "Hamburger Hill" è un elemento di spicco del film, con brani di Otis Redding, The Spencer Davis Group, Percy Sledge, gli Animals e molti altri artisti di valore. La musica contribuisce a creare l'atmosfera dell'epoca e a sottolineare le emozioni dei personaggi.
Critiche e Riflessioni
Nonostante le sue qualità, "Hamburger Hill" è stato spesso considerato un film minore nel panorama del cinema sulla guerra del Vietnam, oscurato da capolavori come "Il cacciatore", "Apocalypse Now" e "Platoon". Tuttavia, il film di Irvin merita di essere rivalutato per la sua onestà, il suo realismo e la sua capacità di affrontare temi importanti come la disillusione, la perdita e l'assurdità della guerra.
Il film critica anche la retorica sul sacrificio dei soldati, giovani eroi morti per il proprio Paese. Una visione che il film invita a superare per costruire un mondo di pace, che non si può fondare su eserciti, armi ed eroi.
Philip Glass e le Colonne Sonore per il Cinema
Il discorso sulla colonna sonora di "Hamburger Hill" offre lo spunto per approfondire il tema del rapporto tra cinema e musica, con particolare riferimento al lavoro del compositore Philip Glass. Glass ha composto colonne sonore per numerosi film, tra cui "Koyaanisqatsi", "Mishima: A Life in Four Chapters", "Kundun" e "The Hours". La sua musica, caratterizzata da uno stile minimalista e ripetitivo, si adatta particolarmente bene alle immagini, creando atmosfere suggestive e coinvolgenti.
Glass ha anche realizzato opere multimediali in cui i film diventano "libretti" per opere musicali, come nel caso della trilogia dedicata a Jean Cocteau, composta da "Orphée", "La Belle et la Bête" e "Les enfants terribles".
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