Mangiatori di Spaghetti: Storia, Stereotipi e Identità Italiana

L'appellativo "mangiatori di spaghetti" è un termine che ha viaggiato attraverso i secoli, legato indissolubilmente alla storia dell'Italia e dei suoi emigranti. Questo articolo esplora le origini, l'evoluzione e le implicazioni culturali di questo stereotipo, analizzando come la pasta sia diventata un simbolo dell'identità italiana nel mondo.

Origini e Diffusione della Pasta in Italia

La storia della pasta è complessa e affascinante, intrecciandosi con le vicende storiche e culturali del Mediterraneo. Contrariamente a una credenza popolare, Marco Polo non ha portato la pasta dalla Cina in Italia. Le origini della pasta sono "duplici": essa nacque sia nel mondo mediterraneo sia, in maniera indipendente, in Cina. La pasta cinese è attestata sin dal II secolo a. C.

Nel Mediterraneo, la pasta era già presente in epoca greca ed etrusca. Tuttavia, si trattava di pasta fresca, consumata in forma di larghe sfoglie cotte al forno. La svolta avvenne nel Medioevo, durante il dominio arabo in Sicilia. Gli arabi introdussero la tecnica di essiccazione della pasta al sole, permettendone la conservazione e il trasporto.

Nel XII secolo, in Sicilia si diffuse l'abitudine di tagliare le sfoglie di pasta a striscioline sottili, chiamate vermicelli e poi spaghetti. Nello stesso periodo, la pasta si diffuse in altre zone della Penisola, con la comparsa di formati come rigatoni, tortellini e ravioli.

Napoli: Capitale dei "Mangiamaccheroni"

Nel Seicento, Napoli divenne la capitale della pasta. La produzione e il consumo aumentarono a causa della scarsità di altri alimenti e dei progressi tecnici, come il torchio meccanico, che resero la pasta più economica. I vicoli di Napoli si popolarono di banchetti che vendevano maccheroni cotti in grandi calderoni e cosparsi di formaggio.

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Nell'Ottocento, la produzione industriale di pasta secca prese il sopravvento sulla pasta fresca. Nello stesso periodo, si affermò il connubio tra la pasta e la salsa di pomodoro, creando un piatto che sarebbe diventato un simbolo della cucina italiana.

L'Emigrazione e lo Stereotipo

Tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, lo stereotipo degli italiani "mangiamaccheroni" si diffuse, inizialmente limitato ai napoletani. L'unità nazionale e la grande emigrazione contribuirono a questo fenomeno. Gli emigrati italiani negli Stati Uniti, consumando pasta quotidianamente, furono identificati come "mangiamaccheroni" dagli americani.

Lo stereotipo viaggiò con gli italiani sui piroscafi diretti nel Nuovo Mondo ed entrò in modo ancor più drammatico dietro i reticolati dei lager nazisti dove, dopo l'8 settembre, gli internati militari del regio esercito venivano accolti a sputi e al grido in faccia di “Makaroni, Badoglio!”.

La Pasta nell'Arte e nel Cinema

La pasta è diventata un soggetto ricorrente nell'arte e nel cinema, riflettendo il suo ruolo nella cultura italiana. Dipinti, ceramiche e cartoline raffigurano scene di persone che mangiano spaghetti, spesso associate all'immagine del lazzarone napoletano.

Il cinema ha contribuito a diffondere lo stereotipo, ma anche a ironizzarlo. Film come "Un americano a Roma" con Alberto Sordi e "Miseria e nobiltà" con Totò mostrano scene memorabili di personaggi che mangiano spaghetti in modi esagerati e comici.

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La Pasta come Identità Nazionale

Dalla fine dell'Ottocento, il binomio pasta-Italia si è definitivamente affermato. Essere consumatori di pasta è diventato un elemento identitario per gli italiani, distinguendoli dagli altri popoli. La pasta è un alimento diffuso in tutta Italia e un simbolo della dieta mediterranea, riconosciuta come un modello di alimentazione sana ed equilibrata.

"Spaghettifresser": Un Appellativo con Storia

L'espressione "spaghettifresser" (mangiatori di spaghetti) era un appellativo usato per indicare gli emigranti italiani in Germania negli anni '50. Questo termine, apparentemente innocuo, rifletteva un atteggiamento di superiorità e di estraneità nei confronti degli italiani, visti come diversi e inferiori.

Nonostante le difficoltà e le discriminazioni, gli emigranti italiani hanno contribuito in modo significativo alla ricostruzione della Germania del dopoguerra, mantenendo vive le proprie tradizioni e la propria cultura, compresa quella culinaria. Oggi, i figli e i nipoti di quegli emigranti sono parte integrante della società tedesca, pur conservando un legame con le proprie origini italiane.

Stereotipi e Polemiche

Lo stereotipo del "mangiaspaghetti" è stato spesso utilizzato in modo dispregiativo e offensivo. Un esempio eclatante è la copertina del settimanale tedesco Der Spiegel, che raffigurava una pistola adagiata su un piatto di spaghetti, alludendo al legame tra la mafia e la cucina italiana. Questa immagine suscitò una forte polemica e indignazione in Italia, evidenziando la sensibilità legata a questo stereotipo.

La Dieta di Medvedev e la Guerra degli Stereotipi

In tempi recenti, l'ex presidente russo Medvedev ha criticato i leader occidentali, definendoli "mangiatori di rane, salsicce e spaghetti". Questa affermazione, oltre a essere un attacco politico, ripropone uno stereotipo alimentare, utilizzato per denigrare e ridicolizzare l'altro.

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Tuttavia, è importante ricordare che molti piatti considerati "poveri" o "popolari" hanno una lunga storia e fanno parte del patrimonio culturale di un paese. Le rane, ad esempio, sono un piatto prelibato nella cucina francese, mentre gli spaghetti sono un simbolo dell'Italia.

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