L'estate del 1997 è segnata da un evento tragico che scuote il mondo della moda e non solo: l'omicidio dello stilista Gianni Versace. Un delitto efferato, consumatosi sulle scale della sua villa a Miami, che porta con sé interrogativi, misteri e una scia di sangue. Ma in questa storia, tra alta moda e ossessioni, si intreccia anche un altro protagonista inatteso: un piatto di spaghetti.
La chiamata al 911 e l'inizio dell'incubo
"Pronto?! Sono al 1116 di Ocean Drive, un uomo è stato ferito con una pistola, per favore, per favore, per favore!". Le parole concitate di una voce maschile con accento italiano rompono il silenzio di una mattina di luglio. È il 15 luglio 1997, e la chiamata al 911 proviene da Casa Casuarina, la sontuosa dimora di Gianni Versace a Miami. Lo stilista giace a terra in una pozza di sangue, ucciso a colpi di pistola mentre rientrava dalla sua passeggiata mattutina. Accanto al corpo, le chiavi di casa e il giornale. Il suo compagno, Antonio D'Amico, è disperato e implora l'arrivo dei soccorsi.
Mentre il corpo di Versace viene trasportato via, un giovane corre freneticamente lungo la strada, stringendo in mano una semiautomatica Taurus PT. Nel suo cuore, un tumulto di emozioni e forse, già, la consapevolezza della sua imminente fine.
Versace e Cunanan: incrocio di destini
L'omicidio di Gianni Versace lascia il mondo sgomento. Sting ed Elton John partecipano commossi ai funerali. La polizia indaga, inizialmente ipotizzando un coinvolgimento della malavita organizzata, una pista che si rivela infondata. La colomba trovata morta nel giardino della villa, presunta firma della mafia, è in realtà vittima accidentale di un proiettile.
Ma chi era l'assassino e cosa lo legava a Versace? Per rispondere a questa domanda, bisogna ripercorrere le vite parallele di Gianni Versace e Andrew Cunanan.
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Gianni Versace, nato nel 1946 in Calabria, cresce nell'atelier della madre, sviluppando una spiccata sensibilità artistica. Nel 1972 si trasferisce a Milano, dove lavora nel mondo della moda e fonda il marchio che porta il suo nome. Il suo stile innovativo e classicheggiante lo consacra come uno degli stilisti più importanti degli anni '90. Veste le donne più belle e influenti del mondo, tra cui Lady Diana, diventata sua amica e musa.
Andrew Cunanan, nato nel 1969 in California, è un bambino prodigio con un QI elevatissimo. Tuttavia, sviluppa tratti della personalità patologici, diventando un manipolatore e un bugiardo. Ama inventare storie sul suo passato, presentandosi di volta in volta come un ricco imprenditore o un erede. Conduce una vita ai margini, frequentando la comunità gay e prostituendosi con uomini facoltosi.
La spirale di violenza di Cunanan
Il 1997 segna l'inizio della discesa agli inferi di Cunanan. In aprile, uccide a martellate Jeffrey Trail, 28 anni. Pochi giorni dopo, assassina David Madison, 33 anni, con colpi di pistola. La sua terza vittima è Lee Miglin, un immobiliarista di 75 anni, torturato e ucciso nella sua villa di Chicago. Infine, uccide William Reese, custode di un cimitero militare nel New Jersey.
Dopo questi efferati delitti, Cunanan si dirige verso Miami, con un obiettivo preciso: Gianni Versace. Ma perché proprio Versace? Cosa li legava? Secondo alcune ricostruzioni, i due si sarebbero incontrati una sera all'opera. Ma questo basta a spiegare la furia omicida di Cunanan?
Il delitto di Ocean Drive e la fuga
Il 15 luglio 1997, Cunanan uccide Gianni Versace davanti alla sua villa di Ocean Drive. Dopo l'omicidio, diventa uno degli uomini più ricercati d'America dall'FBI. La sua fuga dura alcuni giorni, durante i quali l'America intera è col fiato sospeso.
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La caccia all'uomo si conclude in una casa galleggiante a South Lake, dove Cunanan viene trovato morto, ucciso con la stessa arma dei suoi delitti. Il caso viene archiviato come suicidio, lasciando irrisolti molti interrogativi. Qual è stato il movente dell'omicidio Versace? Cosa ha spinto Cunanan a uccidere?
L'eredità di Versace e il mistero irrisolto
Dopo la morte di Gianni Versace, il brand viene guidato dalla sorella Donatella, che riesce a mantenerne alto il prestigio. Il testamento dello stilista lascia il 50% del gruppo Versace alla figlia di Donatella, Allegra.
Ma il mistero sull'omicidio Versace rimane irrisolto. Una delle ipotesi più accreditate è che Cunanan abbia ucciso Versace perché lo considerava il simbolo di tutto ciò che lui non sarebbe mai potuto diventare. Un'altra teoria, avanzata dalla giornalista Maureen Orth, ipotizza che Cunanan fosse sieropositivo e che abbia ucciso Versace per vendetta, ritenendolo responsabile del suo contagio. Tuttavia, gli esami medico-legali hanno escluso che Versace fosse sieropositivo.
Spaghetti all'assassina: un piatto cult con una storia "piccante"
In questa storia di alta moda e omicidi, si inserisce un elemento inatteso: un piatto di spaghetti. Gli spaghetti all'assassina, una specialità barese dal sapore intenso e piccante, sono diventati un vero e proprio cult culinario, tanto da essere celebrati dal New York Times come "killer pasta".
La ricetta, nata negli anni '60 nel ristorante "Al Sorso Preferito" di Bari, prevede una preparazione particolare: gli spaghetti vengono cotti direttamente in padella con passata di pomodoro, aglio, olio e peperoncino, fino a diventare croccanti e leggermente bruciacchiati. Il nome "assassina" deriva proprio dal sapore piccante e "mortale" del piatto.
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Oggi, gli spaghetti all'assassina sono un simbolo della cucina barese e un'attrazione per turisti e appassionati di gastronomia. Ma la loro storia si intreccia anche con quella dell'omicidio Versace, creando un contrasto sorprendente tra l'eleganza del mondo della moda e la semplicità di un piatto popolare.