Gli psicofarmaci sono farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale, influenzando le funzioni psichiche. Sono ampiamente utilizzati per trattare diversi disturbi mentali, contribuendo significativamente al miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Questo articolo esplora le diverse categorie di psicofarmaci, il loro funzionamento, gli usi, i potenziali effetti collaterali e le considerazioni importanti per il loro impiego.
Introduzione agli Psicofarmaci
Il cervello umano è un organo complesso che coordina le funzioni fisiche, cognitive ed emotive. I disturbi mentali possono derivare da alterazioni nel funzionamento biochimico cerebrale, influenzato da fattori ambientali, sociali, psicologici e genetici. Gli psicofarmaci intervengono su questi meccanismi biochimici per alleviare i sintomi dei disturbi mentali.
Classificazione degli Psicofarmaci
Per scopi pratici, gli psicofarmaci possono essere suddivisi in quattro grandi categorie:
- Ansiolitici: Utilizzati per ridurre l'ansia e la tensione.
- Antidepressivi: Impiegati per trattare la depressione e altri disturbi dell'umore.
- Antipsicotici: Prescritti per gestire i sintomi psicotici come deliri e allucinazioni.
- Normotimizzanti: Utilizzati per stabilizzare l'umore, soprattutto nel disturbo bipolare.
È importante notare che questa classificazione riflette l'uso più comune di questi farmaci, ma nella pratica clinica, le loro azioni possono essere sfruttate per curare una serie di disturbi psichiatrici diversi dalla principale indicazione terapeutica. Ad esempio, alcuni antidepressivi sono impiegati per trattare disturbi ansiosi e alcuni antipsicotici sono usati, raramente, in alcuni disturbi ansiosi.
Ansiolitici
Gli ansiolitici sono farmaci utilizzati per trattare i sintomi dell'ansia. La maggior parte degli ansiolitici impiegati sono le benzodiazepine, farmaci che agiscono su uno specifico recettore presente in alcune zone del cervello, specifico per un neurotrasmettitore, il GABA. Questi farmaci si sono diffusi rapidamente grazie alla loro efficacia e sicurezza, soppiantando i farmaci precedenti. Tuttavia, le benzodiazepine possono indurre tolleranza e dipendenza con l'uso prolungato, rendendone sconsigliabile l'uso a lungo termine. L'interruzione brusca dell'uso prolungato di benzodiazepine può causare una sindrome di astinenza simile a quella dell'alcol.
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Antidepressivi
Gli antidepressivi sono farmaci che agiscono regolando i neurotrasmettitori nel cervello, come la serotonina e la noradrenalina, influenzando l'umore, il sonno e l'energia. Sono impiegati per trattare diversi disturbi come la depressione, l'ansia, gli attacchi di panico e le condizioni di stress post-traumatico.
La storia del trattamento con farmaci antidepressivi è iniziata alla fine degli anni '50 con l'introduzione dell'iproniazide e dell'imipramina. Successivamente, sono state sviluppate diverse classi di farmaci antidepressivi, tra cui gli inibitori delle monoaminoossidasi (IMAO), i triciclici e gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI).
Inibitori delle Monoaminoossidasi (IMAO)
Gli IMAO sono stati tra i primi antidepressivi scoperti. Agiscono inibendo la degradazione di neurotrasmettitori come la serotonina, la noradrenalina e la dopamina. Tuttavia, a causa di effetti avversi come l'ipertensione e la tossicità epatica, e della necessità di frazionare le dosi giornaliere, sono caduti progressivamente in disuso. Durante la terapia con IMAO vanno evitati cibi ricchi di tiramina (ad es. formaggio stagionato, carne e pesce essiccati, frattaglie, alcolici etc.) perché in grado di causare crisi ipertensive potenzialmente fatali.
Antidepressivi Triciclici (TCA)
I triciclici agiscono aumentando il livello nel cervello dei neurotrasmettitori serotonina, noradrenalina e dopamina. Tuttavia, presentano effetti collaterali come secchezza della bocca, visione offuscata, stipsi, sonnolenza e aumento di peso. In caso di sovradosaggio, il rischio di insorgenza di aritmie cardiache li rende pericolosi.
Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI)
Gli SSRI sono diventati una delle classi di antidepressivi più utilizzate grazie alla loro migliore tollerabilità e al minore rischio in caso di sovradosaggio rispetto ai triciclici. Il primo SSRI, la fluoxetina, ha avuto un successo di mercato senza precedenti. Nonostante gli effetti collaterali come nausea, cefalea e disfunzioni sessuali, gli SSRI sono stati a lungo ritenuti meno problematici. L'enorme diffusione degli SSRI desta crescente preoccupazione riguardo ad un uso inappropriato nelle depressioni lievi, nei bambini o negli adolescenti e negli anziani, per gli effetti sul funzionamento sessuale e per la sindrome di astinenza che ne rende difficile l’interruzione, determinando un uso estremamente prolungato.
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Nuovi Antidepressivi
Nel corso del tempo, la visione della depressione si è evoluta, portando allo sviluppo di nuovi farmaci che agiscono su diversi sistemi neurobiologici. Oltre alla serotonina, sono stati introdotti farmaci come la venlafaxina e la duloxetina, che inibiscono la ricaptazione anche della noradrenalina, insieme ad altri con effetti complessi sui neurotrasmettitori, come il bupropione. Altri approcci includono la mirtazapina, l'agomelatina e la vortioxetina. Attualmente, sono in corso studi sull'effetto antidepressivo della ketamina e di molecole psichedeliche come la psilocibina.
Antipsicotici
Gli antipsicotici sono farmaci utilizzati per trattare i sintomi psicotici come deliri, allucinazioni e comportamento disorganizzato. Tradizionalmente, l'azione antipsicotica è stata attribuita al blocco della dopamina sui suoi recettori a livello della via meso-limbica del cervello. Tuttavia, i farmaci antipsicotici tradizionali possono bloccare altre vie nervose dopaminergiche, causando effetti collaterali come sintomi Parkinson simili, alterazioni della secrezione dell'ormone prolattina ed effetti inibitori sulla vita psichica.
Da circa venti anni sono comparsi nuovi farmaci antipsicotici detti “atipici” perchè hanno pur avendo effetti antipsicotici simili ai precedenti, non condividono con essi l’azione di blocco della dopamina, o riescono ad averla più selettiva. Questo li rende in genere più tollerabili, ma anche essi non sono scevri da effetti collaterali. La scelta dell’antipsicotico più adatto per il singolo paziente va effettuata dallo specialista psichiatra, che tiene conto dell’opinione del paziente e dell’osservazione nel tempo dell’effetto dei farmaci antipsicotici.
Normotimizzanti
I normotimizzanti sono farmaci utilizzati per stabilizzare l'umore, soprattutto nel disturbo bipolare. Sono indicati per la prevenzione delle ricadute depressive e maniacali. I normotimizzanti più diffusi sono il litio e il valproato di sodio. Il litio è considerato il normotimizzante di prima scelta, ma richiede una serie di attenzioni nel suo uso, tra cui il monitoraggio dei livelli nel sangue e accertamenti clinici regolari. In alcune forme di disturbo bipolare o quando l’uso del litio è sconsigliato negli ultimi decenni è stato usato sempre più il valproato di sodio e anche altri farmaci antiepilettici come la carbamazepina e la lamotrigina.
Come Ottenere gli Psicofarmaci
Gli psicofarmaci sono farmaci che richiedono una prescrizione medica. Pertanto, è necessario consultare un medico psichiatra per ottenere una diagnosi accurata e una prescrizione appropriata.
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Consultazione Medica
La consultazione con un medico psichiatra è il primo passo per ottenere gli psicofarmaci. Durante la consultazione, il medico valuterà la storia clinica del paziente, i sintomi e le eventuali condizioni mediche preesistenti. Sulla base di questa valutazione, il medico potrà formulare una diagnosi e prescrivere il farmaco più appropriato.
Prescrizione Medica
Una volta ottenuta la prescrizione medica, è possibile recarsi in farmacia per acquistare il farmaco. È importante seguire attentamente le istruzioni del medico riguardo alla posologia, alla durata del trattamento e alle eventuali precauzioni da prendere.
Quando Optare per l'Uso di Psicofarmaci e la Terapia Psicologica
La terapia farmacologica con antidepressivi e le terapie psicologiche sono considerate di pari efficacia nel migliorare i sintomi depressivi. Spesso, una combinazione di farmaci e psicoterapia produce risultati migliori rispetto ai trattamenti singoli. Mentre la pari efficacia è evidente nei trattamenti a breve termine, la psicoterapia sembra più efficace nel lungo periodo nel prevenire le ricadute.
Per le depressioni meno gravi, interventi non convenzionali come l’esercizio fisico aerobico, alcune forme di fitoterapia, l’auto-aiuto e la partecipazione in gruppo ad attività strutturate possono dare buoni risultati. Infine il ruolo delle determinanti socio-ambientali sottolinea l’importanza del supporto sociale, non solo da professionisti, ma anche da parte di famigliari e caregiver, come aiuto per le persone depresse.
Uso degli Psicofarmaci in Gravidanza e Allattamento
L'uso degli psicofarmaci durante la gravidanza e l'allattamento richiede una particolare cautela. È importante seguire le indicazioni del medico sulla terapia, evitando di sospendere di propria iniziativa i trattamenti in corso o di modificare le dosi. Ci sono farmaci antidepressivi che possono essere assunti dalla mamma che allatta senza rischi rilevanti per il lattante, come sertralina e paroxetina.
Effetti Collaterali e Precauzioni
Gli psicofarmaci possono causare effetti collaterali, che variano a seconda del tipo di farmaco e della persona. È importante discutere con il medico dei potenziali effetti collaterali prima di iniziare il trattamento.
Effetti Collaterali Comuni
Alcuni effetti collaterali comuni degli psicofarmaci includono sonnolenza, nausea, cefalea, vertigini, secchezza della bocca, stipsi, aumento di peso e disfunzioni sessuali.
Precauzioni
Durante la terapia con psicofarmaci, è importante evitare l'assunzione di alcol, che può interagire con i farmaci e causare effetti indesiderati. Inoltre, è importante informare il medico di eventuali altri farmaci che si stanno assumendo, in quanto possono interagire con gli psicofarmaci.
Sindrome Serotoninergica
La sindrome serotoninergica è una condizione rara ma potenzialmente grave che può verificarsi quando i livelli di serotonina nel cervello diventano troppo alti. I sintomi includono agitazione, confusione, tremori, rigidità muscolare e aumento della temperatura corporea. Se si verificano tali sintomi, è importante interrompere l'assunzione del farmaco e consultare immediatamente un medico.
Iposodiemia
Le persone anziane in cura con antidepressivi, in particolare coloro che assumono SSRI, possono andare incontro ad un calo sensibile della quantità di sodio (un sale), fenomeno noto come iposodiemia. Se si sospetta una grave forma di iposodiemia, è necessario chiamare il 112 e richiedere un'ambulanza per raggiungere il più vicino pronto soccorso.
Pensieri Suicidi
In rari casi, nelle prime fasi della cura con antidepressivi possono verificarsi pensieri suicidi o il desiderio di farsi del male (autolesionismo). I giovani di età inferiore ai 25 anni sembrano particolarmente esposti a questo rischio. Le persone che si curano con gli antidepressivi dovrebbero mettere al corrente un parente o un amico della loro terapia.
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