Introduzione
Le figurine Panini sono un'icona culturale italiana, un fenomeno che ha attraversato generazioni, segnando l'infanzia e l'adolescenza di molti. La loro storia è intrisa di ingegno imprenditoriale, passione per il calcio e un pizzico di nostalgia. Dagli inizi modesti negli anni '60, fino all'era digitale, le figurine Panini hanno saputo evolversi, mantenendo intatto il loro fascino.
Gli Albori: Nascita di un Mito
La storia delle figurine Panini inizia a Modena negli anni '60, durante il boom economico italiano. In questo periodo di fervore e cambiamenti, due dei quattro fratelli Panini, Benito e Giuseppe, gestivano un'agenzia di distribuzione di giornali. Nel 1960, acquistarono a Milano un lotto invenduto di vecchie figurine delle Edizioni Nannina. Intuendo il potenziale di questo materiale, ebbero l'idea di creare un nuovo packaging: una bustina bianca con cornicette rosse contenente due figurine.
Il successo fu immediato e sorprendente. Nel 1961, a un solo anno dall'inaspettato successo, nacque ufficialmente la Casa Editrice Panini. Da quel momento, l'azienda iniziò a raccontare per immagini i protagonisti del calcio italiano, stampando nuove figurine e abbinandole al primo album della collezione "Calciatori". Sulla copertina dell'album troneggiava Nils Liedholm, all'epoca attaccante del Milan, mentre la prima figurina Panini raffigurava Bruno Bolchi, giocatore dell'Inter soprannominato "Maciste".
L'Ascesa e l'Evoluzione
Dal 1961 al 1988, l'azienda modenese fu gestita dai quattro fratelli Panini: Giuseppe, Benito, Umberto e Franco. La crescita della casa editrice fu direttamente proporzionale all'aumento del suo fatturato. Nuovi prodotti vennero lanciati sul mercato, tra cui il primo Almanacco Illustrato del Calcio Italiano nel 1970 e le figurine autoadesive a partire dal 1972.
Nel corso degli anni, la struttura dei ritratti dei giocatori ha subito diverse modifiche. Nel 1969-70, i calciatori venivano ritratti a figura intera, mentre nel 1971-72 si passò al classico mezzobusto. Nell'edizione 1972-73, invece, furono introdotte le foto dei calciatori in azione, una formula che venne ripresa quattro anni più tardi.
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La popolarità delle collezioni Panini crebbe a tal punto che molti club iniziarono ad adottare un vero e proprio logo, anche se all'epoca non era ancora concepito come un marchio registrato o uno strumento di guadagno. Prima degli anni '80, solo poche squadre avevano un simbolo cucito sulle maglie.
Il Rito dello Scambio e le Figurine Introvabili
La collezione di figurine Panini è diventata un vero e proprio rito per le famiglie italiane. C'era un tempo in cui nei portafogli si tenevano le figurine dei calciatori come fossero dei santini, e la ricreazione a scuola era il momento ideale per scambiare i "doppioni" con i compagni di classe.
E poi c'erano le figurine introvabili, quelle che sembravano non uscire mai dalle bustine. Il calciatore più raro sembra sia stato il portiere dell'Atalanta Pierluigi Pizzaballa. Ma non solo, ci sono anche figurine snobbate diventate invece le più costose di sempre, come il caso Faustino Goffi, con un carriera tra serie B e serie C, giocatore del Padova nel ’67-’68 con in capo 18 partite e 4 goal, un giocatore quasi anonimo eppure la sua figurina è la più cara nella storia delle figurine Panini, 121€ per una sola figurina.
Lo scambio delle figurine era un vero e proprio campo di battaglia, un momento di tensione e di eccitazione in cui si mettevano alla prova le proprie capacità di negoziazione. Che fosse tra i banchi di scuola, al parchetto o in casa con gli amici, durante questo scambio tiravamo fuori i nostri lati diplomatici, duri e persuasivi.
Gli Anni '80 e i Cambiamenti di Proprietà
Nel 1986, il 25% del capitale Panini fu rilevato dalla società Sabaudia di Carlo De Benedetti e il 10% da Mondadori. L'idea era di quotare l'azienda in borsa, ma il progetto non ebbe il successo sperato. Nel 1988, dopo la scomparsa di Benito, l'azienda fu acquistata dal Gruppo Inglese Maxwell.
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Negli anni successivi, la proprietà della Panini passò più volte di mano. Nel 1992, grazie a "Bain Gallo Cuneo Capital Investments" e De Agostini, l'azienda tornò in Italia, ma solo per poco tempo. Nel 1994, il gruppo americano Marvel Entertainment ne prese possesso, pur mantenendo una gestione italiana.
Perché un'azienda italiana tornasse a tutti gli effetti, bisognò aspettare l'8 ottobre del 1999, quando le azioni furono acquisite da Fineldo Spa e Aldo Hugo Sallustro (attuale proprietario insieme a Anna e Maria Teresa Baroni, subentrate nel 2016).
Panini Oggi: Tra Tradizione e Innovazione
Ancora oggi, la Panini è un colosso nel mondo delle figurine e dell'editoria per ragazzi. Ogni anno, l'uscita del nuovo album "Calciatori" è attesa con trepidazione da milioni di appassionati. L'azienda ha saputo adattarsi ai tempi, affiancando alle tradizionali figurine cartacee anche le figurine virtuali e sviluppando il marchio Panini Interactive.
L'album "Calciatori" continua a essere un oggetto ambito, ricco di novità e curiosità. L'edizione più recente, ad esempio, presenta 748 figurine, 132 pagine, una copertina realizzata con verniciatura ibrida e inserti metal, e l'iconica immagine della rovesciata di Carlo Parola, simbolo delle collezioni "Calciatori". Per festeggiare il 60esimo anniversario, l’album presenta quattro pagine dedicate alle storiche copertine della raccolta, il calendario della Serie Tim e gli scudetti della Serie C.
Inoltre, trovano spazio la Seria A e B di calcio femminile e la celebrazione dei 40 anni della Nazionale cantanti in doppia pagina. E non mancano le novità, come la sezione dedicata alla Top Team, una sezione dedicata alle figurine più votate dai collezionisti.
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L'Errore Panini: Un Marchio di Autenticità
Un aspetto curioso e peculiare delle collezioni Panini è la presenza di errori. Che si tratti di refusi, errori di stampa o informazioni errate, gli "errori Panini" sono diventati un vero e proprio marchio di autenticità. Anzi, per molti collezionisti, la ricerca dell'errore è diventata un rito, quasi più importante della ricerca delle figurine mancanti. Così, come la ricerca delle figurine mancanti è un rito, lo diventa anche la ricerca del prossimo errore.