L'olio di frittura esausto è un rifiuto speciale che richiede un'attenzione particolare per evitare danni ambientali e sanzioni. In Italia, la normativa vigente prevede che l'olio vegetale esausto debba essere conferito in modo differenziato, tramite la raccolta organizzata dai comuni o altri enti autorizzati come le isole ecologiche, che ne garantiscono il trattamento in impianti specializzati. È vietato gettare l'olio di frittura nelle fognature, nei lavandini o sul suolo, poiché può causare inquinamento idrico, danneggiare le infrastrutture fognarie e ostacolare il corretto funzionamento degli impianti di depurazione delle acque.
Perché non va buttato l'olio nel lavandino? Danni ambientali e conseguenze
Il pensiero comune è portato a credere che l’olio da cucina, essendo un prodotto alimentare, sia naturale e quindi biodegradabile. Eppure, basta rifletterci un attimo in più per capire quanto questo assunto sia errato.
Gli effetti nefasti di un errato smaltimento sono diversi:
- Può raggiungere le falde acquifere, inquinando terreni coltivabili e pozzi d’acqua potabili, rendendoli inutilizzabili.
- Una volta raggiunti, attraverso le fognature e le falde acquifere, gli specchi d’acqua dolce e i mari, l’olio forma una patina in superficie che rende meno agevole il passaggio dei raggi solari, alterando i normali equilibri naturali degli habitat marini.
- Crea problemi al sistema di depurazione delle acque di scarico, intasando le reti, rallentando il processo di trattamento biologico.
Non è un caso, infatti, che da diversi anni in Europa e anche in Italia si siano attivati una serie di programmi per la raccolta, lo smaltimento e il riciclo degli oli vegetali esausti.
Normativa italiana sullo smaltimento dell'olio di frittura
In Italia, lo smaltimento degli oli vegetali e animali esausti è regolamentato dal Dlgs 3 Aprile 2006 n 152, che ha confluito il Dlgs 22 del 5 febbraio 1997. Questo decreto prescrive l'obbligo della raccolta, del recupero e del riciclaggio degli oli e grassi vegetali e animali esausti (Codice rifiuti: codice cer 20.01.25). La normativa vigente prevede che tutti coloro che non si adeguano alla Legge per lo smaltimento degli oli esausti possano incorrere in sanzioni amministrative che variano da un minimo di 270€ ad un massimo di 1.550€.
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È essenziale peraltro non confondere l’olio di frittura e le sue pratiche di smaltimento da quelle previste per l’olio esausto industriale. Quest’ultimo viene considerato un rifiuto pericoloso: basti pensare che un solo litro di olio versato nell’ambiente può inquinare un milione di litri di acqua a causa della pellicola trasparente che si crea sulla superficie dell’acqua che può diventare potenzialmente dannosa per l’intero ecosistema.
Il divieto di buttare l’olio nelle fognature attraverso lo scarico del lavandino è valido non solo per i cittadini ma anche per le attività che sono attive nel settore della ristorazione e che quindi producono olio in grandi quantità. Bisogna tenere presente che l’olio, una volta diventato esausto, assorbe tutte le sostanze inquinanti della carbonizzazione dei vari residui alimentari: è proprio la densità degli ossidanti a permettere a questo prodotto di galleggiare nelle acque delle fognature provocandone l’inquinamento.
Sanzioni per lo smaltimento scorretto
Le sanzioni per il mancato rispetto di queste disposizioni possono variare significativamente a seconda del contesto locale, ma generalmente includono multe pecuniarie e, in casi gravi, possono arrivare a sanzioni penali. È quindi fondamentale che cittadini e aziende siano consapevoli delle regole e delle conseguenze legate allo smaltimento dell'olio di frittura.
Come smaltire correttamente l'olio di frittura
Per smaltire correttamente l'olio di frittura, è necessario seguire alcuni semplici passaggi:
- Raffreddare l'olio: Dopo l'utilizzo, lasciare raffreddare completamente l'olio.
- Raccogliere l'olio in un contenitore: Versare l'olio raffreddato in un contenitore a tenuta stagna, come una bottiglia di plastica o un contenitore specifico per la raccolta dell'olio esausto. Per facilitare l’operazione è consigliabile aiutarsi con un imbuto, mentre, per evitare di sporcare e rilasciare tracce d’olio sulle superfici di casa, è meglio adagiare un paio di fogli di carta assorbente sotto al contenitore.
- Conferire l'olio presso un punto di raccolta autorizzato: Portare il contenitore pieno presso un'isola ecologica, un centro di raccolta comunale o un punto di raccolta specifico per l'olio esausto. In tutte le città italiane ci sono delle isole ecologiche dove viene accolto l’olio di frittura esausto. Qui viene rilasciato un documento che attesta il ritiro di questi rifiuti. È essenziale conservare questi documenti in quanto potrebbero essere richiesti dalle autorità competenti durante un controllo: questo avviene soprattutto nel caso di verifiche presso attività ristorative o che lavorano nel settore della ristorazione a vario titolo.
Punti di raccolta nelle principali città italiane
- Roma: A Roma, il corretto smaltimento dell'olio di frittura è gestito attraverso l'AMA, l'azienda municipale ambientale. I cittadini possono conferire l'olio vegetale esausto nei centri di raccolta differenziata sparsi per la città, dove sono disponibili appositi contenitori per l'olio. È possibile consultare il sito web di AMA per trovare il centro di raccolta più vicino e gli orari di apertura. Inoltre, alcune iniziative locali offrono il ritiro dell'olio usato direttamente a domicilio, incentivando ulteriormente la raccolta differenziata. Sono 14 i Municipi di Roma che aderiscono al servizio di raccolta degli oli vegetali esausti dedicata alle utenze domestiche. Sempre sul sito ufficiale di Ama sono presenti le aree di raccolta divise per Municipio. SCUOLA RUGGERO BONGHI - I.C. SCUOLA Plesso BACCARINI - I.C. S.P. LEOPOLDO FRANCHETTI - I.C. SCUOLA Plesso G. G. BADINI - I.C. SCUOLA Plesso VILLAGGIO OLIMPICO - I.C. SCUOLA Plesso Via Novara - I.C. SCUOLA Plesso SAN PIO X - I.C. SCUOLA Plesso PRINCIPESSA MAFALDA - I.C. SCUOLA Plesso GIUSEPPE MAZZINI - I.C. SCUOLA Plesso BRASILE - I.C. SCUOLA Plesso G. SINOPOLI - I.C.S. SCUOLA Plesso Monte Senario - I.C. SCUOLA Plesso Via Valle Scrivia - I.C. Mercato S. I.C. I.C. Scuola Primaria Iqbal Masih - via F. Scuola dell'Infanzia Guattari, via U. Scuola Secondaria di I grado F. Baracca, via U. I.C. I.C. SCUOLA ALDO FABRIZI - I.C. I.C. I.C. I.C. I.C. SCUOLA IV MIGLIO - I.C. SCUOLA Plesso PIERO DELLA FRANCESCA - I.C. "M.Calderini G.Tuccimei" - Via Telemaco Signorini 78 SCUOLA Plesso "EURIPIDE" - I.C. SCUOLA Plesso GHIGLIA - I.C. SCUOLA Raffaello SANZIO - I.C. SCUOLA primaria MANETTI - I.C. SCUOLA Plesso Taverna - I.C. SCUOLA Plesso Assarotti - I.C. SCUOLA Plesso Nazario Sauro - I.C. SCUOLA Plesso Vallombrosa - I.C.
- Milano: A Milano, gli abitanti possono affidarsi al servizio di raccolta dell'olio di frittura messo a disposizione da AMSA. I contenitori dedicati per l'olio esausto sono presenti in vari punti di raccolta, compresi gli ecopunti e le stazioni ecologiche. Informazioni dettagliate su località e orari sono disponibili sul sito ufficiale di AMSA. L'ente promuove anche campagne di sensibilizzazione sull'importanza della raccolta differenziata dell'olio per proteggere l'ambiente e promuovere la sostenibilità.
- Torino: A Torino, il sistema di raccolta dell'olio usato è ben organizzato. I cittadini possono portare l'olio di frittura nei centri di raccolta comunali, gestiti da Amiat, parte del gruppo Iren. Ogni centro è equipaggiato con specifici contenitori per l'olio di frittura, garantendo una corretta gestione del rifiuto. Il sito web di Amiat offre tutte le informazioni necessarie per localizzare i centri di raccolta più vicini e conoscere gli orari di funzionamento.
- Bologna: A Bologna, Hera gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dell'olio di frittura. I cittadini possono conferire il proprio olio vegetale esausto nei diversi punti ecologici distribuiti nella città, dove sono disponibili contenitori appositi. Hera offre anche un servizio informativo online dove è possibile trovare le località precise dei punti di raccolta e le modalità di smaltimento.
- Verona: Il comune di Verona, attraverso il gestore ambientale Amia, fornisce diversi punti di raccolta dove i cittadini possono smaltire l'olio di frittura. Questi punti sono distribuiti in maniera capillare nel territorio comunale, facilitando così l'accesso dei residenti. Sul sito di Amia, è possibile reperire un elenco di tutti i punti di raccolta disponibili e gli orari di apertura.
- Napoli: A Napoli, la raccolta dell'olio di frittura usato è coordinata da Asia, l'azienda che si occupa della gestione dei rifiuti urbani. I napoletani possono portare l'olio esausto ai centri di raccolta differenziata, dove sono predisposti contenitori speciali per il deposito dell'olio.
Il ruolo del CONOE
Da circa vent’anni in Italia esiste il CONOE - Consorzio Nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti - che ricopre la funzione di organizzare, controllare e di monitorare la filiera degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti a fini ambientali, a tutela della salute pubblica e, allo scopo di ridurre la dispersione del rifiuto trasformando un costo ambientale ed economico in una risorsa rinnovabile. Secondo i dati diffusi dal CONOE, si stima che 1 kg di olio vegetale esausto possa uniformemente distribuirsi fino a ricoprire una superficie di 1.000 metri quadrati.
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Riciclo dell'olio esausto: una risorsa preziosa
Gli oli vegetali esausti costituiscono un’enorme risorsa se oggetto di pratiche di recupero corrette e consapevoli. L’olio esausto raccolto può diventare una importante risorsa economica, oltre che ambientale, ad esempio producendo biodiesel, in un’ottica di economia circolare. Una volta riciclato, l’olio esausto può avere una vita nuova.
Oli esausti: quali rifiuti rientrano in questa categoria?
Con il termine oli esausti, in questo caso, si fa riferimento agli oli e grassi vegetali e animali per uso alimentare. In effetti, per gli oli e lubrificanti per auto, ad esempio, vige una differente normativa e relativa modalità di raccolta e smaltimento.
Tra le tipologie più comuni troviamo gli oli motore (prodotti di scarto legati agli autoveicoli ma non solo), i residui di olio da cucina (ad esempio quelli derivanti dalla frittura degli alimenti) e gli oli industriali esausti (categoria più generica al cui interno rientrano tutti i rifiuti oleosi scarto di processi industriali).
- Olio motore esausto.
- Olio da cucina usato.
- Oli industriali esausti.
- Oli base. Gli oli esausti contengono naturalmente l'olio base originale. L’olio di partenza può essere sintetico o minerale e la sua tipologia influenza in modo diretto le proprietà chimiche del composto esausto.
- Idrocarburi alifatici e aromatici. Gli oli esausti contengono una vasta gamma di idrocarburi, sia alifatici che aromatici. Questi composti sono responsabili della viscosità degli oli e delle loro proprietà lubrificanti.
- Additivi. I prodotti a base di oli, specie se a uso industriale, possono contenere una serie di additivi chimici che migliorano le prestazioni dell'olio nel suo utilizzo originale. Questi additivi possono includere agenti antiusura, detergenti, dispersanti, antiossidanti e numerosi altri agenti chimici.
- Impurità. Gli oli possono contenere impurità provenienti dall'ambiente in cui sono stati utilizzati. Rientrano tra le impurità potenzialmente presenti negli oli di scarto polveri, sporco, acqua e metalli pesanti.
Legislazione italiana in materia di oli esausti
L'Italia ha adottato una serie di leggi e normative volte a regolare la gestione degli oli esausti per preservare l'ambiente e la salute pubblica.
- Regolamento REACH: questo regolamento europeo impone obblighi specifici per la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche.
- Norme tecniche UNI: le norme tecniche UNI stabiliscono standard e linee guida per la gestione degli oli esausti in conformità con la legislazione italiana ed europea.
- Il Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n. 95. Negli anni '90, il Decreto Legislativo 27 gennaio 1992, n. All’interno del decreto venivano sanciti alcuni punti chiave relative alle procedure per lo stoccaggio e la rigenerazione degli oli.
- Il Decreto Ministeriale 16 maggio 1996, n. Nel 1996 viene introdotto il Decreto Ministeriale 16 maggio 1996, n.
- Il Decreto Ministeriale 29 gennaio 2007 entra in vigore sostituendo il precedente DM 392/1996.
- Il DL 27 gennaio 1992 n. 95 e le altre norme successive che regolamentano la conservazione in sicurezza dei composti ad alto potenziale inquinanti impone il rispetto di standard molto specifici per la scelta delle dimensioni delle vasche di sicurezza.
Prodotti per la raccolta e lo stoccaggio degli oli esausti
Tra gli articoli in catalogo, disponibili per la richiesta di preventivi per la fornitura, figurano contenitori, fusti e bidoni realizzati in vari materiali e studiati per massimizzarne la resistenza e la tenuta nel tempo. I serbatoi per raccolta dell'olio esausto generico sono versatili e adatti a un'ampia varietà di composti oleosi. Kit pronti all’uso contenenti panni realizzati in materiale idrofobico, in grado di assorbire oli, idrocarburi e composti derivati e di contenerne la propagazione in caso di incidenti e fuoriuscite incontrollate, sia sul terreno che in acqua. Kit componibile e personalizzabile composto da vasche di sicurezza con formati e capacità variabile e contenitori per lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti contaminati da oli esausti e altri composti inquinanti studiati per rispondere alle esigenze di officine, elettrauto, carrozzerie e centri di revisione. Le vasche di sicurezza sono speciali contenitori progettati per stoccare fusti e bidoni destinati alla raccolta di sostanze inquinanti come gli oli esausti. Caratteristica comune a tutte le vasche di sicurezza è la scelta di formati e strutture progettate per massimizzare resistenza e tenuta.
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Iniziative e progetti per la sensibilizzazione
Roma e il Lazio portano avanti la complessa missione dell'attuazione di misure significative per affrontare il problema dello smaltimento degli oli esausti, in primis attraverso la promozione di vari progetti ed eventi per la diffusione della raccolta differenziata e il riciclo e per la sensibilizzazione dei cittadini circa l'importanza di questi temi. La collaborazione tra le istituzioni, le autorità locali, le aziende, gli enti di formazione e la comunità rappresenta la chiave per garantire un ambiente sano, sostenibile e produttivo per le future generazioni.