Surici Fritti: Un Tesoro Gastronomico Calabrese

Introduzione

I surici fritti rappresentano una prelibatezza della cucina calabrese, un piatto semplice ma ricco di sapore che celebra la freschezza del mare. Questo articolo esplorerà la ricetta tradizionale, le caratteristiche uniche del pesce pettine, e il suo ruolo nella cultura gastronomica locale.

Cosa sono i Surici?

"Surici" è il nome dialettale con cui in Calabria viene chiamato il pesce pettine (o pettinissa). Il nome "surice" (topolino) deriva dai loro quattro dentini aguzzi, due inferiori e due superiori. Questi pesciolini hanno il corpo allungato e piatto e appartengono ad una sottospecie delle sogliole. Hanno un colore rosato mentre negli adulti raggiungono una colorazione verde/azzurro. I pesci pettine sono divertenti da pescare, perché sono voraci e “tirano” tanto quando abboccano.

Diffusione e Habitat

Questo pesce non è molto comune lungo le coste italiane se non localmente, assai diffuso, infatti, limitatamente alla zona di Tropea. È un pesce che viene pescato soprattutto in Sicilia ed in Calabria. Vivono su fondali sabbiosi e vicino alle acque dolci, ad esempio in vicinanza dello sbocco di un fiume. Si trovano sui 10-12 m.

Caratteristiche del Pesce Pettine

Il pesce pettine si distingue per le sue carni bianche, delicate e gustose. La sua alimentazione, basata prevalentemente su piccoli molluschi e crostacei, conferisce alle sue carni un sapore particolarmente apprezzato. Con poche spine, è facile da pulire e da gustare, rendendolo ideale per la frittura.

La Ricetta Tradizionale dei Surici Fritti

La ricetta dei surici fritti è facile e si prepara velocemente, ideale per un secondo piatto semplice e gustoso. La frittura esalta la delicatezza delle carni, creando una crosticina esterna croccante e un interno morbido e saporito.

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Ingredienti

  • 500 g di pesci "surici" (pesce pettine)
  • 200 g di farina
  • 1 l di olio per friggere (preferibilmente di semi)
  • Sale q.b.
  • Limone (facoltativo)

Preparazione

  1. Pulizia: Pulisci i surici aprendoli dalla pancia con una forbice ed elimina le interiora. Sciacquali accuratamente sotto l’acqua corrente ed asciugali tamponandoli con carta da cucina. È importante eliminare le squame e asciugarli accuratamente prima di infarinarli.
  2. Infarina: Metti della farina in un piatto ed infarinate i pesci pressandoli delicatamente nella farina su entrambi i lati. Scuotete poi la farina in eccesso. Infarina i pesci con abbondante farina.
  3. Frittura: Riscaldate abbondante olio di semi in una padella dai bordi alti e quando l’olio è ben caldo (circa 180°C) immergetevi i pesci, pochi per volta per non abbassare la temperatura dell'olio. Friggili velocemente in olio bollente, facendoli dorare su ambo i lati. In alcuni posti della Calabria, prima di versarli nell’olio, si usa dare un colpo secco, con il dorso del coltello, all’altezza della coda, per non farli gonfiare durante la cottura. È preferibile mantenere la temperatura dell’olio costante e verificare che la cottura sia lenta e delicata.
  4. Scolatura: Quando sono pronti, prelevateli delicatamente con una schiumarola e metteteli su un piatto con della carta da cucina, per far assorbire l’olio in eccesso.
  5. Servizio: Servite la vostra frittura di pesce pettine ancora calda, volendo con delle fettine fresche di limone. Il sapore delle loro carni viene esaltato con qualche goccia di limone.

Consigli e Curiosità

  • Temperatura dell'olio: Mantenere la temperatura dell'olio intorno ai 180°C è fondamentale per una cottura ottimale.
  • Cottura lenta e delicata: Verificare che la cottura sia lenta e delicata per evitare che il pesce si bruci o si indurisca.
  • Pelle croccante: Non eliminate la pelle, che è gustosissima, ma assicuratevi di squamarla accuratamente.
  • Varianti: Alcune varianti prevedono l'aggiunta di spezie o erbe aromatiche alla farina per un tocco di sapore in più.

Accompagnamenti

Il piatto si accompagna benissimo alla tipica insalata tropeana ottenuta unendo cipolle tagliuzzate ad anelli, pomodori, cetrioli affettati, olive verdi e nere, basilico, menta, peperoncino rosso, secco, bruciacchiato sul fuoco e tritato, olio evo, aceto e sale. Ovviamente la protagonista di questa ricetta è la Cipolla Rossa che deve essere l’originale di Tropea.

Il Pesce Pettine nella Cultura Calabrese

I “surici” necessitano di una pulizia accurata eliminando le squame e, prima di essere infarinati, vanno asciugati tamponandoli con carta da cucina, è importante cuocerli in abbondante olio bollente di oliva fino a completa doratura. Sono da mangiare ancora caldi, sarebbe un peccato eliminare la pelle che è gustosissima, ed è proprio per questo che si consiglia un’accurata squamatura.

Da sempre nel periodo estivo, lungo la costa tropeana, a 400 metri circa dalla riva si notano dei gozzi di fortuna stazionare per ore sotto il sole facendosi cullare dalle leggere correnti estive per pescare i “surici”. A Tropea questa pesca è una vera mania, relativamente facile ed accessibile a tutti. Spinge i pescatori della domenica a competere con i pescatori di mestiere. L’indole agonistica del tropeano per la pesca del “surice” lo induce ad affermare, non senza uno spiccato campanilismo ittico, che: “i surici su pisci nostri”.

Aneddoti Personali

La pesca del pesce pettine può diventare una preziosa occasione di condivisione tra generazioni, un'attività educativa e divertente.

Fraintendimenti Linguistici

“Surici” è il nome dialettale con cui viene chiamato il pesce pettine (o pettinissa). Con lo stesso termine vengono indicati anche i topi o altri roditori in genere, ciò ha spesso causato fraintendimenti linguistici ai tanti turisti che giunti per la prima volta a Tropea vi hanno trovato contemplati i “surici” tra le specialità dei ristoranti locali.

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