Si può mangiare sushi durante una cura antibiotica? Guida completa e consigli utili

Gli antibiotici sono farmaci essenziali per combattere le infezioni batteriche, ma il loro utilizzo può comportare diverse interazioni con il nostro organismo, in particolare con l'alimentazione. Questo articolo esplorerà se è sicuro consumare sushi durante una cura antibiotica, analizzando i rischi potenziali e fornendo consigli utili per gestire al meglio la propria dieta durante questo periodo.

Antibiotici: cosa sono e come agiscono

Gli antibiotici sono farmaci prescritti per combattere le infezioni causate da patogeni batterici, e non dai virus, come spesso si pensa erroneamente. Vanno assunti solo su indicazione medica in caso di effettiva necessità. La loro assunzione danneggia, con vari meccanismi d’azione, i batteri che vivono nell’organismo, non solo i batteri cattivi, ma anche quelli buoni, direttamente interessati nella risposta immunitaria. Gli antibiotici agiscono rallentando o bloccando la proliferazione dei batteri, per questo vengono utilizzati nelle problematiche che presentano un'origine batterica. Si tratta di medicinali molto potenti, che aiutano a curare un gran numero di malattie.

Gli antibiotici possono alterare significativamente la composizione della flora intestinale, riducendo la diversità dei microbi benefici e favorendo la crescita di batteri resistenti. Questo squilibrio può portare a disturbi gastrointestinali e aumentare il rischio di infezioni successive. Infatti, provocano un'alterazione del microbiota intestinale, ossia la popolazione batterica che vive all'interno dell'intestino e ne permette il corretto funzionamento. Questo perché insieme ai batteri cosiddetti "cattivi" gli antibiotici eliminano anche quelli buoni, rompendo l'equilibrio che normalmente esiste e che assicura la salute dell'intestino e dell'intero organismo. L'alterazione della flora batterica intestinale scatenata dagli antibiotici non è permanente, ma si risolve in un paio di mesi.

Alimenti da evitare durante la cura antibiotica

Durante una cura con gli antibiotici, è importante prestare attenzione a ciò che si mangia per non compromettere l'efficacia dei farmaci e per proteggere la flora batterica intestinale. Alcuni alimenti possono interferire con l'assorbimento degli antibiotici o accentuare gli effetti collaterali.

  • Cibi ricchi di calcio e ferro: Sia i cibi ricchi di calcio, ad esempio il latte e i formaggi, sia quelli particolarmente ricchi di ferro, tra cui la carne rossa consumati in modo eccessivo, possono rallentare l’efficacia dei farmaci antibiotici. Lo stesso effetto inibitorio lo hanno i cibi fortificati o addizionati con questi minerali, che durante l’assunzione degli antibiotici andrebbero evitati.
  • Alimenti grassi: I piatti a base di salse, intingoli oppure i salumi, i fritti e tanti altri cibi ricchi di grassi possono accentuare gli effetti collaterali a livello intestinale dell’assunzione prolungata di antibiotici perché irritano l’apparato digerente.
  • Dolci & Co.: I cibi che apportano un elevato quantitativo di zuccheri raffinati come gli snack confezionati, i biscotti, le merendine in busta, i dolciumi, le creme e, ancora, le bibite e i succhi consumati in eccesso possono contribuire allo squilibrio della flora batterica intestinale. Durante la terapia antibiotica il consiglio è di mangiarli con moderazione.
  • Pompelmo: Il pompelmo è un frutto ricco di minerali, vitamine e antiossidanti benefici per la salute e il corretto funzionamento dell’organismo. Ma consumarlo in concomitanza a una terapia a base di antibiotici può influire sull’efficacia dei farmaci.

Sushi e antibiotici: un binomio rischioso?

Mangiare sushi - se il pesce è di ottima qualità - non è di per sé un’attività rischiosa. Ma come tutti i cibi consumati crudi, questo alimento delizioso può ospitare batteri sgraditi. Pericolosi per la salute di chi lo consuma e, come evidenzia un nuovo studio, per l’intera società. In base a una ricerca pubblicata su Frontiers in Microbiology, nel sushi potrebbero essere presenti batteri capaci di diffondere la resistenza agli antibiotici. La scienziata ne ha rintracciati 22 diversi ceppi in 8 tipi di pesce crudo venduti per il consumo diretto in Norvegia.

Leggi anche: Lievito madre: guida completa all'acquisto

Il batterio più temuto quando si parla di sushi è il Listeria monocytogenes, responsabile della listeriosi (un'infezione che si contrae attraverso cibo contaminato, per approfondire). Secondo la scienziata, «la maggior parte di queste varianti di Aeromonas è possibilmente patogenica» e associata a problemi gastrointestinali, anche se per un individuo sano i rischi di ammalarsi seriamente a causa di questo batterio sono molto contenuti. L’aspetto più preoccupante riguarda il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che l’Aeromonas sembra facilitare. Questi batteri infatti scambiano regolarmente materiale genetico con altri microrganismi quando si trovano in mare.

Oggi mangiare sushi anche da noi non è più un problema. Anzi, i ristoranti giapponesi spuntano qua e là, e non soltanto nelle grandi città. È possibile reperire sushi e altri prodotti tipici giapponesi al supermercato o nei grandi store di cibi surgelati. Così, gli amanti del pesce crudo possono assaporare cenette orientali anche a casa e, perché no, invitare gli amici per un sushi-party, evento che oggi va per la maggiore. Qualcuno, però, potrebbe storcere il naso all’idea di mangiare pesce crudo. Forse anche perché, a parte i gusti personali e il valore dietetico e nutrizionale di tali cibi, qualche rischio effettivamente c’è.

Rischi specifici del pesce crudo

Il pesce crudo può nascondere diverse insidie, tra cui la presenza di parassiti come l'Anisakis e la proliferazione di microrganismi comuni se non è stato conservato correttamente. Infatti la normativa italiana, che si riferisce alle norme europee (Regolamento europeo 853/2004), prevede che i pesci consumati crudi debbano essere lasciati nel congelatore a -20 °C per almeno 24 ore. Il congelamento, così come il calore della cottura, uccide i parassiti. Ma succede sempre così? Purtroppo no. La prima insidia nascosta è una larva e si chiama Anisakis. E non è tutto. Se il pesce non è stato congelato, come prevede la norma, e successivamente ben conservato al freddo anche durante la preparazione, si possono sviluppare sulla sua superficie molti microrganismo comuni. Inoltre, se il pesce ha subito una lunga manipolazione, senza una buona conservazione al freddo, assume un cattivo odore e muta di colore, a testimoniare la presenza di troppa istamina, una sostanza che ha forte potere infiammatorio e allergenico.

Nonostante la legge, la responsabilità ultima ricade sempre sul consumatore. In pratica gli amatori della gastronomia giapponese dovrebbero sempre informarsi se il pesce, acquistato nelle grandi distribuzioni o consumato al ristorante, è stato preparato e conservato secondo la norma vigente. In ogni caso, se si acquistano sushi o sashimi al supermercato leggere bene l’etichetta di conservazione.

Antibiotico-resistenza e sushi

Un ulteriore rischio legato al consumo di sushi durante una cura antibiotica è la possibile presenza di batteri resistenti agli antibiotici nel pesce crudo. Come evidenziato da uno studio, nel sushi potrebbero essere presenti batteri capaci di diffondere la resistenza agli antibiotici. Questo è particolarmente preoccupante perché potrebbe compromettere l'efficacia della terapia antibiotica in corso.

Leggi anche: Pizza e Problemi di Stomaco

Anche attraverso il consumo del pesce possiamo ingerire dei residui di antibiotici oppure dei batteri resistenti al trattamento con antibiotici. Ad esempio le orate sono un tipico pesce da allevamento a cui vengono somministrati gli antibiotici. Un altro pesce molto consumato, che viene allevato con uso di antibiotici, è il salmone (quello selvaggio non è da allevamento e vivendo in mare aperto o in alcuni fiumi, non ingerisce antibiotici). Il salmone da allevamento è quello utilizzato anche nel Sushi, quindi in ogni preparazione di sushi al ristorante o nelle confezioni di sushi già pronte nei supermercati. Anche il salmone affumicato (quello norvegese o scozzese, da allevamento) è stato allevato con utilizzo degli antibiotici. Infine anche le trote sono da allevamento e sono sottoposte a trattamenti antibiotici. Un altro prodotto ittico che viene sottoposto a trattamenti antibiotici sono i gamberetti, allevati in maniera industriale ed intensiva in Paesi come la Thailandia e il Bangladesh, che possiedono una industria enorme di gamberetti che vengono poi venduti in tutto il mondo. Ci sono studi che hanno mostrato come i gamberetti da allevamento abbiamo residui di antibiotici chinolonici nelle loro carni. Anche in questo casi si somministrano gli antibiotici per accrescere la produzione e la taglia dei gamberetti.

Cosa mangiare durante la cura antibiotica: alimenti consigliati

Durante la terapia antibiotica, è importante consumare cibi che supportino la flora intestinale e che siano facilmente digeribili. Ecco alcuni alimenti consigliati:

  • Cibi ricchi di fibre solubili: È importante consumare cibi ricchi di fibre solubili, tra cui la verdura, gli ortaggi, i legumi e i cereali integrali. Questi alimenti apportano in particolare pectine, mucillagini, cellulosa che nutrono l’esercito di batteri buoni che vivono nel microbiota intestinale, preziosi per la salute in generale.
  • Yogurt bianco: Yogurt bianco, meglio se parzialmente scremato o latte fermentato, sono gli unici latticini “innocui” e ben tollerati che possono essere assunti nel corso della terapia antibiotica.
  • Riso bianco: Per ridurre o evitare l’acidità gastrica è importante consumare alimenti che tamponano l’acidità e che siano soprattutto semplici e rapidi da digerire: uno di questi è il riso bianco bollito o cotto al forno (pilaf).
  • Probiotici: Assumere un Probiotico per prevenire la comparsa di diarrea e per normalizzare la flora batterica intestinale, durante tutta la terapia antibiotica e per almeno 2-3 settimane successive alla fine della terapia. Mangiare alimenti ricchi di probiotici che aiutano a ripristinare il microbiota intestinale dopo i danni causati dagli antibiotici e che riducono la probabilità di diarrea da antibiotico, che resta uno degli effetti collaterali più frequenti di questa classe di farmaci. I cibi fermentati sono tra i migliori poiché contengono microrganismi probiotici.
  • Cibi amidacei: I cibi amidacei quali riso, pasta e patate hanno un effetto astringente e aiutano a migliorare la dissenteria che spesso si associa all'uso di antibiotici.

Consigli pratici per la gestione dell'alimentazione durante la cura antibiotica

  1. Evitare gli alimenti sconsigliati: Limitare il consumo di cibi ricchi di calcio, ferro, grassi e zuccheri raffinati. Evitare il pompelmo e i suoi derivati.
  2. Privilegiare alimenti facilmente digeribili: Optare per riso bianco, verdure cotte, carni bianche e pesce al vapore.
  3. Assumere probiotici: Integrare la dieta con yogurt naturale o integratori di probiotici per ripristinare la flora intestinale.
  4. Bere molta acqua: Mantenere una buona idratazione per favorire l'eliminazione delle tossine e prevenire la stipsi.
  5. Consultare un professionista: In caso di dubbi o problemi specifici, rivolgersi a un medico o a un nutrizionista per un consiglio personalizzato.

Alternative al sushi durante la cura antibiotica

Se si desidera comunque consumare pesce durante la cura antibiotica, è consigliabile optare per pesce cotto, come salmone al forno o pesce spada alla griglia. Assicurarsi che il pesce sia fresco e ben cotto per evitare rischi di contaminazione batterica.

I pesci che possono degnamente sostituire il salmone, anche per quanto riguarda il sushi, sono davvero tantissimi. Per saperne di più le guide sull’acqua-coltura e quella sulla pesca sostenibile divulgate da Slow Food sono decisamente esaurienti. Slow Fish, campagna promossa dal gruppo, coinvolge i pescatori artigianali, promuove una maggiore sostenibilità della pesca e aiuta a comprendere meglio gli oceani.

Leggi anche: Ricette Dolci per la Dieta Candida

tags: #posso #mangiare #sushi #se #prendo #antibiotico