Lieviti: Cosa Sono, Caratteristiche e Utilizzo

I lieviti sono microrganismi unicellulari appartenenti al regno dei funghi, ampiamente utilizzati in diversi processi produttivi alimentari, soprattutto nella preparazione di alimenti fermentati o lievitati. Per questo motivo, i lieviti sono frequentemente presenti sulle nostre tavole, con il lievito di birra come esempio emblematico.

Cosa Sono i Lieviti?

I lieviti sono organismi eucarioti classificati all'interno del regno dei funghi, dove rappresentano l'insieme dei microrganismi unicellulari. Sono state identificate più di mille specie di lieviti, ma il termine "lievito" può riferirsi ad agenti lievitanti in senso lato. La caratteristica peculiare dei lieviti è la loro capacità di trarre energia in condizioni di assenza di ossigeno (anaerobiosi).

Tipologie di Lievito

Esistono diverse tipologie di lievito, ognuna con caratteristiche e utilizzi specifici:

  • Lievito fresco: È costituito da una massa di cellule della specie Saccaromyces Cerevisiae separate dal loro brodo di coltura (melassa unita a sali nutritivi e a lievito madre) e compattate fino ad assumere una forma a cubetto. Non richiede di essere attivato, in quanto contiene lieviti attivi.
  • Lievito secco: Si ottiene tramite la liofilizzazione delle cellule. Per far sì che i lieviti siano nuovamente in grado di riprodursi e fermentare, devono essere riattivati mescolando il lievito in acqua a 25°C prima dell’utilizzo.
  • Lievito madre: Conosciuto anche come lievito acido, pasta acida o pasta madre, è una miscela di acqua e farina contenente microrganismi vivi in grado di fermentare. A differenza del lievito di birra, la pasta madre richiede una lavorazione più complessa e tempi di fermentazione più lunghi. Contenendo microrganismi vivi, per mantenere la sua funzione, il lievito madre deve essere continuamente rinfrescato. È possibile ottenere il lievito madre da un impasto precedentemente lievitato. Si tratta di Saccaromiceti, come S.
  • Lievito chimico: Conosciuto anche come baking o lievito per dolci, è un agente lievitante secco composto da una base ed un acido deboli. A differenza del lievito tradizionale, che produce anche alcol grazie all’azione dei microrganismi, i lieviti chimici sviluppano solo anidride carbonica e acqua, comportando il raddoppiamento del volume dell’impasto. Sono comunemente utilizzati per la preparazione di dolci, torte e biscotti. Quelli che si trovano in commercio, venduti in bustine, combinano due sostanze, un acido e una base, che reagiscono a contatto con l’impasto, attivandosi in presenza di calore e umidità. Il baking è un composto di pirofosfato di sodio o di potassio, bicarbonato e amido. Il bicarbonato di ammonio si utilizza per preparare i biscotti secchi. Il cremor tartaro è un estratto dell’uva o del tamarindo.

Lievitazione: il Processo

La lievitazione è il processo che permette l’aumento del volume dell’impasto, grazie alla formazione di gas al suo interno. Esistono diverse tipologie di lievitazione:

  • Lievitazione fisica: Si basa sul principio della dilatazione termica.
  • Lievitazione biologica: Utilizza lieviti vivi per produrre gas e far lievitare l'impasto.
  • Lievitazione chimica: Sfrutta la capacità di alcune molecole chimiche di produrre anidride carbonica in cottura. Tali composti vengono detti “agenti lievitanti” perché consentono appunto all’impasto di aumentare di volume.

Utilizzo dei Lieviti

I lieviti sono utilizzati in numerosi processi produttivi, tra cui:

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  • Panificazione: Il lievito di birra (Saccaromyces Cerevisiae) è ampiamente utilizzato nella produzione di pane, pizza e altri prodotti da forno. La fermentazione consente di trasformare in alcol e CO2 i carboidrati semplici contenuti nella matrice alimentare di partenza.
  • Produzione di bevande alcoliche: Il Saccharomyces cerevisiae è implicato nella produzione della birra e del vino. A livello industriale, viene impiegato per la sintesi di alcol etilico.
  • Integratore alimentare: Il lievito di birra è anche utilizzato come integratore alimentare per i suoi benefici e come organismo modello nell’ingegneria genetica.

Lievito di Birra: Proprietà e Benefici

Il lievito di birra è considerato un prodotto nutraceutico, in quanto ricco di nutrienti essenziali. Grazie alla presenza di numerosi elementi nutritivi, il lievito di birra apporta vari benefici all’organismo:

  • Sistema circolatorio: Aiuta a rallentare la formazione di placche arteriosclerotiche, contribuendo così alla salute cardiovascolare.
  • Tessuti: Migliora la salute della pelle, riducendo l’eccesso di sebo e prevenendo l’acne, mentre contrasta l’invecchiamento cellulare e stimola la rigenerazione del derma. Inoltre, rinforza i capelli, prevenendone la caduta e rafforzando la struttura fin dalla radice.
  • Sistema immunitario: Potenzia le difese naturali grazie alle vitamine del gruppo B.
  • Cavità orale: Svolge un’azione protettiva contro la formazione di carie, inibendo la crescita dei batteri che causano infezioni dentarie, come Streptococchi e Lactobacilli.
  • Sistema digerente: I betaglucani presenti nella parete cellulare del lievito proteggono l’intestino.
  • Sistema nervoso e muscolare: Riduce la sensazione di stanchezza cognitiva e affaticamento fisico, grazie a minerali come fosforo, potassio e magnesio. È particolarmente utile per gli sportivi poiché consente di reintegrare i sali minerali persi con la sudorazione.

Intolleranza al Lievito

L’intolleranza al lievito è un problema molto diffuso, che provoca diversi disturbi digestivi, come gonfiore addominale, pesantezza e alterazioni dell’alvo (stipsi, diarrea). Le persone con intolleranza al lievito hanno spesso difficoltà a perdere peso e ad affrontare alcune delle normali attività quotidiane. Il lievito è contenuto in moltissimi alimenti di uso comune, come vino, birra, pizza, focacce e prodotti da forno di vario tipo. Contrariamente a quanto si può pensare, non è sufficiente ridurre il consumo di tali alimenti per eliminare i sintomi dell’intolleranza. Infatti, una corretta alimentazione associata ad uno stile di vita sano, può essere un valido aiuto per ridurre la pancia gonfia e i vari sintomi dell’intolleranza al lievito.

Per intolleranza al lievito si intende la manifestazione di reazioni avverse in seguito al consumo di alimenti che contengono lievito. In realtà, la sua vera natura consiste in un’alterazione della flora microbica intestinale. Questa condizione modifica l’attività metabolica delle specie microbiche che popolano il nostro intestino. La causa più comune è associata ad una dieta sbilanciata, ricca di zuccheri e povera di fibre, ma può essere dovuta anche ad altri fattori, come ad esempio: stress, alcol, terapie farmacologiche o fattori genetici individuali.

Sebbene sia utile rimuovere temporaneamente il lievito per riequilibrare la flora intestinale, non è consigliato farlo a lungo termine. Per mantenere una buona regolarità intestinale, è importante seguire un’alimentazione varia ed equilibrata. In caso di squilibri microbici, optare per prodotti senza lievito può aiutare a ristabilire l’equilibrio. Si consiglia di preferire pane azzimo, pasta, riso integrale e prodotti da forno senza lievito, limitandone però il consumo a causa del loro contenuto di amido e zuccheri semplici. Per le proteine, sono da preferire carni bianche, pesce azzurro e uova, limitando carne rossa, insaccati e molluschi, ma anche le bevande vegetali come soia e avena, insieme a yogurt e mozzarella, supportano l’equilibrio intestinale. Il regime alimentare più idoneo a ritrovare la regolarità intestinale è quello della dieta mediterranea, ricca di fibre vegetali e povera di zuccheri semplici. Date le differenze che ciascun individuo presenta per corporatura, stile di vita e necessità metaboliche, risulta quasi impossibile stilare un piano dietetico universale. Quattro settimane di dieta senza lievito sono di norma sufficienti a ripristinare le corrette funzionalità intestinali. Al termine della dieta, se si riscontra beneficio, sarà possibile reintegrare il lievito e gli alimenti lievitati, a piccole dosi e in modo graduale.

Lieviti nel Vino: Un Approfondimento

I lieviti del vino sono microorganismi unicellulari appartenenti al regno dei funghi, che sono fondamentali nella produzione del vino. Durante la fermentazione alcolica, i lieviti del vino convertono gli zuccheri presenti nel mosto in alcol etilico e anidride carbonica, producendo anche una serie di composti volatili e non che conferiscono all’uva e al vino il loro aroma caratteristico.

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I lieviti del vino si trovano naturalmente sulla buccia dell’uva e nell’ambiente circostante, ma spesso non sono presenti in quantità e qualità sufficienti per garantire una fermentazione completa e stabile. Per questo motivo, quasi la totalità dei produttori di vino utilizza lieviti selezionati, coltivati e selezionati appositamente per la produzione di vino.

Esistono diverse specie di lieviti del vino, tra cui le Saccharomyces cerevisiae, Saccharomyces bayanus e Candida stellata, ognuna con caratteristiche specifiche di fermentazione e produzione di composti volatili. La scelta del lievito giusto dipende dal tipo di uva e dallo stile di vino che si vuole produrre.

In generale, i lieviti del vino sono considerati uno dei fattori chiave per ottenere un prodotto di alta qualità e stabile nel tempo, e la loro gestione è di fondamentale importanza per la produzione del vino.

A Cosa Servono i Lieviti nel Vino?

I lieviti sono fondamentali nella produzione del vino perché sono i responsabili della fermentazione alcolica, ovvero il processo attraverso il quale gli zuccheri presenti nell’uva vengono convertiti in alcol etilico e anidride carbonica, producendo anche una serie di composti volatili che conferiscono all’uva e al vino il loro aroma caratteristico.

Durante la fermentazione alcolica, i lieviti consumano gli zuccheri presenti nel mosto e producono alcol, anidride carbonica e una serie di composti volatili che influenzano il gusto, l’aroma e la struttura del vino. Inoltre, i lieviti del vino possono anche influenzare la stabilità del vino, poiché una corretta fermentazione consente di ridurre l’utilizzo di solfiti e altri conservanti.

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La scelta dei lieviti giusti e la gestione della fermentazione sono quindi di fondamentale importanza per ottenere un prodotto di alta qualità e stabile nel tempo. Molti produttori di vino utilizzano lieviti selezionati, coltivati e selezionati appositamente per la produzione di vino, in modo da controllare la fermentazione e ottenere il gusto, l’aroma e la struttura desiderati.

Vantaggi di Utilizzare i Lieviti per la Fermentazione del Vino

I principali vantaggi nell’utilizzo di lieviti per gestire al meglio le fermentazioni e ottenere la migliore qualità possibile dal prodotto finale sono:

  • Controllo della fermentazione: l’utilizzo di lieviti selezionati e attivanti permette di controllare la fermentazione del mosto, in modo da evitare fermentazioni indesiderate e mantenere il controllo sulla velocità e sulla durata della fermentazione stessa. Questo consente di evitare la produzione di aromi e sapori sgradevoli e di garantire una maggiore stabilità del vino.
  • Maggiore efficienza fermentativa: i lieviti e gli attivanti migliorano l’efficienza fermentativa, consentendo una maggiore conversione degli zuccheri in alcol e una maggiore produzione di composti volatili, che contribuiscono all’aroma e al gusto del vino. Rendono altresì difficili arresti fermentativi.
  • Riduzione dei rischi di contaminazione: l’utilizzo di lieviti selezionati e attivanti può aiutare a ridurre il rischio di contaminazione batterica e fungina, che può compromettere la qualità e la conservazione del vino. I lieviti selezionati, infatti, competono con le altre specie batteriche e fungine presenti sulle uve, evitando la proliferazione di organismi indesiderati.
  • Miglioramento della stabilità: l’uso di lieviti selezionati e attivanti può migliorare la stabilità del vino, sia durante la fermentazione che durante la conservazione a lungo termine. Ciò si traduce in una maggiore resistenza del vino agli agenti ossidanti e una maggiore capacità di preservare gli aromi e i sapori nel tempo.

Quale Lievito Si Usa per Far Fermentare il Vino?

Ci sono diversi tipi di lieviti che vengono utilizzati per far fermentare il vino. La scelta del lievito giusto dipende dal tipo di uva, dalla tipologia di vino che si vuole produrre e dalle condizioni ambientali in cui avviene la fermentazione. Ecco alcuni esempi di lieviti comunemente usati nella produzione di vino:

  • Saccharomyces cerevisiae: è il lievito più utilizzato nella produzione di vino. È in grado di tollerare livelli di alcol elevati ed è in grado di produrre una vasta gamma di composti volatili che influenzano il gusto e l’aroma del vino. Ci sono molti ceppi differenti di Saccharomyces cerevisiae, ognuno dei quali produce caratteristiche organolettiche specifiche.
  • Saccharomyces cerevisiae galactose: è una particolare varietà di lievito utilizzata per la fermentazione del vino, in grado di metabolizzare efficacemente il galattosio e di produrre composti aromatici che conferiscono al vino il suo caratteristico bouquet.
  • Saccharomyces bayanus: è un altro lievito comunemente utilizzato nella produzione di vino. È in grado di tollerare temperature più basse rispetto al Saccharomyces cerevisiae, il che lo rende utile in alcune regioni vitivinicole dove le temperature possono essere più fresche.
  • Candida stellata: è un lievito che produce un alto livello di acido lattico durante la fermentazione. Viene spesso utilizzato nella produzione di vini frizzanti e spumanti.

Ci sono anche molti altri tipi di lieviti che vengono utilizzati nella produzione di vino, a seconda delle condizioni ambientali e delle preferenze del produttore. La scelta del lievito giusto è importante per ottenere il gusto, l’aroma e la struttura desiderati nel vino.

Come Usare i Lieviti nel Vino?

L’uso dei lieviti nella produzione del vino è una pratica essenziale per ottenere una fermentazione alcolica corretta e raggiungere gli obiettivi organolettici del vino stesso. Vediamo come utilizzare i lieviti nella produzione del vino:

  • Scelta del lievito: il primo passo per utilizzare i lieviti nella produzione del vino è scegliere il tipo di lievito più adatto alle caratteristiche dell’uva e allo stile di vino che si vuole produrre. I produttori di lieviti commerciali offrono una vasta gamma di ceppi di lievito, ognuno dei quali conferisce caratteristiche specifiche al vino.
  • Preparazione del lievito: prima di utilizzare il lievito, è importante prepararlo per la fermentazione. La preparazione di una cultura starter è una fase fondamentale per avere il massimo dal lievito scelto.
  • Inoculazione del lievito: dopo aver preparato il lievito, è necessario inoculare il mosto con il lievito. Ciò può essere fatto direttamente aggiungendo il lievito al mosto o utilizzando un sistema di inoculazione automatizzato per garantire un’aggiunta uniforme del lievito.
  • Gestione della fermentazione: una volta che il lievito è stato inoculato, è importante gestire la fermentazione in modo da garantire una fermentazione sana e completa. Ciò può includere la gestione della temperatura del mosto, la somministrazione di nutrienti supplementari per i lieviti e lo sfiato dell’anidride carbonica prodotta durante la fermentazione.
  • Monitoraggio della fermentazione: durante la fermentazione, è importante monitorare la progressione della fermentazione per garantire che il lievito stia funzionando correttamente e per identificare eventuali problemi che potrebbero verificarsi durante la fermentazione.

In generale, l’uso dei lieviti nella produzione del vino richiede una combinazione di conoscenza scientifica, abilità tecnica e attenzione ai dettagli per garantire che la fermentazione sia gestita correttamente e che il vino prodotto sia di alta qualità.

Come Attivare i Lieviti del Vino?

Gli attivatori della fermentazione del vino possono essere utilizzati per aiutare ad attivare i lieviti del vino, fornendo loro i nutrienti necessari per una fermentazione sana e completa. Gli attivanti di fermentazione del vino possono essere suddivisi in due categorie principali: attivanti organici e inorganici.

Gli attivanti organici sono composti a base di aminoacidi, vitamine, steroli, acidi grassi e altri nutrienti essenziali che i lieviti necessitano per una sana crescita e attività fermentativa. Questi attivanti sono spesso chiamati “fermenti nutrienti” e sono comunemente utilizzati per attivare i lieviti del vino. Gli attivanti organici possono essere aggiunti direttamente al mosto o alla cultura starter durante la fase di preparazione.

Gli attivanti inorganici sono solitamente costituiti da fosfati e altri sali minerali, come il fosfato di diammonio, che possono essere utilizzati per stimolare la crescita dei lieviti e garantire una fermentazione sana. Questi attivanti solitamente vengono usati durante la fermentazione.

Per attivare i lieviti del vino utilizzando gli attivanti, è importante scegliere il tipo di attivante adatto alle condizioni specifiche del mosto e dei lieviti. Gli attivanti organici sono più indicati per mosti poveri di nutrienti, come quelli prodotti da uve mature o da uve coltivate in terreni poveri di nutrienti. Gli attivanti inorganici, invece, sono spesso utilizzati per aumentare la velocità di fermentazione e migliorare l’efficienza dei lieviti.

In generale, la quantità di attivante utilizzata dipende dalla composizione del mosto e dalle caratteristiche del lievito utilizzato. È importante utilizzare gli attivanti in modo corretto e rispettare le dosi raccomandate dal produttore per garantire una fermentazione sana e completa del mosto.

Cause che Determinano il Blocco della Fermentazione

Ci sono diverse cause che possono determinare il blocco della fermentazione del vino. Tra queste ci sono:

  • Malattie delle uve: le uve malate o infette possono contenere microrganismi che inibiscono la crescita dei lieviti del vino, causando il blocco della fermentazione.
  • Sostanze inibitorie: alcune sostanze presenti nelle uve o nel mosto possono inibire la crescita dei lieviti del vino. Tra queste ci sono residui di trattamenti chimici come rame e zolfo e acidi organici come l’acido malico, acido tartarico e l’acido citrico, che in eccesso possono rallentare o bloccare la fermentazione.
  • Scarsa aerazione: la fermentazione è un processo aerobico. L’ossigeno quindi è un elemento importante per la crescita dei lieviti e la fermentazione del vino. Una scarsa aerazione del mosto può determinare un blocco della fermentazione, soprattutto nelle prime fasi della fermentazione quando i lieviti hanno bisogno di una quantità maggiore di ossigeno.
  • Temperatura inadeguata: la temperatura del mosto può influire sulla crescita e sull’attività dei lieviti del vino. Temperature troppo elevate o troppo basse possono rallentare o bloccare la fermentazione.
  • Concentrazione alcolica elevata: quando la concentrazione alcolica del mosto supera il 15%, i lieviti possono subire un’inevitabile morte, causando il blocco della fermentazione. Si consiglia di scegliere lieviti con un’alta resistenza all’alcool (ci sono lieviti che superano il 18%) e una nutrizione adeguata.

Per evitare il blocco della fermentazione, è importante prestare attenzione alle condizioni del mosto durante la fermentazione. La scelta dei lieviti adatti e l’utilizzo di attivanti nutrienti possono favorire una fermentazione sana e completa. Inoltre, è importante monitorare la temperatura del mosto e garantire una buona aerazione durante le prime fasi della fermentazione. In caso di presenza di sostanze inibitorie, si possono adottare tecniche di vinificazione specifiche, per garantire una fermentazione regolare e completa.

Come Riattivare la Fermentazione del Vino

Il blocco della fermentazione del vino può essere un problema comune nella vinificazione. Ecco alcuni rimedi pratici per riattivare la fermentazione del vino in caso di blocco:

  • Aggiungere lieviti attivi: se la fermentazione si è bloccata a causa di una carenza di lieviti attivi, è possibile aggiungere una nuova dose di lieviti. È importante scegliere un ceppo di lievito adatto alle condizioni del mosto e utilizzare un attivante nutrienti per fornire ai lieviti le sostanze nutritive necessarie per la crescita.
  • Aerare il mosto: una buona aerazione del mosto può aiutare a riattivare la fermentazione. Utilizzando un aeratore o semplicemente agitando delicatamente il mosto, si può fornire ai lieviti una maggiore quantità di ossigeno, migliorando la loro crescita.
  • Aggiungere sostanze nutrienti: se la fermentazione si è bloccata a causa della carenza di sostanze nutrienti, si possono aggiungere specifici attivanti nutrienti per ripristinare le condizioni ideali per la crescita dei lieviti.
  • Agitare le fecce: se il blocco della fermentazione è stato causato da un mosto troppo limpido che ha comportato una compattazione delle fecce, si può tentare di agitare delicatamente il mosto per riattivare la fermentazione. Ciò può aiutare a rimettere in sospensione i lieviti che si sono depositati sul fondo e favorire la loro attività.
  • Riscaldare il mosto: se la temperatura del mosto è troppo bassa, può essere utile riscaldarlo leggermente per riattivare la fermentazione. È importante fare attenzione a non riscaldare il mosto troppo rapidamente o troppo drasticamente, per evitare di danneggiare i lieviti.

In ogni caso, è importante monitorare attentamente la fermentazione e adottare le giuste misure per prevenire il blocco della fermentazione. Una corretta scelta dei lieviti, l’utilizzo di attivanti nutrienti e un’adeguata aerazione possono aiutare a garantire una fermentazione regolare e completa.

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